NEW YORK,
14.1.2015 -
Erano giorni
felici, festosi che il tempo malvagio lentamente
ha distrutto, dando maggior spazio alle attività
sportive Usa.
Si, anche in
America si giocava col pallone, alcuni creati
con gomme di bicicletta, altri con rudimentali
palle. Correvano gli anni ’60-‘70, e
l’emigrazione era ancora un sogno lontano per
molti che sognavano anche la conquista di un
posto in una delle migliori squadre
professionali Usa. Come funghi dopo la pioggia,
le varie città americane presentavano squadre
dai nomi più in voga come “Bronx
Italia”, "Palermo", "Pozzallo", "Mola" che il
dinamico Giorgio Piscopo, presidente
della “Italo American Soccer League” diresse
insieme al giornalista Cav. Antonio
Piraino, tutt’ora direttore del “Giornale
italianoamericano della Florida”.
Da
sin. Giorgio Piscopo, Lino Manocchia e Antonio
Piraino
Fu l’dea del
“romanaccio” Giorgio Chinaglia, giunto in
America via matrimonio, a scuotere le membra e
le idee di molti. Il suo ingresso nel
“mondiale” Cosmos fu la scintilla dell’ardore
invogliante che diede il via a formazioni come
il “Centro Italiani Uniti”, il “Broklyyn Italian”,
il “Bronx Italia”, il “Pompano Beach” (Florida).
Ben presto il
contagio calcistico si propagò dalla Florida
alla California, per interesse vivo di persone
appassionate di calcio e per l’autorevole
intervento di Chinaglia, che sognava egli stesso
di allestire una squadra che potesse
rappresentare degnamente gli italiani nel
campionato nazionale.
I campionati
settimanali vedevano le tribunette stipate, col
tricolore issato sulla vetta, dove il cronista
era presente per inviare resoconti delle partite
ai quotidiani sportivi “Stadio” e “Corriere
dello sport”.
Come un sogno di
mezza estate, il cronista sognò uno strano
personaggio di nome Otto Bruneschi,
persona mai vista o conosciuta, che, secondo il
sogno, avrebbe preso le redini di
un’associazione calcistica, formando un
campionato italiano in Usa.
Ma
ahimè, il labile sogno lasciò sempre aperta
quella speranzuola che un giorno il vero
Bruneschi sarebbe apparso facendo scattare
undici giovani “tricolori”, rendendo reale
l’aspirazione ed il pensiero di Chinaglia
(nella foto con
Manocchia)
animato da grandi iniziative, che normalmente
conduceva egregiamente a termine .
Al collega
Piraino ho rivelato il mio strano sogno che egli
ha accolto con un filo di sarcasmo: «In
America abbiamo tanta gioventù paesana, mercè la
quale potremmo sfornare squadre degne di
diploma, ma avete mai pensato a cosa andrebbe
incontro il calcio nostrano in questo ciclopico
Paese che mensilmente scoperchia palestre,
piscine e campi da gioco? Certo che -
prosegue Piraino - Chinaglia aveva in mente
la creazione di una forte squadra capace di
tener testa alle squadre messicane (che
spesso hanno dato filo da torcere agli Usa nelle
qualifiche mondiali; n.d.r), ed entrare nel
mondo calcistico, quello vero».
E sì che
Chinaglia aveva pronta una squadra di ricchi
sportivi decisi a sovvenzionare il ventilato
“miracolo”.
Con l’ex
capitano della Lazio, dopo gli allenamenti del
Cosmos, il cronista ebbe varie conversazioni,
soppesando calcoli e considerazioni che
trovavano quasi sempre la negatività degli
americani impegnati con la multinazionalità che
in fatto di sport non subiva soste. Per non
portare a galla la presenza della RaiTV
Corporation, in tutt’altre faccende
affaccendata, tanto da ignorare completamente
l’esistenza di squadre - certo apporto a favore
della Patria - poichè i suoi tre corrispondenti
politici non concedevano spazio allo sport
numero uno. Conferma di quanto asserito è la
presenza odierna dell‘amico romano Bruno Stizza,
capo del reparto montaggio servizi RAI, oggi
pensionato, il quale col cronista effettuò
dozzine di servizi sportivi, ovviamente privi
del pallone.
Una foto
all’inverso invece offre le varie squadre
calcistiche femminili che, specie oggi, danno
molto spesso scacco matto alle quotate
avversarie.
Nel circolo
degli italiani, emigrati in America, si parla
tutt’ora delle gloriose squadre confermandosi
grandi cultori di questo magnifico sport.
«In questa
vita nulla si crea, ma tutto si trasforma -
sentenzia un anziano monsignore che da giovane
picchiò sodo la palla -. Il calcio non è
differente dalle altre attività. La Provvidenza
certamente tornerà a premiare i volenterosi
atleti dal piede d’oro. Basta pregare».
Mi chiedo:
Chissà cosa ne pensa il “Chinaglione”? Chissà?! |