Giulianova,
8.3.2012 -
Il sindaco Francesco Mastromauro ha
inviato una sua nota ufficiale al ministro
dell'Interno Anna Maria Cancellieri, al
Prefetto e al Questore di Teramo nonché al
presidente della Lega Calcio di Seconda
Divisione relativamente alla vicenda dello
stadio “Rubens Fadini” e all'obbligo di
disputare le partite a “porte chiuse”.
Qui di seguito il testo integrale della nota del
sindaco.
Preme rappresentare, quale Sindaco di questa
città, e strenuo sostenitore dei suoi colori a
Codeste Autorità, la considerazione, attenta e
zelante, che l’ossequio alla norma ha
recentemente imposto relativamente alla gestione
dell’impiantistica sportiva, con ineffabili
strali che hanno, in particolare, colpito lo
stadio di calcio “Rubens Fadini”.
La vicenda, ben conosciuta dagli attori
istituzionali locali, sembra meritare un risalto
ed attenzione maggiormente ampi.
Da qualche settimana, infatti, in quello stadio,
la nostra squadra, che milita nel campionato
nazionale di seconda divisione, disputa i propri
incontri “a porte chiuse”: la sanzione è imposta
non per ragioni disciplinari, ma per alcune
carenze documentali.
Si consideri che lo stadio è stato oggetto, nel
tempo, di plurimi interventi di adeguamento ed,
in tale solco di operazioni, è stato anche
approvato, in fase preliminare, un progetto
generale che ha incontrato il previo parere
favorevole della Commissione Comunale di
Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo.
Se, da un lato, non si disconoscono i vincoli, i
rigidi vincoli di una legislazione in tema di
pubblici spettacoli, tra i più pregnanti anche a
livello extraterritoriale, del pari e
dall’altro, è dovere di “rappresentatività”
quello di dare conto della enorme difficoltà che
la situazione di “raminghi” verso campi
alternativi ed introvabili comporta alla squadra, destinata verso ingloriose
sconfitte “a tavolino” dal quarto incontro in
poi a porte chiuse, in ossequio alle cc.dd.
“carte federali”, ben conosciute da alcuni
illustri destinatari.
Una società calcistica, gloriosa soprattutto a
livello giovanile, non merita l’oblio verso il
quale, il perdurare di queste circostanze,
inevitabilmente la sprofonderebbe.
Tale situazione, tuttavia, è ben più generale
atteso l’enorme numero di stadi e campi sportivi
“non a norma” (sovente per ragioni formali)
anche e soprattutto oltre i confini di
Giulianova e, le domenicali ordinanze di sindaci
“tifosi” ed affezionati al proprio territorio, a
questo punto (se non altro per rispetto del
principio di par condicio) non potranno più
“preservare” dalle “porte chiuse”.
Ne discenderà la fine del calcio che opera al di
sotto dei riflettori con ogni negativo, facile
carico di conseguenze anche a livello sociale ed
economico locale.
A questo punto, una considerazione ed una
domanda si impongono e non possono non
legittimare un riscontro a chiare lettere per
non essere considerati quali unici artefici di
un “gramo” destino: vi sono (se vi sono), nel
resto d’Italia, campi di calcio meritevoli di
trattamenti a “porte chiuse” ma nei quali si
gioca ancora “a porte aperte”?
Si confida nella sensibilità dei destinatari e
si porgono vivi sensi di stima e cordialità.
Il Sindaco Francesco Mastromauro
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