GIULIANOVA, 21.11.2012 -
A
novembre, all'incirca a sei mesi dalla nascita, il
Città di Giulianova 1924 è giunto a un bivio. Lo ha ammesso
esplicitamente, nella conferenza stampa tenuta nel tardo
pomeriggio odierno, Berardo D'Antonio, uno dei promotori
della nascita della nuova società, iscritta al campionato
di Eccellenza sulle macerie del Giulianova Calcio di Dario
D’Agostino scomparso dal panorama della Lega Pro. Tremano
ancora i buoni propositi e le ambizioni di risalita del
calcio giallorosso al cospetto delle cifre impietose: ad
oggi, le entrare sono di 37.736,00 euro, di cui 18.012,00
dalla (deludente) campagna abbonamenti, 13.512,00 dagli
incassi al botteghino, 1.700,00 dai 5 soci sostenitori
(definiti “5 eroi”), 5.361,00 dagli striscioni pubblicitari,
il dato più amaro se rapportato ad altre realtà del
campionato non certo della storia e della tradizione del
Giulianova. Sta di fatto, che, di questo passo, è
impensabile che, a fine stagione, venga raggiunta la quota
di 300 mila euro di introiti previsti sulla base di
“promesse non mantenute” da parte di importanti
imprenditori.
D'Antonio, affiancato da Alfredo Gerardini, nelle
vesti di vice del presidente Vincenzo De Adducis, malato, e
da Ferdinando Perletta, presidente del Cologna Paese, club
dal quale è stato acquisito il titolo sportivo che ha
consentito la partecipazione al campionato di Eccellenza
anziché di Promozione, ha indicato le due direzioni
alternative verso le quali la società dovrà indirizzarsi:
“O continuare sull’attuale livello di competitività nella
lotta al vertice con lo straordinario Sulmona del momento o
ringiovanire la squadra ma senza smantellarla. Il primo
obiettivo sarà possibile perseguirlo se ci sarà un
sostanzioso coinvolgimento dell’imprenditoria e della città
per reperire sul mercato giocatori importanti con ulteriori
esborsi, altrimenti dovremo modellare l’organico facendo
attenzione ai costi di gestione. Di questo abbiamo parlato
con Grillo, d’accordo con noi che la rosa del Giulianova,
per puntare alla promozione, vada migliorata
riequilibrandola nei reparti”.
Fatta la premessa, D’Antonio ha posto (e si è posto) gli
interrogativi nodali che attendono una risposta plausibile
su certi paradossi tipici di una Giulianova in costante
contraddizione con se stessa: "E’ davvero strano,
inspiegabile, che al Fadini siano tornati 800 tifosi, davvero tanti per la categoria, e al campo abbiamo
solo 5 striscioni. A Miglianico, tanto per fare un esempio,
sono esposti 40 striscioni pubblicitari e sugli spalti si
contano poche decine di spettatori! Perchè la città non
risponde? Cos’è che non le va giù, forse questa società? Noi
siamo aperti alla partecipazione, il Giulianova è di tutti".
Il dirigente giuliese si appella all'unità di intenti
attorno al progetto Città di Giulianova lanciando un invito
clamoroso anche al Colleranesco, che milita in Prima
Categoria, per una fusione: “A questo punto, dovremmo
unire gli sforzi, non ha senso avere due società
dilettantistiche a Giulianova".
Gerardini ha espresso una malcelata
nostalgia per imprenditori del calibro dell’ex presidente
Sandro Quartiglia ed ha aggiunto: "Se nel giro di una
quindicina di giorni la situazione non muterà, non potremo
chiudere le trattative già avviate per alcuni giocatori con
i quali potenziare la squadra e punteremo sui giovani per
non indebitarci, anche pensando alla continuità futura del calcio
giallorosso. Noi ci ridimensioniamo ma non abbandoniamo la
società, anche per dare possibilità al nostro settore
giovanile di partecipare almeno ai campionati regionali".
Perletta è intervenuto per rafforzare il messaggio
lanciato dagli altri due dirigenti all’intera città,
istituzioni comprese: "Possiamo comprendere la crisi
economica del momento e anche la cocente delusione per la
retrocessione nei dilettanti, ma non riusciamo a spiegarci
come mai, in una piazza così legata al calcio da sempre, il
Giulianova è l'unica squadra dell'Eccellenza a non avere uno
sponsor, nemmeno nel settore giovanile”.
Un bel dilemma. |