Giulianova,
14.10.2012
- Più che
arrabbiato Angelo
Pagliaccetti
sembra
amareggiato
nell'intervista
che ci ha
rilasciato dopo
il suo esonero
dalla panchina
del Città di
Giulianova 1924
(leggi anche
Il Centro di
oggi).
Te lo aspettavi?
«Non me lo
aspettavo
giovedì. Sarebbe
stato più
comprensibile
domenica sera,
dopo il pareggio
con il Vasto
Marina. In quel
frangente io
stesso, parlando
con i dirigenti,
prospettai due
soluzioni:
esonerarmi o
stemperare il
clima attorno
alla squadra. Fu
scelta la
seconda strada,
quella di
prendere tempo perchè in fondo
il Giulianova
era lì, in alta
classifica, e
non si poteva
pretendere che
si vincesse il
campionato alla
settima
giornata! Le
cose sono andate
diversamente,
come sapete».
-
Già, la squadra,
tramite il
capitano
Testoni,
dapprima
ti ha espresso
fiducia
pubblicamente,
poi ha fatto
marcia indietro
in un colloquio
con la
società...
«Purtroppo, i
giocatori, o
meglio
una parte
di loro,
hanno dimostrato mancanza di
carattere anche
fuori e non solo
in campo.
Intanto
meraviglia che
affari di
spogliatoio
vengano messe in
piazza... Io ho
sempre detto
ai ragazzi che la
maglia
giallorossa è
come una
corazza: è pesante
da portare
addosso ma
protegge da ogni
assalto. A
posteriori, devo
ammettere di
avere sbagliato
a non
seguire i
consigli di chi,
esperto di cose
di calcio,
compreso
Giorgini, mi
aveva avvertito
di non
caricarmi sulle
spalle anche le
responsabilità
della squadra.
Se l'ho fatto, è
stato solo per
proteggerla, non
ci sono riuscito
o non sono stato
compreso in
questo intento.
E mi dispiace
anche non essere riuscito a
trasmettere il
mio carattere
alla squadra.
Nelle mie
esperienze
passate, ho
sempre lavorato
sulla forza
dello
spogliatoio e
sulla coesione
del gruppo, in
questa occasione
evidentemente
non è stato
possibile»
Forse hai
adottato metodi
professionisti
non adatti?
«Hanno
tirato in ballo
anche la storia
degli allenamenti
troppo duri,
tante altre
cose. Se ne
poteva parlare
per trovare una
soluzione, e
magari mettermi
in discussione
come allenatore,
ci sta. Non
tirino in ballo
storie che non
esistono, però».
Pensi al gruppo
già allenato da
Grillo a Cologna
Paese e Mosciano?
«Non è questo il
punto nè Gennaro
c'entra qualcosa
in questa
vicenda. Tra
l'altro ci
conosciamo da
tempo, è stato
mio compagno di
squadra e di
difesa nella
Casertana, in C1
(stagione
1988/89,
allenatore
Montefusco;
ndr). Anzi, da
giuliese
mi
auguro
sinceramente che
il Giulianova
con lui vinca il
campionato»
Pentito di avere
sposato il
progetto "giuliesità"
del Città di
Giulianova 1924?
«Io non
rinnego di avere
intrapreso
questa
avventura, bella
e che sapevo
anche rischiosa.
Mi sono tuffato
con entusiasmo e
buona fede
nell’operazione promossa dalla
nuova società,
senza farne
nemmeno una
questione di
soldi. Ho allenato per
un mese e mezzo
senza contratto.
Lasciami
ringraziare,
piuttosto,
l'intero staff, da
Giorgini, a Tortorici, da
Tuccella agli
altri con i
quali ho avuto
il piacere di
ritrovarmi sul
campo dopo tanti
anni» |