GIULIANOVA,
16.3.2016 -
Ormai il caos regna
sovrano nel Giulianova e
lo spettro di un secondo
fallimento a distanza di
3 anni e mezzo dal
precedente si avvicina
sempre di più. Di pari
passo con le vicende di
campionato, che vedono
la squadra in coda alla
classifica. Il sequestro
dei conti correnti della
società da parte di
Equitalia, le incombenti
scadenze delle vertenze
a fine marzo e a fine
aprile, la difficoltà
della dirigenza di
presentare i bilanci del
2014 e 2015 richiesti
dal titolare delle quote
sociali Franco Feliziani,
il profilarsi di altri
problemi amministrativi,
il disimpegno degli
imprenditori (compreso
Peppe De Cecco, oltre
che del gruppo di
imprenditori di cui si è
fatto portavoce Ernesto
Ciafardoni) spaventati
dal debito di centinaia
di migliaia di euro e
dalla sua complessa
paternità, hanno indotto
anche Vincenzo
Serraiocco ad annunciare
l’abbandono della
navicella, pochi giorni
dopo avere ribadito
pubblicamente la sua
permanenza a capo del
Giulianova anche in caso
di retrocessione in
Eccellenza. Vale la
pena, però, ricordare
che Serraiocco non è il
presidente del Città di
Giulianova bensì del
Football Club
Giulianova, il
cosiddetto “ramo
d’azienda” mai nato di
cui il 70% di quote
sarebbe detenuto dal
commercialista pescarese
e il 30% dal vice
presidente Berardo
D’Antonio. Solo che il
FC Giulianova è,
tuttora, una entità
virtuale proprio perchè
il famoso passaggio di
quote da Feliziani a
Serraiocco non è mai
avvenuto, al pari del
chiarimento tra i due.
D'Antonio, ieri, ha
informato Michele Gelsi
del precipitare della
situazione e
dell'impossibilità a
questo punto, di
garantire il pagamento
degli stipendi alla
squadra. In questo
quadro desolante, resta
da capire se il
Giulianova potrà
scendere in campo già
nel derby di Avezzano,
in programma Mercoledì
30 marzo prossimo.
Insomma, è cominciato il
fuggi fuggi generale. E
tutti, adesso, si
rendono conto che sono
arrivati al pettine i
nodi della scelta
infelice del luglio
2012, quando, sulle
ceneri del fallimento
del Giulianova Calcio,
la neo costituita asd
Città di Giulianova,
probabilmente ispirata
da qualcuno anche per
fini politici anche
nella difficoltà
economica di adeguare il
Fadini alle norme della
Lega Pro, acquisì il
titolo sportivo – e con
esso i debiti per circa
250 mila euro – del
Cologna di Ferdinando
Perletta, il quale,
problema nel problema
dal punto di vista
giuridico, è ancora
l'amministratore unico.
Per l'artefice (o gli
artefici) di quella
iniziativa, sembrava un
colpo di genio, al solo
scopo di guadagnare una
categoria ripartendo
dall’Eccellenza. La
storia di questi anni ha
insegnato che, senza una
forza imprenditoriale
capace di rendere solida
la società, sarebbe
stato più
realistico e
lungimirante, come
sostenevamo noi stessi, ripartire
dalla Promozione con una
squadra di giovani
locali cresciuti nel
vivaio del vecchio
Giulianova e accasati
nelle varie squadre
dilettantistiche. In
questo modo, sarebbero
stati abbattuti i costi
di gestione, si sarebbe
ricreato il clima del Fadini dei giuliesi e lo
spirito di appartenenza
perchè ciascun giocatore
avrebbe riportato allo
stadio parenti e amici,
e si sarebbero
ricostruite, nel
frattempo, le fondamenta
per il futuro,
riseminando il settore
giovanile nel medio
termine. Chi si è
alternato al timone del
Giulianova è andato nel
senso inverso, pensando
al ripescaggio e
alla partecipazione al
campionato di Serie D
senza alcuna base, fino
alle gestioni di Antonio
Esposito e di Vincenzo Serraiocco. Ora che la
situazione economica e
l’immagine del
Giulianova sono a pezzi,
rimane difficile
intravvedere un pertugio
d’uscita dal tunnel al
buio. |