GIULIANOVA,
28.4.2016 -
Il Presidente del San
Nicolò, Salvatore Di
Giovanni, ha rotto il
silenzio
sull'ipotesi
di
fusione con il Giulianova
rilasciando una
lunga intervista al
collega Jacopo Forcella
pubblicata oggi dal
quotidiano "La Città"
di Teramo. Di Giovanni,
confessando di essere
stato ferito soprattutto
da alcuni attacchi di
carattere personale e
professionale dalla
tifoseria teramana dopo
l'uscita della notizia
del suo abboccamento con
il sindaco di Giulianova
Francesco Mastromauro
del 12 aprile scorso, ha
precisato che «tutto
quello che si è detto e
scritto è stata
solamente cronaca
giornalistica. Posso
affermare di avere avuto
un incontro con alcuni
amici di Giulianova. In
quella circostanza si è
parlato anche della
possibilità di
spostarsi. Ma è rimasta
un'ipotesi e nulla più.
Nulla è stato fatto e
credo nulla si farà».
Negli ambienti giuliesi
è quel «credo nulla
si farà» al posto di
un più perentorio e
definitivo "non se ne
farà nulla" che lascia
ancora socchiusa la
possibilità che
l'operazione si faccia,
ma, a parte che è nella
cultura e nella
mentalità relazionale di
Di Giovanni di non
chiudere a chiave alcuna
porta, questa è solo una
interpretazione che
troverà conferma o
smentita a stagione
finita. Al momento resta
quanto ha dichiarato
ufficialmente a "La
Città", vale a dire
che il discorso aperto
con il Giulianova è
stato solo un pour
parler, e nemmeno
inedito visto che «è
già successo anche nelle
stagioni precedenti
quando però gli incontri
c'erano stati ma in
periodi differenti, a
campionato concluso».
Il presidente, che ha
spiegato anche il "no"
all'ingresso nel Teramo
per diversità di vedute
e di modo di essere con
il suo collega Luciano
Campitelli ed ha ammesso
un rapporto di
collaborazione sempre
più forte con il suo
omologo del Pescara
Daniele Sebastiani
soprattutto a livello di
valorizzazione dei
giovani, ha ringraziato
in maniera particolare
«30-40 tifosi del San
Nicolò che in questi
anni ci sono sempre
stati vicini. In questi
giorni non hanno mai
alzato la voce nè detto
qualcosa di negativo su
uno scenario eventuale a
Giulianova. Loro che
avrebbero potuto essere
contrari e vedere
scomparire la squadra
della loro comunità. Le
critiche sono venute da
altre parti, invece».
Di Giovanni ha concluso
con una annotazione
ottimistica sul problema
più spinoso che lo ha
indotto a pensare a un
trasferimento nel più
appassionato e vibrante
"Rubens Fadini": i costi
troppo elevati (si parla
di 120 euro l'anno; ndr)
di affitto richiesti dal
gestore Cantagalli per
l'utilizzo dello stadio
"Bonolis" di Piano d'Accio.
Il numero uno del San
Nicolò ha affermato in
proposito: «Ho
davanti tre soluzioni:
cercare un accordo con
il gestore dell'impianto
anche attraverso la
mediazione del Comune di
Teramo, vendere il
titolo o cercare un
altro impianto. Anche se
quest'ultima è una
possibilità a cui
preferisco non pensare e
che non metto tra gli
orizzonti possibili. Ho
avuto un incontro con
Cantagalli venerdì
scorso e mi ha dato la
piena disponibilità a
trovare un punto
d'incontro. Per me è già
un gran bel segnale di
apertura. Per questo
posso essere ottimista
rispetto a qualche
giorno fa».
In attesa che tutto si
chiarisca
definitivamente a fine
stagione, le parole di
Di Giovanni sembrano
voler lasciare il
Giulianova al suo
destino che potrebbe
essere, a meno di una
svolta clamorosa, un
nuovo fallimento
dell'attuale soggetto
societario, l'asd Città
di Giulianova 1924, a
distanza di 4 anni dal
precedente del
Giulianova Calcio
storico e la conseguente
possibilità di non
potersi iscrivere al
prossimo campionato di
Eccellenza nel quale è
appena retrocesso
matematicamente. A
Colleranesco, il
quartiere giuliese che
esprime l'asd Calcio
Giulianova che milita in
Promozione - anche in
questo caso tra non
poche difficoltà -,
circolano voci
dell'ambizione della
società del
presidente Claudio
D'Archivio e del suo
entourage di diventare
il riferimento più
importante del calcio giuliese, auspice anche
il sindaco Francesco
Mastromauro. Tutto da
vedere e da dimostrare. |