GIULIANOVA,
29.7.2015
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Intervento ufficiale della
Dirigente Scolastica del 1° Istituto Comprensivo
di Giulianova
Carmen Di Odoardo,
sul sito della scuola in merito alla "Settimana
corta" che ha sollevato un dibattito molto
acceso tra le diverse componenti scolastiche e
non:
La
scuola, ad oggi, non è ancora intervenuta nel
flusso di informazioni che, quasi
quotidianamente, ha riempito gli spazi dei
giornali locali. In questo mio intervento vorrei
distinguere due diversi momenti di riflessione:
quello personale e quello teorico. La
distinzione si rende necessaria anche alla luce
delle voci che si rincorrono, degli articoli di
giornale che continuano a pressare l’opinione
pubblica. Credo fermamente che la scuola abbia
bisogno di rispetto, sempre, proprio per il suo
essere termostato della società più ampia. Essa
non ha bisogno di battaglie e contrapposizioni
tra i suoi utenti diretti e i suoi
stakeholder. Tutti noi abbiamo bisogno,
invece, di restituire al nostro istituto la
giusta e dovuta serenità, nel rispetto dei ruoli
di ognuno e delle priorità che, forse, in questa
bagarre, sono state incautamente dimenticate. Ho
scelto, in piena coscienza, di non partecipare
alla Babele di articoli, che in questo mese di
luglio hanno riempito i quotidiani locali e
affido, quindi, queste mie riflessioni al sito
della scuola, letteralmente saccheggiato alla
ricerca di verità immaginate come nascoste e
criticato nella sua organizzazione. In queste
ultime settimane sono venuti a scuola molti
genitori a chiedere, bulimicamente, documenti da
utilizzare per poter colpire la scuola nei suoi
presunti errori e nella sua supposta incapacità
di tener presenti le esigenze degli alunni che
la frequentano. Non a caso, i giornali riportano
notizia del ricorso o dei ricorsi al TAR,
rispetto alla scelta organizzativa della
settimana corta. Altri genitori hanno scritto
mail, divenute spunto mediatico per amplificare
mille pettegolezzi cittadini. Tra le tante,
alcune di esse sono state inviate all’U.S.R.
dell’Aquila o all’A.P.T. di Teramo,
trasformandosi di fatto in denunce contro
l’Istituto. Non ho volutamente risposto a
nessuna di esse proprio per non alimentare
ulteriori polemiche. Altri ancora hanno aperto
pagine facebook o creato gruppi whatsapp
dedicati, cercando di sminuire l’immagine della
scuola e di chi ci lavora, credendo in quel che
fa senza cercare applausi illusori. Inoltre,
sono arrivati a scuola degli esposti senza
mittente, condizione che rende molto difficile
poter rispondere in maniera adeguata. Uno di
questi esposti contiene le famose 722 firme ma,
in calce allo stesso, manca qualsiasi
riferimento più preciso per poter circostanziare
il documento e fornire risposta. Dette firme in
realtà non appartengono, tutte, ai soli genitori
ma raccolgono consensi tra persone non
direttamente interessate all’argomento. Sui
sedicenti genitori si dovrà far chiarezza
tramite opportuni riscontri da parte degli
organi deputati. Il diritto scolastico è molto
complesso ed è intriso soprattutto di combinati
disposti e di norme secondarie, che affinano i
significati e richiedono esperienza giuridica e
professionalità. Riflettendo, quindi, sul tema
in oggetto non posso dimenticare l’incontro
teramano del 21 luglio presso l’ex
Provveditorato. Certamente il dott. Nardocci ha
sottolineato più volte l’importanza di superare
gli schieramenti ma la tavola rotonda, svoltasi
in quel contesto, ha avuto il sapore amaro di
una delegittimazione del mio ruolo e, fors’anche,
di un attacco alla mia stessa persona da parte
dei contrari alla settimana corta. Ci sono poi
delle semplici riflessioni teoriche da portare
avanti senza alcuna intenzione dottrinale, ma
solo per un breve chiarimento collegato sia alla
realtà del nostro istituto e sia al fatto che in
queste settimane si è abusato nell’uso di alcuni
termini come:
> AUTONOMIA
Con
l’art.21 della L.59/97, la scuola italiana ha
ottenuto quell’autonomia tanto a lungo cercata
nel corso degli anni novanta. Con il Regolamento
per l’attuazione dell’autonomia, D.P.R. 275/99,
si è andati ancora oltre, chiarendo gli snodi
fondamentali della nuova scuola. Autonomia
organizzativa, didattica, di ricerca -
sperimentazione e sviluppo. Un’autonomia per
altro non ancora pienamente applicata ma che,
con la modifica del Titolo V della nostra
Costituzione, ha avuto un riconoscimento prima
impensabile: è stata incardinata all’interno
dell’amministrazione statale tra le autonomie
funzionali. Ciò nonostante, nel nostro piccolo
istituto l’autonomia didattica e organizzativa
sono state messe fortemente in discussione.
> PIANO
DELL’OFFERTA FORMATIVA
Molto si è
disquisito, in questi giorni, del Piano
dell’Offerta Formativa (P.O.F.), art.3 del
D.P.R.275/99. Alcuni genitori hanno chiesto più
volte il P.O.F. dell’a.s. 2015/2016, ma esso non
c’è ancora. Per prassi scolastica consolidata,
la composizione di esso avviene all’inizio, di
solito nel primo trimestre, del nuovo anno
scolastico a partire dal primo P.O.F. dell’a.s.
2000/2001, redatto necessariamente nel primo
periodo di quell’anno. Inoltre, i contenuti del
POF non sono mai stati chiariti e/o prescritti,
la scelta di essi attiene alla singola
istituzione, su indicazione del consiglio di
istituto al collegio dei docenti. Nessuno può
pretendere che in esso ci sia questo o quello,
come nessuno può pretendere che le decisioni, le
innovazioni, o quant’altro siano relegate
all’atto dell’iscrizione. La scuola non
esaurisce la sua attività in un breve periodo
dell’anno scolastico. Ogni giorno porta le sue
riflessioni, i suoi bisogni, le sue soluzioni.
La scuola è un corpo vivo e lo stesso P.O.F.,
seppur elaborato e adottato nelle sedi
competenti, subisce in corso d’anno delle
modifiche proprio nel rispetto degli alunni
tutti.
> CONSIGLIO
DI ISTITUTO
Con le
polemiche di questi giorni, si è cercato di
gettare alle spine l’autorevolezza del massimo
organo della scuola, il Consiglio di Istituto,
che ha la funzione primaria di guida politica
della scuola: si è, infatti, dimenticato il
principio democratico della rappresentanza,
sulla quale esso si regge. Ricordo che il nostro
consiglio è formato da 18 componenti, di cui 8
docenti, 8 genitori, 1 ATA e il dirigente
scolastico. Tra essi, la figura istituzionale
del Presidente, eletto tra gli 8 genitori,
diventa il fulcro attorno al quale ruotano le
scelte e le decisioni in merito alla vision e
alla mission dell’istituzione scolastica. E il
Presidente - non lo dimentichiamo - deve essere
super partes. In merito alla delibera n.69 del
consiglio del 1° luglio 2015, con la quale si
votava l’adozione o meno della settimana corta,
tengo a sottolineare che essa è stata adottata
in maniera assolutamente legittima e
conformemente all’art. 10 T.U. 297/1994 e
successive integrazioni. In tale occasione il
consiglio ha operato in piena coscienza ed
autonomia e senza condizionamento alcuno,
nonostante la delibera sia stata acquisita in un
momento teso e infuocato, sotto i riflettori di
un gruppo di genitori contestatari. E’ bene
ricordare che, il Consiglio di Istituto,
attraverso le sue deliberazioni, rende possibile
una migliore organizzazione della vita
scolastica. Tali deliberazioni vengono assunte
dai consiglieri con coscienza e serietà,
ponendosi molti interrogativi e cercando di fare
la scelta migliore per il bene di una scuola in
costante evoluzione. Delegittimare una delibera
significa, implicitamente, mettere in
discussione le scelte di un organo scolastico
prioritario e liberamente eletto. A prescindere
da disquisizioni dialettiche e normative, è mia
cura precisare che in occasione della
deliberazione del 1° luglio 2015, il consiglio
ha votato l’adozione della settimana corta. Le
proposte orarie votate, come già riportato
nell’incontro del 21 luglio con il Dott.
Nardocci, il Signor Sindaco e le varie
rappresentanze, non sono definitive in quanto le
modalità di organizzazione oraria saranno
competenza del Collegio docenti del mese di
settembre. Il Collegio docenti, in tale
occasione e come ha sempre fatto, cercherà di
contemperare le esigenze della Scuola con quelle
delle parti sociali coinvolte. Successivamente
il Comune si attiverà, come ha sempre fatto, per
garantire il trasporto e se necessario il
servizio mensa scolastica. Spero che nei giorni
a seguire si possano ricreare le condizioni per
un clima più sereno che consenta, nel rispetto
delle idee di tutti, un confronto ed una
disquisizione civile sulla tematica.
La Dirigente Scolastica
F.to Dott.ssa Carmen Di
Odoardo |