GIULIANOVA,
4.2.2017 -
Premesso che l’Italia è di per sé
un paese che ancora oggi accusa un ritardo, in
gran parte delle proprie regioni tra cui
l’Abruzzo, in materia di adeguamento sismico
degli edifici pubblici. Infatti poco o nulla è
stato fatto, sebbene le prime normative
risalissero al 2003, e nonostante fosse il 2013
il termine ultimo che chiamava ciascun Comune a
far eseguire studi sulla vulnerabilità sismica,
a renderli noti e trovando soluzioni adeguate
qualora i criteri di sicurezza non fossero stati
rispettati. La giustificazione addotta per la
maggiore riguarda i costi di tali certificazioni
che sono dell’ordine dei 3 euro al metro cubo,
per cui si tratta di decine di migliaia di euro
per ogni struttura. Il dato ad oggi conosciuto è
che su 1.300 scuole esistenti sul territorio
abruzzese, sono appena 280 quelle delle quali
sono state eseguite le verifiche sulla
vulnerabilità sismica. Ad esempio per quanto
concerne le scuole superiori di Teramo, soltanto
il Liceo Scientifico “Einstein” possiede tale
studio dal 2013 perché interessato da un
progetto pilota, mentre nel mese in corso
(febbraio 2017) saranno avviati i controlli ed i
relativi studi per le altre scuole superiori
dell’intera provincia.
Occorre anzitutto distinguere e
separare il significato di agibilità da quello
di vulnerabilità sismica: la prima è la verifica
dei danni dopo una scossa di terremoto per
stabilire se sia stato pregiudicato o meno il
grado di sicurezza sismica (in genere si
adottano le schede Aedes) e può essere compiuta
dalla protezione civile o dai tecnici comunali;
mentre lo studio di vulnerabilità sismica è un
documento scientifico complesso che richiede
l’intervento di più figure competenti e concerne
il modo in cui un edificio si comporta in caso
di terremoto (viene espresso un indice di
vulnerabilità cha va da 0 a 1: se è 0 la
vulnerabilità, cioè il rischio, è massima; se è
1 invece è minima).
Focalizzando ora l’attenzione su
quanto accaduto negli ultimi giorni a Giulianova
(ricordiamo che lo scorso 11 novembre il
Cittadino Governante aveva prodotto un
comunicato stampa in cui
si
richiedeva all’Amministrazione comunale una
Anagrafe della edilizia scolastica, e a cui
aveva fatto seguire, il 18 novembre, la
richiesta di accesso ai documenti amministrativi
mai prodotti dal Comune) a proposito delle due
scuole chiuse, quella di Colleranesco e la
Pagliaccetti
(nella foto),
registriamo
l’ordinanza firmata l’1 febbraio dal sindaco
Mastromauro sulla scorta della relazione
redatta il 31 gennaio dall’Ufficio Tecnico
comunale che suggerisce un “immediato intervento
finalizzato al miglioramento e/o adeguamento
sismico dei due edifici in assenza del quale si
ritiene non consigliabile la prosecuzione
dell’attività scolastica”.
La prima e più evidente anomalia
dell’ordinanza, di cui chiediamo spiegazione al
sindaco, riguarda l’inspiegabile riapertura dei
due plessi nei giorni di lunedì 30 e martedì 31
e solo successivamente ad un improvviso
“approfondimento delle analisi di vulnerabilità
sismica” se ne decreta la chiusura. Si è
trattato di una riapertura avventata o nuovi
dati si sono resi disponibili solo il 31
gennaio? Tali scuole risultano regolarmente
agibili sin dall’inizio dell’anno scolastico?
Inoltre nell’ordinanza si
riferisce che “gli indicatori di vulnerabilità
sismica certificati da tecnici incaricati sono
0,01 per la Pagliaccetti e 0,053 per la scuola
di Colleranesco”; noi chiediamo se tali indici
siano il frutto di uno studio già preesistente o
se siano contenuti in un rapporto di recente
compilazione. Se la risposta è quest’ultima, ci
chiediamo come sia stato possibile effettuare
tale studio (addirittura in un giorno!) se per
redigerlo occorre una complessa procedura che
necessita di oltre un mese di lavori sul campo,
di elaborazioni grafiche, di relazioni, di studi
geomorfologici con carotaggi, perforazioni di
murature portanti e tanto altro ancora fino a
stilare un corposo volume di migliaia di pagine?
E ancora chiediamo se esistano
gli stessi studi anche per le altre scuole
comunali e in tal caso, quali siano gli indici
di vulnerabilità per ciascuna di esse? Una
scuola del primo novecento con diffuse criticità
come la “De Amicis” è più sicura delle due
chiuse? Tra le soluzioni si prospetta un
trasferimento nelle aule dell’Ipias che è un
edificio addirittura collegato strutturalmente
alla scuola media “Pagliaccetti”: ma
l’appartenenza di un edificio al Comune o alla
Provincia rende più o meno sicura una scuola?
Infine, se il documento sulla
vulnerabilità già in precedenza stilato, ed era
quindi disponibile, come mai non è stato reso
noto prima, cioè sin dai primi eventi sismici di
agosto e poi di novembre? Oppure il sindaco non
ne era a conoscenza?
Nelle foto allegate è possibile
notare i particolari di alcuni carotaggi
effettuati nelle murature portanti interne ed
esterne di un Istituto in cui è stato redatto lo
studio di vulnerabilità sismica. Sono visibili
tali particolari in entrambe le scuole chiuse?)
Tutti in città, specie gli
alunni, i genitori, le maestre ed il personale
ausiliario di ben 25 classi, aspettano maggior
trasparenza e maggior chiarezza su una questione
così delicata e sentita, gradirebbero visionare
e leggere documenti e relazioni ufficiali. Per
dirla con Orwell: “Nel tempo dell'inganno universale
dire la verità è
un atto rivoluzionario”.
Accanto alla componente razionale
che esige sicurezza, va considerata anche la
componente emotiva che sente, soprattutto nei
giovani alunni, lo strappo degli affetti, che
avverte il distacco da un luogo carico di
familiarità e di sentimenti. Ogni scuola è un
baluardo di diritti e di affetti, di amicizie e
di cultura, uno scrigno che cresce i fiori più
preziosi di una comunità per cui ogni leggerezza
assume un peso ingiustificabile. Il Cittadino
Governante aveva inserito nel proprio programma
elettorale del 2014 la proposta di utilizzare i
locali dell’ex tribunale, più sicuri e
circondati dal verde, come sede per una scuola
comunale (pag. 17, punto 20); mentre nel
programma del 2009 il primo punto del capitolo
scuole recitava: Progetto “Scuole sicure, belle
e funzionali”, è necessario fare una
ricognizione generale sulle condizioni
strutturali […].
Oltre a ciò, per quanto riguarda
Colleranesco, ricordiamo che il PRG del 1994
aveva individuato una area nei terreni limitrofi
all’attuale scuola quale zona di espansione per
un nuovo complesso. Tale superficie fu
preservata grazie all’intervento del Cittadino
Governante nei consigli comunali sulle
Osservazioni alla Variante al PRG; su si essa,
se il Governo stanzia risorse, si potrebbe
progettare e realizzare nel verde la sede
alternativa all’attuale scuola.
Riteniamo che una Amministrazione lungimirante
che conosce le condizioni delle proprie
strutture pubbliche, specie le scuole, dopo i
segnali avuti con le scosse di agosto e di
ottobre, si sarebbe dovuta preoccupare di
elaborare un piano di emergenza in caso di
eventuali evacuazioni o inagibilità. Sentiamo
infine doveroso sollecitare il sindaco e
l’assessore Cameli a trovare una soluzione
feconda e fattibile nel più breve tempo
possibile visti i ritardi e le accumulate che
stanno, di fatto, ledendo il diritto
fondamentale all’istruzione sancito
dall’articolo 34 della nostra Costituzione. |