«Per una Giulianova
moderna e prospera sono decisivi gli spazi pubblici»
GIULIANOVA, 7.8.2020 -
I bravi amministratori, con una cultura politica
adeguata, sanno che parchi urbani, piazze, luoghi
panoramici, opere pubbliche strategiche per l’economia,
per la cultura e per il tempo libero migliorano una
città.
Giulianova nella città già costruita ha a disposizione
solo poche aree non edificate con potenzialità
strategiche che, se ben utilizzate, possono aumentare la
sua qualità ambientale, naturalistica, paesaggistica,
accrescere la sua attrattività, donare ai suoi abitanti
e ai turisti maggiore vivibilità, nonché indirizzarla
verso l’economia sostenibile, l’unica in grado di durare
nel tempo e di accrescere stabile occupazione.
In particolare: l’area di parco
Franchi e di parco Willermin, l’area
del Chico Mendes,
il cosiddetto “cannocchiale
verde” tra
lungomare Spalato e via Trieste, piazza
Dalla Chiesa e la collina del centro storico retrostante,
il lungomare
monumentale, l’area
panoramica alla
fine di viale dello Splendore, accanto al vecchio
ospedale.
Farà la differenza se sapremo salvaguardare e
valorizzare queste aree in maniera consona
assecondandone le vocazioni o se le comprometteremo
magari penalizzandole con ulteriore cemento, costruzioni
o opere pubbliche sbagliate. Si tratta di decidere se
vogliamo una città più bella e prospera o più brutta e
impoverita.
Una comunità lungimirante nel corso del tempo deve saper
individuare gli spazi pubblici che possono dare identità
e qualità urbana. I nostri avi ci hanno lasciato il
Centro Storico (con piazza Buozzi, corso Garibaldi ed il
sistema di piazze caratteristicamente inclinate), il
Belvedere, piazza della Libertà, viale dello Splendore,
il lungomare monumentale, viale Orsini, le pinete
davanti agli hotel. Noi contemporanei non dovremmo
sentire il bisogno di compiere scelte strutturali dello
stesso livello da aggiungere al patrimonio dei beni
pubblici?
Noi del Cittadino Governante ci battiamo da oltre 16
anni perché negli spazi pubblici sopra indicati,
preservati dal PRG, si facciano le scelte più adatte a
dotare la nostra bella città di beni comuni in grado di
farle compiere il salto di qualità che merita: piazze,
parchi, isole pedonali, punti panoramici, infrastrutture
per la mobilità sostenibile, spazi per la cultura ed il
tempo libero, mercato coperto per l’agricoltura a km
zero.
Soffermiamoci brevemente sui parchi. La crisi ecologica
e l’emergenza climatica assegnano al verde urbano ruoli
decisivi nel rendere più vivibili le città, tanto che si
parla ormai della necessità di impiantare boschi urbani.
Ci sembra logico e doveroso, quindi, almeno tutelare il
più possibile un parco urbano, come parco
Franchi costato
alla collettività ben 4 milioni di euro. Si tratta di
soli 8.000 mq che dovrebbero rappresentare il polmone
verde nella parte centrale del lungomare: per questo
pensiamo che avrebbe bisogno di essere arricchito di
alberi, prati, fiori, aiuole, arbusti, giochi per i
bambini e di essere liberamente fruibile piuttosto che
essere occupato da una costruzione edificata su una base
di cemento armato in prima fila, e nella parte meglio
esposta, dove prima c’erano prato e giochi (ricordiamo
che il piano chioschi ed il bando prevedevano la
collocazione in una zona più interna, meno impattante).
New York dal 1856 ha Central Park, un parco urbano di
3,4 kmq nella Manhattan dei grattacieli, e nessuno si
sogna di toccarlo; noi a Giulianova, invece di aumentare
il verde nei nostri piccoli e insufficienti parchi, li
cementifichiamo e li riempiamo di strutture improprie.
Così nel Chico
Mendes,
nel parco
Willermin (ormai
ridotto ad una landa desolata attorno ad un chiosco),
nei Giardini
Matteotti (dove
il chiosco che lo deturpa è spesso chiuso) ed ora anche
nel centralissimo parco
Franchi (già
contornato di bar e ristoranti esistenti) nonostante,
tra l’altro, il TAR - il Tribunale Amministrativo
Regionale, e non Il Cittadino Governante - nel 2017
abbia annullato il Permesso di costruire rilasciato.
Magari un ristorantino aveva un senso all’interno di un
parco 10 volte più grande di parco Franchi, quello
dell’Annunziata, ma lì è stato fatto abbattere!
Nell’area del “cannocchiale
verde” addirittura
con la variante urbanistica, fatta prima dalla Giunta
Cameli e poi confermata dalla Giunta Mastromauro, il
parco previsto nel precedente PRG è stato eliminato per
buona parte.
Ora in città viene ricordato incessantemente che chi è
stato eletto sindaco può fare ciò che gli pare. Chi
governa dovrebbe sapere che la democrazia non si
interrompe tra una elezione e l’altra. In democrazia: i
cittadini hanno il sacrosanto diritto-dovere di
partecipare alla vita pubblica e di dire la loro a
difesa dei beni comuni, degli interessi generali e delle
pari opportunità in tutti campi; il sindaco, se è
veramente democratico, dovrebbe tenere costantemente
vivo il dialogo con i cittadini e trarne spunti anche
per rivedere le proprie decisioni.
Pensiamo che tanti cittadini, esercitando la
partecipazione consapevole e ragionando dalla parte dei
beni comuni, potrebbero dire al sindaco che sarebbe
molto meglio per il futuro della città:
Se i parchi pubblici fossero veri parchi, con molto
verde e servizi igienici, non aree pubbliche
asservite alle attività commerciali.
Se accanto alla pineta del Chico Mendes si
realizzasse l’arena estiva per lo spettacolo dal
vivo, immersa nel verde. Una struttura che ha solo
Pescara col Teatro D’Annunzio.
Se si facesse un completo restyling del lungomare
monumentale eliminando il traffico nella carreggiata
est e ridefinendo tutta l’area da piazza Dalmazia al
Caprice con un progetto dall’alta valenza
botanico-paesaggistica a disposizione di pedoni e
ciclisti.
Se si realizzasse una vero Corso Nazario Sauro con
arredo urbano di qualità per poi pedonalizzarlo.
Se si riqualificassero e si valorizzassero piazza
Dalla Chiesa e i due percorsi collinari, Montegrappa
e delle Fontanelle, vera e propria area cerniera tra
Lido e Centro Storico che nessuna città del medio
Adriatico possiede.
Se si ristrutturasse il mercato coperto per ospitare
al piano terra il mercato agricolo del Km zero e ai
piani superiori la “Cittadella creativa” spazi e
servizi per attività culturali e del tempo libero
destinati ai giovani.
Se si modificasse il PRG per riottenere il parco
sull’area del “cannocchiale verde” tra lungomare
Spalato e via Trieste.
Se si realizzasse un altro belvedere alla fine di
viale dello Splendore, nell’area appena a sud est
del vecchio ospedale.
La città verrebbe migliorata di molto a favore degli
abitanti, dell’economia e del turismo e soprattutto
avrebbe nuovi peculiari beni comuni che le future
generazioni apprezzerebbero molto.
Ovviamente questa è solo una proposta che rivolgiamo ai
nostri concittadini come piattaforma di confronto, visto
che l’attuale classe dirigente è chiusa a qualsiasi
proposta costruttiva.
Ci farebbe però piacere se si riflettesse attentamente
intorno ai temi sopra elencati, liberi da pregiudizi,
magari avviando un dibattito in città sul futuro di
Giulianova a cui noi siamo disponibili a partecipar sin
d’ora.
Associazione Cultura
Politica
Il Cittadino Governante
Testata
giornalistica iscritta al n° 519 del 22/09/2004 del Registro della
Stampa del tribunale di Teramo