PESCARA, 27.12.2012
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Il WWF ritiene inaccettabile la decisione del
Commissario Goio di puntare al cosiddetto
“sarcofago” per intervenire sulla famigerata
discarica di rifiuti tossici Tremonti a Bussi,
così come emerso durante
l'inchiesta della trasmissione Report di Rai Tre
andata in onda domenica 23 dicembre.
Se venisse realizzata l'idea del Commissario una
montagna di oltre 200.000 tonnellate di
materiale tossico, compreso il suolo contaminato,
rimarrebbe sotterrata per centinaia di anni a
pochi metri dal Pescara, il principale fiume
della regione.
Secondo il Commissario Goio il costo per la
completa rimozione dei rifiuti e del suolo
contaminato ammonterebbe a 80 milioni di euro,
una cifra poco distante dai 50 milioni già
stanziati a livello nazionale. Inoltre si
dimentica di ricordare che comunque il
Commissario si potrebbe rivalere sui proprietari
del sito che già stanno ripagando i primi
interventi di capping. Pertanto i fondi pubblici
utilizzati potrebbero essere recuperati anche
perchè la discarica Tremonti è l'unica area del
Sito di Interesse Nazionale per le Bonifiche di
Bussi in cui i proprietari nel tempo non sono
cambiati rendendo così più facile l'accertamento
delle responsabilità anche ai fini dei
risarcimenti.
Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF
Abruzzo: «Il WWF ritiene profondamente
sbagliata la scelta di far rimanere i materiali
tossici in quell'area per i prossimi decenni se
non per le prossime generazioni. Il sito è tra i
più fragili della regione, a pochi metri dal
fiume Pescara. Bisogna utilizzare i 50 milioni
di euro stanziati a livello nazionale per
bonificare completamente e definitivamente la
discarica Tremonti senza spendere tale cifra su
altri siti o, addirittura, per facilitare
l'arrivo del cementificio di Toto sulle aree
oggi Solvay. La cifra già disponibile è
abbastanza vicina a quella necessaria secondo le
stime del Commissario: mancano 30 milioni di
euro, una cifra non impossibile per una Regione
come l'Abruzzo che ne ha programmati di più nei
fondi FAS per gli impianti di risalita a Castel
di Sangro! In attesa di nuovi fondi si potrebbe
intanto iniziare a rimuovere i materiali più
vicini al fiume bonificando circa i 2/3
dell'area: sarebbe già un risultato di grande
rilevanza. Inoltre questi fondi sarebbero
comunque recuperati perchè si dovrebbe agire in
danno rivalendosi sul proprietario. L'intera val
Pescara non può convivere per i prossimi decenni
con questa spada di Damocle sulla testa. Il WWF
sta seguendo questa vicenda e si opporrà presso
tutte le sedi per evitare quello che si profila
come un vero e proprio scandalo. Invitiamo
cittadini, amministratori e comuni della Val
Pescara a mobilitarsi».
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