PESCARA
,
8.8.2014 -
Dall'attrice Daniela Musini,
acclamata interprete dell'opera di Gabriele
d'Annunzio in tutto il mondo, in
merito alla decisione del Sindaco di Pescara,
Marco Alessandrini, di togliere il logo
"Pescara città dannunziana" dalle
comunicazioni , riceviamo e pubblichiamo:
Incredula e
amareggiata. La notizia che il Sindaco di
Pescara Marco Alessandrini ha deciso di non
utilizzare più il logo “Pescara città
dannunziana” ha suscitato in me una miriade di
pensieri/suggestioni/emozioni, tutti pervasi da
un profondo rammarico.
Mi ero
astenuta finora dal commentare tale
provvedimento perché non volevo intervenire
sull'onda dell'emotività. Lo faccio ora, a mente
fredda, ma con lo stupore che non si è placato e
il rincrescimento che è montato come una marea.
Lo faccio
perché amo d'Annunzio e, come molti sanno, ne
interpreto l'opera sui palcoscenici di mezzo
mondo, animata da un'appassionata, indefessa,
testarda volontà di celebrarlo e di divulgarlo,
insieme alla figura della sua “Imaginifica”
Musa, Eleonora Duse.
Sono
orgogliosa, proprio per questa mia carriera
internazionale, di poter testimoniare di quanto
il Vate sia amato, apprezzato, tradotto, letto,
persino idolatrato, dovunque, anche dove meno te
l'aspetti. Ho tenuto conferenze e allestito
recital/concerto ad Ankara, Istanbul, Berlino,
Lione, Colonia, San Pietroburgo, Kyoto, Minsk,
Varsavia, Philadelphia e Pittsburgh e mi
appresto a portarlo persino in Armenia e in
Tanzania: Ambasciate, Teatri, Consolati e
Accademie di Musica mi richiedono continuamente
proprio in qualità di interprete dannunziana e
dovunque, sottolineo, dovunque io l'abbia
interpretato e “raccontato”, la sublime maestria
e l'inarrivabile arte del Pescarese hanno
colpito al cuore.
Vedere un
pubblico straniero che pur con la traduzione in
mano, preferisce chiudere gli occhi e lasciarsi
cullare dalla Poesia dell'Imaginifico per poi
alzarsi in piedi in una meravigliosa standing
ovation, mi emoziona sempre fino alle lacrime.
Questo è d'Annunzio! Questo è il Vate!
E se
dovunque, ripeto, dovunque, conoscono Pescara, è
proprio perché Patria di Gabriele d'Annunzio,
proprio perché questa città adriatica ha dato i
natali al più versatile, innovatore, geniale,
straordinario protagonista della Cultura e della
Storia del suo tempo, colui che ha composto
capolavori assoluti e indiscutibili in tutti i
generi letterari in cui si è cimentato: i suoi
romanzi, le sue liriche, le sue opere teatrali,
le sue novelle, persino i suoi articoli
giornalistici denotano il Genio. Punto.
E
l'Amministrazione Comunale di Pescara che fa? Lo
rigetta? Ne prende le distanze? Lo disgiunge
dalla sua città natìa? Rinnega la propria
proficua, immediata identificazione culturale?
Ohibò! Ma Recanati lo fa con Leopardi? Pesaro
con Rossini? Asti con Alfieri? Salisburgo con
Mozart?
No. Nessuna
città che possa vantare un figlio illustre lo
fa. Nessuno. Ma Pescara sì, anche se d'Annunzio
ce lo invidiano in tutto il mondo, anche se nei
prossimi cinque anni si celebreranno anniversari
di eventi storici di straordinaria importanza
che l'hanno visto come protagonista, anzi Eroe
(e usiamola con orgoglio questa benedetta
parola!): il centenario dello scoppio della
Prima Guerra mondiale, quello della Beffa di
Buccari e del volo su Vienna, quello della presa
di Fiume.
D'Annunzio
come risorsa turistica, artistica e culturale?
Mille volte sì. Ma bisogna che il legame tra lui
e la sua (ingrata?) città natale sia divulgato,
rafforzato, esaltato e non sottaciuto e
occultato e che si continui a celebrarlo
attraverso eventi culturali a lui dedicati.
Ci ripensi
il Sindaco Alessandrini. Ascolti la voce non
solo di una dannunzista e dannunziana qual io
sono, ma quella di migliaia di cittadini della
nostra amata Pescara e di tutti coloro che,
stupefatti, stanno levando la propria voce in
tutta Italia.
Lasci quel
logo di “Pescara città dannunziana” in bella
mostra e sia orgoglioso, piuttosto, di essere il
Primo Cittadino di una città che ha dato i
natali ad un Titano della Cultura universale.
Iterum
rudit leo, ancora una volta ruggisce il leone: è
un motto dannunziano.
Faccia
tornare a ruggire il leone. E che lo sentano
tutti!
Daniela Musini |