TERAMO,
21.2.2015 - Il
Consiglio di Amministrazione di Cirsu SpA, nel
corso della conferenza tenutasi questa mattina
presso l’Hotel Abruzzi di Teramo, ha aggiornato
la stampa
sull’attuazione del piano di risanamento
aziendale che ha rilanciato, oltre le
attese, la Società e il polo pubblico di
Grasciano nel sistema regionale di gestione
integrata dei rifiuti.
L’attuazione
del piano ha in primo luogo comportato la
risoluzione delle gravi problematiche ambientali
ereditate dalla passata gestione Sogesa SpA e
derivanti dalla situazione di abbandono e
incuria in cui versava l’impianto; oggi tutti
possono constatare che le attività di
trattamento e smaltimento sono riprese e
avvengono nel pieno rispetto delle disposizioni
di legge e regolamentari.
L’attuale
consiglio di amministrazione di Cirsu SpA ha
conseguito, grazie anche al lavoro svolto dal
nuovo gestore CSA scarl, risultati non scontati
e prevedibili senza fare ricorso ad alcuna
risorsa pubblica e senza disperdere, anzi
rivalorizzando, il patrimonio sociale.
Proprio
grazie alla riattivazione degli impianti, e
quindi ancora una volta senza impegno di risorse
pubbliche, Cirsu SpA ha altresì soddisfatto,
come da programma, tutti i propri debiti che
avevano scadenza nel 2014 e dispone già
dell’intero budget per soddisfare i debiti
aventi scadenza nel 2015; per la Società,
lavorare fin da ora sul budget 2016 costituisce
un elemento importante che garantisce
tranquillità per affrontare le difficili sfide a
cui tutte le società pubbliche del settore sono
chiamate.
I risultati
dell’impegnativo lavoro emergono in maniera
evidente dal Conto Economico 2014 che, approvato
dall’Assemblea dei soci lo scorso 24 gennaio, ha
registrato un importante utile di esercizio
(circa € 8.500.000, determinato in prevalenza
dal valore contabile della rivalutazione
immobiliare connessa al rinnovo delle
autorizzazioni ambientali e alla conseguente
ripresa dell’attività produttiva), con un
margine operativo lordo (circa € 215.000) in
controtendenza rispetto al passato, tornando in
positivo dopo 9 anni di gestione, nonostante la
fase di start up e le innumerevoli
difficoltà frapposte da soggetti terzi.
Il
conseguimento dell’apprezzabile risultato
economico e patrimoniale, oltre ad aver prodotto
importanti effetti giuridici, primo fra i quali
la rimozione della causa di scioglimento,
produrrà effetti anche nella gestione contabile
dei Comuni soci che, a decorrere dal 2015, sono
tenuti ad accantonare anno per anno le eventuali
perdite delle proprie partecipate che non siano
immediatamente ripianate.
L’impegno
della Società ha riguardato anche la
ricostruzione delle gestioni passate e del
negativo sistema Cirsu SpA - Sogesa SpA che ha
messo in crisi la gestione pubblica dei rifiuti
su scala provinciale e regionale e che ha
avvantaggiato la gestione privata, divenuta nei
fatti un monopolio in capo a Deco SpA e alle
altre società ad essa riconducibili (monopolio
che ha comportato un aggravio dei costi a carico
dei cittadini). Tali ricostruzioni, oltre al già
noto ricorso cautelare ante causam, che
sarà seguito dal relativo giudizio di merito, ha
prodotto, per la prima volta, anche un esposto
alla Corte dei Conti e una denuncia querela alla
Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Teramo nei confronti dei passati amministratori
che dal 2008 al 2010 si sono succeduti ai
vertici di Cirsu SpA, Sogesa SpA, AIA SpA e Deco
SpA.
Gli
amministratori di Cirsu SpA hanno mostrato il
senso del dovere ed il senso civico che
dovrebbero essere propri di tutti gli
amministratori pubblici nel denunciare, non a
mezzo stampa ma nelle sedi competenti, con prove
e documenti a supporto, i gravi fatti emersi in
ordine alle passate gestioni, fatti che hanno
prodotto un ingentissimo danno patrimoniale,
subìto in ultima istanza dai cittadini. Si è
trattato di una scelta sofferta, per le
inevitabili ripercussioni e polemiche ai danni
della Società, ma obbligata perché diretta a
tutelare l’interesse pubblico.
In questo
quadro, ritenendo che AIA SpA e Deco SpA abbiano
arrecato a Cirsu SpA un danno patrimoniale non
inferiore a dieci milioni di euro, l’attuale
Consiglio di amministrazione, pur avendo a
disposizione le necessarie risorse finanziarie,
ha scelto di non corrispondere ad AIA SpA la
somma da questa richiesta, pari ad € 2.250.000,
fino a che non sia eventualmente condannata a
farlo dall’autorità giudiziaria.
In ordine al
complesso contenzioso giudiziario pendente con
Deco SpA e AIA SpA, a solo fine informativo, il
Consiglio di amministrazione ritiene di
precisare che:
- Cirsu
SpA ha presentato un accordo di ristrutturazione
di debiti, omologato dal Tribunale di Teramo.
Avverso il decreto di omologazione ha proposto
reclamo alla Corte di appello Deco Spa: reclamo
che è stato respinto dalla Corte. Deco Spa non
ha ritenuto di interporre ricorso per
cassazione;
- il
Tribunale di Teramo, nonostante il mancato
pagamento di AIA SpA, ha respinto l’istanza di
fallimento da questa proposta. La Corte di
appello, su reclamo proposto da AIA SpA, ha
rinviato gli atti al Tribunale per un nuovo
esame, anticipando peraltro che non potrà essere
dichiarato il fallimento laddove Cirsu SpA sia
considerata una società in house e/o
laddove il Tribunale ritenga non manifestamente
infondate le pretese vantate da Cirsu SpA nei
confronti di AIA SpA. Resta l’indiscutibile
fatto che una società è insolvente quando il
mancato pagamento dipenda dalla mancanza di
risorse finanziarie per soddisfare i creditori,
e non può invece essere dichiarata fallita
laddove abbia le risorse finanziarie per pagare
ed il pagamento dipenda da una motivata scelta.
Cirsu SpA ha le risorse ma non vuole pagare per
le ragioni innanzi descritte;
- il
Tribunale dell’Aquila, sia pure solo in fase
cautelare, non ha autorizzato la scissione di
Cirsu SpA in NuovaEra SpA, scissione prevista
dal piano di risanamento; detta decisione, che è
comunque provvisoria, non comporta alcun
pregiudizio all’attuazione del piano, posto che
Cirsu SpA ha reintegrato il proprio patrimonio
netto, e – venuta conseguentemente meno la causa
di scioglimento – può e continua ad operare in
prima persona;
- in
conseguenza dei noti provvedimenti del Consiglio
di Stato, pronunciati su istanza di Deco SpA, e
all’esito di una nuova procedura di gara, Cirsu
SpA ha aggiudicato in via definitiva i lavori
per il completamento dello scavo del primo
invaso della nuova discarica e si accinge
conseguentemente a consegnare i lavori. Anche
sotto questo aspetto, pertanto, sono state
superate le difficoltà frapposte da Deco SpA,
che purtroppo hanno comportato l’affidamento dei
lavori ad un costo superiore rispetto alla
precedente gara. La Società sta ovviamente
valutando quali iniziative intraprendere per
ottenere ristoro del danno subìto.
Tutto ciò fa
sì che oggi Cirsu SpA si collochi come un attore
di primordine nel panorama regionale della
gestione integrata dei rifiuti, e sia già
riuscita a riassorbire al momento circa il 50%
dei lavoratori ex Sogesa SpA, rispetto
all’obiettivo finale del 70%. Detti risultati,
di cui l’attuale Consiglio di amministrazione è
giustamente orgoglioso, come lo sono i Comuni
soci, non sono evidentemente a tutti graditi,
poiché mettono in discussione una situazione di
monopolio di fatto nel trattamento dei rifiuti
nella Regione Abruzzo.
Sorprende,
peraltro, che proprio alcune delle forze che
dovrebbero per prime rivendicare l’eccezionale
risultato ottenuto da un soggetto pubblico,
senza alcun impegno di risorse, ma anzi con
utili di esercizio, si distingua in superficiali
e non informate critiche o insinuazioni, la cui
inconsistenza finisce per arrecare offesa
proprio a chi ne è l’autore.
La
situazione, per poco che la si voglia
approfondire, è in realtà molto chiara: un
soggetto pubblico, con poche risorse, operando
nella massima trasparenza e legalità, è riuscito
a prezzo di duri sacrifici personali di tutti i
soggetti coinvolti, a far ripartire una
importante realtà per il territorio, che sta già
garantendo, anche in maniera indiretta, concreti
ed immediati risparmi ai cittadini e alle
amministrazioni per lo smaltimento ed il
trattamento dei rifiuti solidi urbani. Ciò, del
tutto legittimamente, a spese di un soggetto
privato che si è visto improvvisamente venir
meno una importante fetta di mercato, e
conseguentemente di guadagno, conquistata in
passato e per quel che ci riguarda proprio
attraverso la mala gestio degli impianti
di Cirsu SpA.
Non
sorprendono pertanto le incredibili attenzioni
che si concentrano in questa fase intorno a
Cirsu SpA ed ai suoi amministratori, né può
sorprendere che le notevoli pressioni esercitate
dal privato possano anche strumentalizzare
alcuni attori sul territorio. Occorre avere la
giusta lucidità per ricostruire le dinamiche –
in realtà banali – che alimentano le attuali
polemiche, per poter dare un giudizio sereno e
obiettivo sull’ultimo anno della gestione di
Cirsu SpA.
La Società
ritiene che, in ragione dei risultati raggiunti,
detto giudizio non possa che essere pienamente
positivo; in particolare; il Consiglio di
Amministrazione di Cirsu SpA non dubita che, al
di là delle strumentalizzazioni e delle difese
delle persone coinvolte nella vicenda, sia
chiaramente distinguibile a chiunque la ragione
dal torto. |