GIULIANOVA,
11.1.2020 -
Prosegue serrata l’attività di polizia
ambientale condotta dalla Guardia Costiera
nell’ambito del territorio provinciale teramano:
il nucleo operativo di polizia ambientale di
Giulianova, composto anche da militari degli
Uffici marittimi di Roseto degli Abruzzi,
Tortoreto e Martinsicuro, e coordinato dal
Centro di Controllo Ambientale della Direzione
Marittima di Pescara, unitamente a personale del
Distretto ARTA Abruzzo di Teramo e con il
supporto di operatori della Ruzzo Reti, ha
elevato cinque maxi-sanzioni a carico di tre
società rilevando, all’atto dell’ispezione,
sostanziali difformità tra lo stato dei luoghi e
le prescrizioni vincolanti impartite alle stesse
ditte dalle rispettive Autorizzazioni ambientali
rilasciate loro, nonché accertando in alcuni
casi, il superamento dei limiti di alcuni valori
nei reflui industriali immessi in pubblica rete
fognaria.
L’articolata attività di controllo in questione
rientra nel più ampio filone di verifiche
condotte dalla Guardia Costiera nel corso del
mese di dicembre, che
ha portato anche alla segnalazione all’Autorità
Giudiziaria dei titolari quattro società per
violazioni ambientali in materia di scarichi
industriali e stoccaggio di rifiuti.
Nello
specifico, ai cinque accertamenti ha fatto
seguito l’elevazione di due verbali relativi al
superamento di alcuni valori nei reflui
industriali prodotti, con sanzioni
dall’importo variabile tra i 3.000 e i 30.000 €
(a seconda della gravità della violazione),
e ulteriori tre verbali per la mancata
ottemperanza alle prescrizioni delle
autorizzazioni ambientali, anch’essi di
importo variabile tra 1.500 e 15.000 €.
In
particolare, il superamento dei valori ha
riguardato parametri tra i quali, ad esempio,
gli escherichia coli e i solidi
sospesi; parametri che le analisi sui
campioni prelevati all’atto del controllo dai
militari della Guardia Costiera, eseguite dai
laboratori ARTA, hanno riscontrato essere ben
superiori rispetto ai limiti previsti:
rispettivamente, 30 volte superiore il limite
massimo nel primo caso, e 10 volte nel secondo,
con le evidenti conseguenze sulla qualità dei
reflui avviati al ciclo depurativo e il concreto
rischio che gli stessi depuratori – predisposti
per operare sulla base dei parametri-limite
previsti per legge – potessero non essere in
grado di far fronte alla significativa carica
batterica e inquinante dei reflui ricevuti.
Le
difformità rispetto ai titoli autorizzativi
ambientali, invece, hanno riguardato – tra gli
altri – in uno dei tre casi, proprio la mancata
predisposizione da parte di una società, del
prescritto sistema di contenimento e riduzione
della carica batterica degli stessi reflui
immessi in fognatura, nonché, in un secondo
caso, per una seconda ditta, la mancata
tempestiva denuncia alla società di gestione
della rete fognaria, di un guasto occorso sulla
tubazione di collegamento tra un sistema interno
di cisterne di sedimentazione dell’impianto di
depurazione servente l’attività di lavorazione,
necessario per la successiva immissione in
fognatura.
“L’attività
in questione – ha affermato Claudio Bernetti,
Comandante della Guardia Costiera di Giulianova
– continuerà senza sosta con la finalità di
tenere sempre elevato il livello di attenzione
sulla qualità ambientale delle acque che
confluiscono, attraverso i fiumi, nel nostro
mare, patrimonio dell’intera collettività.” |