TERAMO,
12.3.2020 -
Dalla
Segretaria UnrSind di Teramo riceviamo e
pubblichiamo la seguente
Lettera
aperta al Direttore Generale dott. Maurizio Di
Giosia sull'emergenza
Covid-19 alla ASL di Teramo:
Caro
Direttore
È oramai alla luce di tutti
il fatto che la Asl di Teramo abbia
sottovalutato le potenzialità di contagio del
Covid-19 nonché le possibili ripercussioni sul
SSN; al riguardo sono state ripetutamente
ignorate le segnalazioni che questa segreteria
ha più volte formulato, sia per le vie brevi,
che formalmente già dal 21 febbraio
scorso.
La
difficile situazione oggi in essere è anche
frutto e conseguenza di un atteggiamento
incurante e superficiale di una parte della
Dirigenza Medica.
Tali
plurimi atteggiamenti ci hanno condotto, nel
rispetto dei lavoratori che rappresentiamo, ad
assumere una posizione fortemente critica
rispetto alle scelte aziendali ed a condurre una
battaglia volta a salvaguardare la salute di
tutti i lavoratori, dei pazienti che questi
assistono e, non meno importante, delle famiglie
di ciascuno di essi.
La
richiesta di DPI appropriati ad ogni situazione
è stata, infatti, evidentemente diretta ad
evitare quello che purtroppo abbiamo visto
accadere nei reparti di oncologia e medicina.
Questo virus ha la sua arma più potente nella
forza di nascondersi ed essere tanto silente
quanto contagioso; è per questo motivo che
abbiamo sempre sostenuto che l'uso di adeguati
DPI fosse indispensabile per TUTTI gli operatori
ed anche per i pazienti.
Dopo
settimane di battaglia finalmente apprendiamo,
con grande soddisfazione, il cambio di rotta
della posizione della ASL rispetto ai temi
trattati.
Siamo
soddisfatti ed orgogliosi nel leggere che la ASL
ha deciso di sanificare i reparti che hanno
ospitato ed ospitano pazienti risultati positivi
al Covid-19 e di eseguire i tamponi a TUTTO il
personale dei 4 PP.OO.
Lo
abbiamo chiesto sin da subito.
Con
questa decisione oggi sarà possibile compiere un
reset, partire da “zero” e programmare nuovi
percorsi e procedure dedicate.
Il Sindaco del Comune di
Teramo, che ha condiviso le nostre stesse
preoccupazioni, ha avuto un ruolo importante in
questo cambio di rotta e lo ringraziamo. Lo
ringraziamo anche per la tempestiva attivazione
per la ricerca di
strutture da
destinare, in caso di necessità, a ospitare
temporaneamente i professionisti sanitari
impegnati nell'emergenza. Siamo sicuri che tale
atteggiamento possa essere di esempio e stimolo
ai sindaci dei comuni che ospitano gli altri
PP.OO..
(Giulianova, Atri e Sant'Omero).
Non è
scontato sottolineare che anche i 3 PP.OO.
periferici hanno una loro importanza nella
gestione di questa emergenza, ciascuna per il
diverso ruoli che assume; molto spesso i detti
presidi sono “abbandonati” alla individuale
politica di gestione dei rispettivi Direttori
Sanitari, spesso non in linea con le
disposizioni aziendali, ciò crea sperequazione
con gli altri PP.OO. e disorientamento negli
operatori.
Il ruolo dei Dirigenti delle
professioni sanitarie si riduce alle mere
comunicazioni di decisioni giunte dall’alto, non
condivise né concertate e la loro competenza è
spesso invasa dai DS, i quali ritengono di poter
estendere il loro potere direttivo sul personale
di tutto il comparto.
La Direzione delle
Professioni Sanitarie ha ritenuto di doversi
occupare principalmente della gestione delle
ferie e dei permessi del personale, peraltro in
maniera poco chiara, mediante un susseguirsi di
circolari che hanno generato e generano tutt’oggi
confusione nei coordinatori, tanto da creare
disparità di trattamento nelle varie UU.OO..
La
confusione è stata poi aggravata da ordini di
servizio che hanno mutato la sede di lavoro di
alcuni dipendenti senza prevedere, come indicato
nel CCNL, il rimborso delle spese di trasferta.
Allo stato
attuale, nonostante le numerosissime
segnalazioni e gli innumerevoli suggerimenti che
questa segreteria ha fatto pervenire, con scopo
collaborativo, alla direzione delle professioni
sanitarie, non si è stati - e sembra non lo si
sia ancora oggi - capaci di riorganizzare il
personale, formarlo e strutturare percorsi di
affiancamento.
Il tutto
con gravi ed ovvie ripercussioni sul personale
infermieristico dovute a paura, nervosismo e
tensione, pure collegate al particolare e
angoscioso momento che tutta la Nazione sta
vivendo ad al quale il detto personale non è
esente, né immune.
La Unità
di Crisi.
Ancora una
volta la Asl ha ritenuto superfluo munire
l’organo di Crisi delle specifiche competenze
della professione infermieristica. Nella
costituzione della Unità di Crisi è poco
considerata, pure avente un ruolo non
trascurabile nella gestione della emergenza la
figura infermieristica. Riteniamo che, fino a
quando l’Azienda non riconoscerà l’importanza
del contributo che la professione
infermieristica può e deve dare, nella gestione
ed organizzazione dell’Azienda, sia o no questa
in stato di crisi, difficilmente essa sarà in
grado di operare delle scelte e fornire servizi
completamente soddisfacenti per l'assistenza ai
pazienti, la cui gestione ricade, appunto, nella
specifiche competenze della professione
infermieristica.
DPI
La carenza dei DPI è ed è
stato uno dei problemi principali che l’Azienda
non è stata in grado di gestire. Aver
sottovalutato la loro importanza ha reso
maggiormente critica la situazione. Se gli
ordini dei DPI fosse partito a febbraio ora, ad
emergenza conclamata ed in un momento in cui
questi scarseggiano, non ci troveremmo a dover
lesinare mascherine, tute, visiere guanti e
soprascarpe. Manca una disposizione chiara per
l'uso dei DPI, ancora oggi vediamo operatori
lavorare senza indossare DPI.
USCA
Per le quattro USCA (Unità Speciali di
Continuità Assistenziale),
che dovrebbero essere attive dalla prossima
settimana, speriamo esse non siano l'ennesima
occasione per attuare la consueta disparità di
trattamento, anche economico, tra le figure
professionali coinvolte. Tenuto conto
dell'importanza del progetto e delle attività e
competenze professionali necessarie, quasi
totalmente infermieristiche, ci auguriamo un
coinvolgimento degli infermieri, sin dalle fasi
iniziali del progetto, nella organizzazione e
sperimentazione del servizio.
Percorsi
di sicurezza
Auspichiamo
che i percorsi di sicurezza già attivi presso il
PO di Teramo, siano estesi anche ai presidi
periferici nei quali, e valutati correttamente
adattandoli alle esigenze organizzative e
strutturali.
Torniamo a
ribadire che, in un momento di emergenza come
questa, dovrebbe esserci un indirizzo comune per
tutti i presidi, concordati e coordinati tra
tutti i Direttori Sanitari e tutti i Dirigenti
delle professioni sanitarie.
Protocolli e procedure
Abbiamo sempre sostenuto l’importanza di tali
percorsi e siamo lieti di apprendere che sono
stati adottati percorsi e protocolli specifici
per le emergenze ictus e cardio-vascolari,
per
le UUOO di radiologia, per i laboratori e per i
servizi trasfusionali e per l’area
materno-infantile.
Potenziamento organico.
Conosciamo
le difficoltà connesse al reclutamento di
personale Medico, continuiamo, però a sostenere
che l’Asl di Teramo sottovaluti e sottostimi le
necessità di personale infermieristico e tecnico
assistenziale (OSS), non comprendiamo, quindi,
la reticenza nell’attingere alla “ricca”
graduatoria del personale infermieristico che,
lì abbandonata, grida vendetta. Tantopiù che, ad
oggi, il poco personale reclutato è stato
assunto mediante società di somministrazione (Etjca)
o ricorrendo addirittura a contratti Co.Co.Co:
personale alle prime esperienze lavorative, con
contratti di lavoro di uno o due giorni, messo
ad affrontare situazioni a dir poco critiche.
Riteniamo
che, anche in questo caso, la direzione delle
professioni sanitarie avrebbe potuto e dovuto
prendere decisioni più coraggiose, nel rispetto
del suo ruolo di garante della professione,
gestendo l’emergenza mediante l’organizzazione
ed assegnazione del personale (già in forze e/o
neo assunto), coerente ai curricula ed alle
specifiche competenze di ciascuno, sfruttando al
meglio le risorse a disposizione.
Istituti
contrattuali
Ci
auguriamo che questa sia la volta buona per a
riconoscere il lavoro svolto dagli infermieri
sul campo. Da tempo rivendichiamo il diritto al
pagamento della indennità di sub intensiva a
tutto il personale infermieristico in servizio
al 118, al PS, nelle UU.OO. di Neurochirurgia e
Cardiochirurgia.
Speriamo
che questa sia la volta buona per porre fine
alla discriminazione che i dipendenti della ASL
vivono rispetto alle altre ASL Abruzzesi, nelle
quali è riconosciuta la detta indennità e ciò
non solo durante l'emergenza covid-19, ma
ordinariamente.
Per
l’attuale momento di emergenza chiediamo,
invece, che venga riconosciuta l'indennità di
malattie infettive a TUTTO il personale in
servizio nei 4 PP.OO. in ragione del rischio al
quale è sottoposto e della particolare
condizione creata dalla pandemia.
Allo stesso modo chiediamo che la ASL attivi
l'istituto delle POA per il personale
infermieristico chiamato a far fronte alla
attività aggiuntive derivanti dall'emergenza
covid-19, con ciò equiparando il trattamento
contrattuale ed economico del personale
infermieristico, e di tutti gli altri operatori
del comparto, a quello
del personale medico e dirigenziale. Troppo
spesso accade che i Dirigenti vedano aumentare
il loro stipendio per attività non svolte
direttamente da loro, o per l'attivazione di
Pronte Disponibilità che non hanno ragione di
esistere, se non quella di distribuire “gettoni
premio”.
Sappiamo benissimo che questo
non è il momento di polemizzare ma
dobbiamo tenere a mente quanto è accaduto
all’interno della nostra Azienda, al fine di
fare anche per il futuro le opportune
valutazioni e scelte. Non possiamo, quindi,
dimenticare il crollo del tendone del
“pre-triage” a Sant'Omero alle 3:00 di notte
ripristinato solo il mattino seguente;
le
disposizioni che prima vietano l'uso delle
mascherine e poi lo obbligano (giustamente);
le
disposizioni che regolano l'accesso tramite il
“pre-triage” senza una corretta organizzazione;
le
disposizioni che vietano di portare l'acqua da
casa e contestualmente l’uso dei distributori
automatici, senza prevedere un servizio di
ristoro fruibile a tutti i dipendenti.
….e
potremmo continuare per molto ancora.
Auspichiamo, quindi, che le future disposizioni,
circolari, procedure e decisioni prevedano il
coinvolgimento del personale direttamente
coinvolto.
Come detto siamo consapevoli
del fatto che questo non
sia il momento delle polemiche, non possiamo
permettercelo, ma è il momento di recuperare il
tempo perso.
Riteniamo opportuno continuare nella ricerca
costante di soluzioni organizzative che possano
migliorare il benessere dei lavoratori e degli
assistiti.
Noi ci siamo e ci saremo sempre, per l’azienda
che rappresentiamo e per la professione che
orgogliosamente svolgiamo, ma soprattutto per
tutelare i diritti dei lavoratori e di coloro
che hanno bisogno di assistenza.
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