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I Ricordi di Lino Manocchia

(lr) Due anni fa prendemmo spunto dalla proposta dell'Associazione di Cultura Politica "Cittadino Governante" di intitolare alla memoria di Paolo Vassallo, il sindaco di Pollica barbaramente ucciso, la piazza dietro al Comune, tra Via Braga e Via Cavour. Il collega Walter De Berardinis  già in precedenza aveva avanzato la proposta di intitolare la piazza alle vittime dei bombardamenti degli angloamericani su Giulianova del 29 febbraio 1944. In quel luogo la piazza non c'era e vi fu distrutto il palazzo, detto Morganti, alle spalle dell’attuale municipio, nel quale fu sorpreso dall'attacco anche il noto giornalista e scrittore giuliese, Francesco Manocchia, padre di Lino, Franco e Benny, diventati tutti giornalisti famosi ed autorevoli sulle sue orme. In prossimità della ricorrenza del 29 Febbraio, il periodico GiuliaViva (Anno II, numero 4 del 25 febbraio 2012, pag. 10) ha pubblicato un articolo nel quale vengono ricordati e citati i 24 residenti di Giulianova che persero la vita nel Centro Storico e in città nel fuggi fuggi generale, purtroppo per loro, vano: Anna Capriotti, Antonio Cerasari, Orazio D'Ambrosio, Francesco D'Ilio, Dina Di Giannatale, Eleonora e Giulia Ettorre, Rosa Ferroni, Dovina e Giuseppe Fidanza, Amina Gammelli, Attilio e Berarda Gianuari, Giovanni Iaconetti, Francesco Ianni, Giovanni Leone, Francesco Manocchia, Aloisio Maranesi, David Parere, Antonio Pedicone, Anna Quitar, Renato Ridolfi, Giovanni Saliceti, Elisa Salvata. In realtà, secondo ulteriori testimonianze, si sa che la maggiore parte dei caduti morì sotto la pioggia di bombe scagliata sul porto. Nel settembre 2010, dunque, giulianovailbelvedere.it pubblicò il toccante e poetico scritto di Lino Manocchia che ci sembra giusto e attuale riproporre oggi, in riferimento alla vicina Piazza del Comune, dove nel frattempo i lavori di ristrutturazione sono conclusi ma in pochi se ne sono accorti. Una rispolveratina che Lino ci ha opportunamente sollecitato, per contribuire a non dimenticare e anche a far sapere alla presente e alle future generazioni.

 

PIAZZA 29 FEBBRAIO:

“Pianto del mio cuore”

 

di Lino Manocchia

 

 

New York, 27.02.2012 Giulianova....Quando sei nata...(tu non lo sai, piazzetta mia, ne’ come e ne’ perche’)...quando sei nata noi piangevamo per te, sopra il tuo corpo, ma tu non puoi comprendere perche’ piangevamo e perche’ ti chiamarono Piazza 29 febbraio.

La prima meraviglia tu la traesti dai tuoi occhi affogati di mattoni e la posasti su di una umanita’ dolorante. E rimanesti male (quanto eri pietosa, vedessi) e cominciasti a non capirci niente fin da allora.

Invece oggi io saro’ buono con te, piazzetta mia, pianto del mio paese.

Io ti raccontero’ la tua avventura affinche’ tu possa narrarla ai nostri figli, ai figli di costoro, affinche’ tu possa convincerli ed ammonirli con l’esempio. Come si fa con gli uomini per farli essere piu’ buoni.

Prima non c’eri. Oh, che tempacci prima, ma tu non c’eri! C’era la via Manzoni, la Via Braga, ci stava il caseggiato e tu non c’eri.

Nel tuo corpo uncinavano fondamenta incarnate, nel tuo cervello pulsava una febbre di vita...

Lo sa il diavolo chi t’ha ridotto in quel modo. Tu non sai niente come viveva la gente quando tu non c’eri: si ammazzava.

E infine un giorno (un giorno che non e’ segnato su nessuna costellazione, un giorno fuori del tempo) morirono gli uomini e le cose di via Braga e Manzoni. Quel giorno nascesti tu.

La tua venuta non l’aveva voluta nessuno: perfino il tempo si era rifiutato di accordarti un  suo giorno per padrino; nemmeno una giornata come un’altra volle accordarti, nemmeno una giornatuccia insignificante.

La tua nascita era stata preparata pazientemente per quattr’anni, erano state quelle quattro sei ore che avanzano al bottino del tempo per ogni evoluzione a donarti il tuo giorno.

Quando tu nascesti ognuno penso’ che era una sciagura, ognuno in cuor suo ti maledisse.

Oltre che fuori del tempo, poi tu sei nata per una distrazione, distrazione o paura di un pilota inglese; piu’ di questa, forse che quella… La contraerea gli tirava la morte, egli non si sentiva di accettare la morte, e allora nascesti tu. Tutto d’un tratto. E poi, in fondo io non potrei mica giurare che facendo una piazza avesse intenzione di far nascere te. E quello forse non ci pensava neppure che le bombe sarebbero cadute in  via Manzoni. Ammesso pure che conoscesse, l’esistenza di una via Manzoni a Giulianova. Una cosa pero’ la conosceva di certo, che avrebbe fatto dei morti...Ma in fondo, tu che ci potevi fare? Era “la guerra “ e da questo profondo convincimento, nascesti tu, ”Piazza 29 febbraio”.

I feriti gridavano, imprecavano, i morti ti facevano paura. A te faceva male sentire il lamento degli uni e l’odio degli altri.

Ma dopo, lentamente alcuni si chetarono, stanchi, e ti lasciarono odiandoti per sempre, quegli altri si decisero a vivere e ti assolsero.

Allora, anche tu cominciasti a campare. Ti tolsero le fasce di mattoni...Tu ti fossi veduta! Davi ancora l’impressione d’una rivolta di case straripate fuori dal guscio.

Eri come un grande lago di dolore. Poi cara vecchia Piazza 29 febbraio sei cresciuta, stai meglio in verita’, ti hanno medicato le ferite, ma sembri una piazza in calzoncini corti.

Da fuori  son venuti tanti “forestieri” perche tutt’ora Giulianova e’  “lu chiu’ belle site”, hanno cercato di rianimarti, rivestirti per dedicarti la piazza del dolore, del valore fisico ed umano, come un mondo democratico, non egoistico, avido. Perche’, forse, riconosce in te eroici dettagli della storia della vecchia Castrum. Ma quei “lavori” che vanno al “rallenty”, perche’ l’esosa ingordigia di potere  pone un freno da sempre, proprio ti fa arrossire di vergogna. Ma la vergogna e’ di “loro”, di quelli che credono di assurgersi a “liberatori” di una citta’ mentre gettano alle spalle tutto il necessario  ben da fare. Anche l’idea di dedicare alla “Piazza 29 febbraio” una targa ricordo di morte e resurrezione dello.... “chiu’ belle site” che pazientemente attende il “miracolo”.

Soltanto cosi’ sara’ il tuo “domani”, piazza mia…Il domani di te che non hai “ieri”. Perche’ sopra il tuo corpo ieri c’erano le vie, il mercato, c’era la vita. E lo sa il diavolo, il diavolo che, poi, la ridusse in quel modo.

foto in alto: Piazza Dante o della Misericordia

foto al centro: Piazza del Comune

Lino Manocchia

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921, primogenito del giornalista e scrittore, il Cav. Francesco Manocchia, e di Filomena Spadacci. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo. Nel suo cuore, però, albergano sempre gli indissolubili legami con Giulianova, tra i quali il bombardamento del 29 febbraio 1944 in cui perse la vita il papà Francesco.

 

 
 
 
 

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