Giulianova,
9.7.2012 -
Sandro Federico è il
nuovo direttore sportivo
della Carrarese, Prima
Divisione. Oggi a
pranzo, l'ex manager
della Valle del Giovenco
e del Siena ha firmato
con il nuovo
proprietario della
società toscana,
Gianluigi Buffon, il
portiere della Juventus,
della Nazionale Campione
del Mondo 2006 in
Germania e recente Vice
Campione d’Europa in
Ucraina. Si è
concretizzata così
la prospettiva il ds
della Juventus, Fabio
Paratici, aveva aperto a
Federico mentre
questi ci rilasciava
l'intervista per
www.giulianovailbelvedere.it
sulla
costituzione del gruppo
di imprenditori
interessato a iscrivere
la nuova società del
Giulianova al campionato
di Serie D. Federico,
che ha firmato un
contratto di un anno con
la Carrarese ma con la
«reciproca volontà di
aprire un ciclo
importante»,
si è detto
«
dispiaciuto per essere
stato “costretto” ad
abbandonare l’incarico
di rappresentante del
gruppo»
ma naturalmente non ha
potuto non riconoscere
«di
essere molto contento e
orgoglioso
dell’opportunità che mi
è stata data dalla
Carrarese. Di Buffon
avevo avuto
modo di apprezzare
l’umiltà, ora ho avuto
l’ulteriore conferma di
una persona davvero
speciale», il
commento di Federico
nella sua nuova veste
alle dipendenze del
miglior portiere del
mondo e presidente della
Carrarese. La partenza
di Federico ha fatto
saltare l’incontro che
avrebbe dovuto tenersi
oggi con Berardo
D’Antonio e i dirigenti
della Città di
Giulianova 1924 per la
fusione.
«Spero che gli
imprenditori
sensibilizzati a
realizzare il progetto
per il rilancio del
calcio giuliese possano
andare avanti nel loro
proposito»,
ha auspicato Federico.
Berardo D’Antonio, il
promotore della neonata
società Città di
Giulianova iscritta al
campionato di Eccellenza
e con la quale il
"gruppo Federico" ha
intavolato la trattativa
per unire gli sforzi, è
apparso interdetto e
spiazzato:
«Federico avrebbe dovuto
chiamarci entro stasera
per una riunione. Con la
sua nuova destinazione
muta la situazione.
Aspetteremo che il
gruppo rappresentato da
Sandro si faccia
sentire»
il commento di
D'Antonio.
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