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Numero 18 - Novembre
 
il profilo
 

Francesco in una foto scattata in centro città durante una delle sue biciclettate domenicali in giro per Dallas

 
Nato a Giaveno (TO) il 19 gennaio 1993, Francesco Trozzi è cresciuto a Giulianova, dove i genitori si trasferirono quando il piccolo aveva un paio di anni.

Frequentate le scuole elementari di Zona Orti e le Medie alla "Bindi". nel 2012 ha conseguito la maturità al Liceo scientifico Marie Curie (PNI).

Nel 2016 la Laurea Triennale in Chimica presso l'Università' di Bologna, dopo la quale ha deciso di intraprendere una laurea di specialistica in Drug Discovery and Safety nei paesi bassi, in particolare alla Vrije Universiteit  di Amsterdam.  Infatti, durante il progetto di ricerca per la tesi triennale, Francesco si è "infatuato" della chimica computazionale applicata alla biologia, ed il master ad Amsterdam è stato accompagnato da un "major" completamente dedicato alla chimica computazionale.

Ad Amsterdam, oltre ad aver studiato e fatto ricerca, Francesco ha lavorato nel settore turistico, in uno dei tanti negozi che noleggiano biciclette ai turisti, vendono souvenir, e offrono visite guidate della città in bici.

In questo periodo si è trasferito per circa sei mesi in Inghilterra a Bristol, per completare il suo progetto di ricerca tramite una borsa di studio europea.

Finito il progetto in Inghilterra e tornato in Olanda per discutere la tesi e laurearsi, da li è partito per il dottorato negli Stati Uniti, in particolare a Dallas, Texas.

L'interesse per Dallas è nato durante uno dei corsi di specialistica, dove Francesco è rimasto intrigato dal concetto di allostery, uno dei fenomeni che governa il funzionamento delle proteine, e in Texas ha trovato un gruppo che gli ha permesso di fare ricerca proprio su quel filone. E da tre anni, Francesco studia e fa ricerca a Dallas in un corso di dottorato in Chimica Teorica e Computazionale.

 
 
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ATTUALITA'

giuliesi nel mondo 2021

 

di Ludovico Raimondi

 

Ricercatore in Chimica Computazionale a Dallas

Francesco Trozzi, un giuliese nel Far West
 

Francesco alla University of Oklahoma, in occasione di una conferenza di chimica teorica. di fronte al poster che esponeva la sua ricerca

 

NOVEMBRE 2021 - Anche a Dallas e nel Texas! Sì, anche nella città e nella terra di epopee e di eventi colossali che hanno lasciato un segno indelebile nella storia e suscitano un immaginario collettivo affascinante e per certi versi inquietante: il Far West e i suoi cow boy, l'assassinio di John F. Kennedy, presidenti Usa “cavallerizzi” e “pistoleri”, i pozzi di petrolio e gli intrighi di potere tra le lobby petrolifere, spesso romanzati in una nutrita filmografia e in serie tv di successo planetario (chi non ricorda una delle più longeve, “Dallas", per esempio?), e tanto altro ancora.

Ebbene sì, anche in quel mondo lontano eppure così vicino in virtù della simbologia storica, culturale, sociale ed economico-finanziaria che la circonda, vive e lavora un altro giovane giuliese di grande talento, Francesco Trozzi.

Francesco, 28enne nato in Piemonte ma cresciuto a Giulianova, è ricercatore in Chimica Teorica e Computazionale alla Southern Methodist University a Dallas, dopo periodi di studi e di alta formazione in Olanda e in Inghilterra che lo hanno adeguatamente preparato ad immergersi in una realtà quasi mitologicamente sospesa tra l'epopea del passato e la modernità globalizzata.

 

Francesco nel giorno del collaudo del suo forno a legna per pizza costruito da lui stesso con mattoni e due lastre di cemento nel giardino di casa!

 

Francesco, qual è la tua occupazione attuale?

Attualmente sto conseguendo un dottorato in Chimica Teorica e Computazionale alla Southern Methodist University a Dallas, Texas.

Ti sei specializzato in scoperta e sicurezza dei farmaci, un tema (o problema) reso di maggiore attualità dall’esplosione della pandemia Covid-19. Cosa puoi dirci al riguardo?

La discussione sulla pandemia ha molte sfaccettature. Da un punto di vista scientifico questo coronavirus ha posto una grande sfida che la comunità scientifica ha affrontato con un'efficienza straordinaria. In questi ultimi due anni virologi, immunologi, epidemiologi hanno lavorato giorno e notte per contenere e trovare una soluzione alla pandemia. Per esempio, anche in chimica e biologica computazionale c'è stata una immediata “chiamata alle armi”. Scienziati da tutto il mondo hanno deciso di investigare questo virus e condividere dati e scoperte nella maniera più efficiente possibile, iniziativa alla quale anch'io ho partecipato insieme ad altri dottorandi del mio dipartimento. Scienza a parte, purtroppo il Covid-19 ha assunto una connotazione politica, cosa che si sente molto qui negli Stati Uniti. Questo, a mio parere, ha rallentato la nostra capacità di affrontare la pandemia in modo più efficiente e razionale.

 

Forth Worth, una delle città dell'area metropolitana di Dallas, chiamata appunto DFW (Dallas Fort Worth), dove Francesco si è recato per presentare la sua ricerca  in una competizione ospitata al Museo della Scienza. Il centro di Forth Worth è una meta turistica famosa per aver conservato il suo aspetto storico tipico del Wild West, con Saloon, i tori “longhorn” texani, etc... 

 

Vivi e lavori a Dallas e nel Texas, città e terra che, abbiamo anticipato in apertura, ci ricordano l'epopea del Far West e altri eventi, anche tragici, di impatto planetario che ne hanno creato una simbologia. Insomma, è proprio un mondo a sé ? E’ palpabile ed è davvero così nella vita di tutti i giorni?

Si e no! Dallas e il Texas in generale hanno un forte senso di individualismo e orgoglio texano. La cultura cavallerizza e pistolera è ancora forte. Tuttavia, c'e’ da dire che Dallas è una metropoli in transizione. L'economia del petrolio adesso è accompagnata da una miriade di multinazionali estere come Toyota e colossi americani che hanno scelto Dallas per costruire la propria sede finanziaria. Di conseguenza, Dallas è importante centro finanziario degli Stati Uniti con un considerevole flusso di lavoratori da altri stati e da paesi di tutto il mondo, trasformando la città in un centro multiculturale. Devo dire che, nonostante l’espansione urbana, Dallas conserva un'anima texana: non è raro vedere gente con cappelli e stivali da cowboy anche a pochi chilometri dal centro!

Qual è la vera Dallas? Come la vive soprattutto un ragazzo come te proveniente dalla piccola città seppure con una solida formazione in altri paesi?

Dallas ha molto da offrire, da musei a rock club. Per me la vera Dallas è lo stand di tacos messicani a lato della strada, giocare a biliardo in un dive bar (quelli si che sono come nell’immaginario collettivo!), e purtroppo le ore in macchina. Una delle differenze che colpisce di più sono le distanze, anche comparate a grandi città europee. Se la si accoppia con mezzi di trasporto carenti, per vari motivi, purtroppo guidare diventa un'esigenza.

 

Un'altra foto di Francesco con la pizza preparata nel giorno del collaudo del suo forno a legna

 

Quali sono i tuoi interessi al di fuori dell’ambito lavorativo di ricerca?

Il lavoro all’università occupa gran parte del mio tempo! Durante il mio tempo libero, come da stereotipo, leggo e guardo molta fantascienza. Mi diverto a cucinare italiano, tanto che ho costruito un forno a legna per la pizza in giardino!, e a rubare ricette dal mondo. Inoltre, a Dallas mi sono appassionato al Judo, che cerco di praticare il più possibile.

Dallas è anche il tuo futuro?

Probabilmente non a tempo indefinito, ma cercherò di restare un po’ di anni dopo il dottorato. E’ una città che offre tanto e dove ho costruito relazioni. Inoltre, iniziare la carriera lavorativa negli Stati Uniti offre vantaggi a livello di opportunità economico e di crescita. Dell’Europa mi mancano molte cose: lo stile di vita, l’architettura, la sanità gratuita... e sicuramente, ad un certo punto, cercherò di riavvicinarmi alla famiglia e alle amicizie di una vita. Magari non in Abruzzo, ma certamente non dall’altra parte dell'oceano.

Ti sei trasferito a Giulianova da piccolissimo e vi sei cresciuto fino alla maturità liceale. Ti senti 100% giuliese? O quanto e cosa c’è ed è rimasto in te di giuliese dopo tanti anni all’estero e in un estero tanto diverso?

Dopo tanti anni, in me sicuramente è rimasto l’accento! Stranamente la mia identità si è andata allargando con il tempo. Quando ero in Abruzzo mi sentivo 100% Giuliese, quando studiavo a Bologna mi sentivo Abruzzese, quando vivevo in Nord Europa mi sentivo Italiano, ora negli Stati Uniti mi sento più Europeo. Nonostante tutto, Giulianova resterà parte di quello che sono, dal cibo ai modi di fare.

Da quanto non torni a Giulianova? E quali rapporti hai con le tue vecchie amicizie e la città della tua prima parte di vita?

A parte il 2020, ho sempre cercato di tornare almeno una volta l’anno per qualche giorno. Quando torno, vedere tutti gli amici di una vita è una priorità. Siccome, molto spesso torno durante le vacanze quando anche gli amici che vivono in altre città d' Italia o del mondo tornano a Giulianova, sono riuscito a rimanere in contatto con tutte le amicizie. Con la città in sé, citando (quasi) tutti i miei insegnanti del liceo, “ha potenziale ma non si applica abbastanza”. Giulianova è collocata in un posto fantastico, tra mare e montagne. Quando faccio vedere le foto della città dove si vede la cupola del Duomo di San Flaviano e il Gran Sasso d'Italia dal nostro porto, i miei amici all’estero restano increduli. Mi piacerebbe sapere che Giulianova organizzi più iniziative per coinvolgere i cittadini e attirare i turisti, e si sforzi di conservare e utilizzare al meglio i propri spazi.

Cos’è stata la prima cosa che hai fatto tornando a Giulianova o quella che abitualmente fai nei tuoi ritorni?

Un tour de France di cibo! Di solito non faccio in tempo a poggiare le valigie, che mi sto già dirigendo a fare un'abbuffata di pesce! Per il resto, Giulianova è uno dei pochi posti dove riesco a “staccare” e rilassarmi. Quindi, di solito, il mio piano è non avere piani. L’unica priorità è rivedere gli amici il più possibile e stare con la famiglia.

La domanda ai Giuliesi nel Mondo: se ti dico Cupola di San Flaviano pensi subito a….?

Attenti al luppolo!

 
(foto poste a disposizione da Francesco Trozzi, che ringraziamo)
 

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