PINETO (Te),
2.4.2014
-
L’Area Marina Protetta non
ci sta a subire attacchi ingiustificati e
sconsiderati, che tra l’altro possono ingenerare
erronee convinzioni sull'attività del Consorzio,
la quale, invece, è indirizzata alla tutela
dell'ambiente marino e costiero; la relativa
documentazione prodotta è reperibile sul sito
dell'AMP ed anche le ricerche svolte sono
pubblicate integralmente sull'apposita pagina
(http://www.torredelcerrano.it/attivita/ricerche.html).
Tutta l'attività
del Consorzio di Gestione dell’AMP Torre del
Cerrano è svolta secondo i canoni di buona e
corretta gestione delle risorse che si rendono
disponibili, in piena trasparenza e rispetto
delle norme nelle modalità di utilizzo, potendo
contare su pochi fondi a disposizione. Pertanto,
viene vagliato attentamente ogni strumento utile
per poter partecipare a finanziamenti
straordinari provenienti dall'Unione Europea o
da bandi nazionali ed internazionali.
In questa ottica
rientra il progetto per degli impianti sportivi,
dedicati agli "sport su sabbia", nell'area messa
a disposizione del Consorzio da parte del Comune
di Silvi in zona Piomba. Intervento anche questo
indirizzato, comunque, alla conservazione
ambientale, essendo pensato per ridurre
l'impatto delle attività sportive sugli arenili
che spesso, quando svolte in maniera massiva,
con tornei o competizioni, vanno in contrasto
con le attività di conservazione degli ambienti
dunali. Ad oggi l'esito del progetto, presentato
e approvato dal Cda dell’ente nel 2013, non è
ancora noto, per cui non uno dei 356.680,00 euro
richiesti a finaziamento risulta ancora nè
acquisito e tantomeno speso.
Il cosiddetto "gazebo", presente
invece oggi nell'area, è in realtà un manufatto
in legno che faceva servizio come punto
informativo e di supporto alla sala pluriuso e
conferenze costituita dalla tensostruttura
finanziata dal Ministero dell'Ambiente nel 2010
(foto),
in fase di avvio dell'AMP, per consentire di
avere uno spazio adeguato per le attività
pubbliche della stessa. Il costo dell'intera
struttura (sala conferenze in tensostruttura,
casotto in legno e servizi) è assolutamente in
linea con quello che una qualunque struttura del
genere avrebbe comportato. Spiace rilevare che
lo stesso Squeo e il Cogevo hanno partecipato ad
una delle tante riunioni tenutesi proprio in
quella tensostruttura, dunque, lo stesso
rappresentante di Federpesca sa perfettamente di
mentire allorquando evoca una spesa
straordinaria se rapportata soltanto al
manufatto in legno, mentre invece, detta spesa è
comprensiva di tensostruttura, altre opere in
legno ubicate sia presso la torre che presso la
strutture stagionali, sul demanio a Pineto e a
Silvi. Purtroppo, la nevicata straordinaria del
febbraio 2012 fece crollare la tensostruttura e
così il casotto in legno è rimasto oggi senza la
sua funzione primaria. Si sta ora lavorando con
il Comune di Silvi per definirne un nuovo uso.
Nessuna risorsa o bene viene
abbandonata o sottoutilizzata dall'AMP come si
vorrebbe far credere.
Nessun ristorante
esiste al centro di Pineto realizzato dall'AMP e
tantomeno con fondi pubblici, così come nessuno
stabilimento balneare è in costruzione a cura
dell'Area Marina Protetta. Esiste invece una
stretta collaborazione tra l'AMP e i balneatori
e le strutture turistiche e di ristorazione, sia
a Pineto che a Silvi, attraverso il progetto "Amici
del Parco" che veicola i prodotti locali
attraverso tali strutture, sia provenienti
dall’artigianato che dall’agricoltura e si spera,
un domani, anche dalla pesca.
Infine, l'AMP,
con il supporto di associazioni di volontariato,
gestisce due punti strategici di informazione
turistica con ombreggio annesso: il primo presso
il casottino in legno pre-esistente in
prossimità del sottopasso di accesso a Torre
Cerrano, avuto in comodato dalla Guardia
Costiera ed utilissimo per l'attività
informativa e di sorveglianza operata in quel
punto di grande affluenza turistica, Zona B e
quindi di particolare delicatezza ambientale; il
secondo presso gli uffici
IAT-InformazioneTuristica di Silvi, servizi che
sono gestiti dall'AMP insieme al Comune in
convenzione con la Regione Abruzzo.
Nessuna
concorrenza sleale dunque, ma servizi pubblici
resi e pratiche di autofinanziamento secondo le
direttive ministeriali e già applicate da altre
aree marine protette in Italia. Pur comprendendo
le legittime richieste del Cogevo in ordine alle
problematiche economiche derivanti dal mancato
utilizzo ai fini della pesca dei fondali
dell’AMP, sfugge la motivazione per la quale,
a fronte della sempre
ribadita apertura al dialogo da parte di questa
gestione dell’AMP, i
vertici del Cogevo
insistono in una politica distruttiva e in
questo caso artatamente infondata a fronte
degli ottimi risultati conseguiti dall’AMP, sia
in termini di oculata gestione, sia in termini
di difesa dell’ambiente e di collaborazione
attiva con l’economia locale in chiave di
sviluppo sostenibile. Pertanto, rinnoviamo
l’invito al senso di responsabilità necessario
non solo da parte di chi gestisce istituzioni
pubbliche ma anche da parte di chi deve tutelare
interessi reali di categorie o associazioni,
senza distorcere la realtà delle cose. |