GIULIANOVA,
4.8.2015 -
Dal Signor Pietro Promenzio,
componente del Consiglio di
Quartiere dell'Annunziata e
promotore del Comitato
Cittadino di
Volontariato “Spiaggia Libera Lungomare
Rodi”
, riceviamo e pubblichiamo il
seguente nuovo intervento a titolo
strettamente personale:
Sin dal momento della sua
costituzione, il Comitato
Cittadino di Volontariato
“Spiaggia Libera Lungomare Rodi”
che rappresento, ha perseguito
con determinazione i suoi
obiettivi, che consistevano e
consistono essenzialmente nella
salvaguardia di quello che,
dall’estate 2013, è tornato a
essere il più bel pezzo di
spiaggia libera di Giulianova,
molto frequentata nei giorni
feriali, affollatissima nei fine
settimana.
Non abbiamo mai usato l’arma
dell’arroganza, della
scorrettezza e della
maleducazione. Siamo sempre
intervenuti per reagire, usando
il massimo grado di educazione,
a provocazioni, insulti e
denigrazioni.
Spesso abbiamo taciuto per
scelta e per differente
approccio verso la stragrande
maggioranza dei cittadini
giuliesi che hanno subito e
subiscono tutt’ora
atteggiamenti e comportamenti
che ritengono odiosi, offensivi
e arroganti.
Ci siamo opposti a una
“idea”, quella di un canile
sulla spiaggia, che
ritenevamo lesiva dei diritti
dei residenti al Quartiere
Annunziata, pericolosa per le
persone, antigienica per adulti
e bambini, e l’abbiamo
avversata e combattuta con tutti
i mezzi di cui potevamo
disporre.
A un certo punto (dopo il 29
ottobre 2014), dopo cioè un
voto memorabile dell’assemblea
dei cittadini del Quartiere
Annunziata abbiamo scelto di non
intervenire più, lasciando che
altri gridassero alla luna.
E ci siamo seduti sull’argine
del fiume a vedere cosa la
corrente trasportasse.
Ci siamo astenuti molto
dall’intervenire, salvo quei
casi e quei momenti in cui ci
siamo sentiti minacciati
“dall’idea”, quando
bisognava fare sentire la nostra
presenza e il nostro peso,
tirando fuori gli artigli e la
determinazione.
Al nostro comitato resta solo un
grande rammarico, che è quello
di non poter dire
siamo stati solo noi a
impedire che “ l’idea ” si
realizzasse al Quartiere
Annunziata, a mandarli via.
Certo, Il comitato “ Spiaggia
Libera di Lungomare Rodi “ è
stato sicuramente determinante
con i suoi associati presenti
alla votazione: come ho sempre
asserito i numeri sono numeri e
se li hai, al momento giusto
devono venire fuori. I nostri
sono venuti fuori, quelli degli
altri no.
Quindi, grazie all’Assemblea dei
cittadini al Quartiere
Annunziata del 29 ottobre 2014 ,
compresi tutti i nostri
associati che quella sera si
sono recati a discutere e votare,
“ l’idea “ non si è potuta
realizzare nel Quartiere
Annunziata.
Ci aspettavamo la presenza di
circa 300 residenti che
avrebbero dovuto votare a favore
“dell’idea“,
ma non si sono visti, con
immaginabile delusione di chi li
sbandierava come favorevoli.
Questa, in sintesi, la vigile e
determinata attività svolta dal
nostro comitato.
Ma in questi ultimi giorni,
attraverso i mezzi di
comunicazione locali (giornali
e social net work) siamo stati
presi nuovamente di mira e,
pertanto, siamo costretti a
intervenire nuovamente, anche se
ne avremmo fatto volentieri a
meno
In futuro, comunque, non credo
che sprecheremo altro tempo e
parole per siffatti motivi e
persone.
A ogni azione dovrebbe
corrispondere una reazione. Ma
molte volte ci abbiamo
rinunciato perché secondo noi il
silenzio ottiene spesso
migliore effetto, così è stato
e così faremo da oggi in poi.
Non desideriamo commentare e
criticare tutte le
dichiarazioni contenute in
quella che i giornali hanno
definita come “provocazione
“.
Noi, infatti, non la
consideriamo una provocazione,
ma un gesto simbolico dettato
dall’angoscia e dalla
frustrazione, un conato di
fiele che non serviva più
trattenere perché gli eventi
hanno imboccato un senso, una
strada che porta molto lontano
dalla spiaggia di Lungomare
Rodi.
Un paio di commenti però li
vogliamo fare e riguardano il
gesto del piantare bandiere il
concetto di solitudine.
Gli astronauti Armstrong e
Aldrin piantarono sulla luna la
bandiera americana per la
memorabile impresa effettuata,
che fino a quel momento era
inimmaginabile.
Loro ne avevano pienamente
diritto e l’onore per farlo se
lo erano guadagnato.
Viceversa Reinhold Messner, il
grande scalatore che conquistò
molte vette, nella sua grande
modestia, a proposito
dell’usanza di piantare bandiere
dopo una conquista, ebbe a dire,
durante una intervista : “ Io
non porto bandiere, non andiamo
a conquistare un pezzo di mondo
per una nazione, ma andiamo per
conoscere noi stessi”. E non
piantò mai una bandiera.
A Giulianova c’è qualcuno invece
che va piantando bandiere qui e
la, come se facesse delle
conquiste, similmente ai grandi
uomini di cui ho detto prima.
E il peggio è che queste
bandiere le vanno a piantare
non in luoghi di conquista, ma
dove hanno subito brucianti
sconfitte.
Altro che provocazione !!
Circa il fatto di essere “
umani soli “ osserviamo che
la solitudine è una brutta
rogna.
Noi del comitato “ Spiaggia
libera Lungomare Rodi”,
definiti “umani soli” in
senso dispregiativo, proprio
soli non siamo. Lo si può dire,
ma cose così si dovrebbero
dimostrare.
Sicuramente non ci assimiliamo
agli animali. Questo
“privilegio” lo lasciamo ad
altri.
Noi “ umani soli ”
abbiamo donne e uomini accanto.
Abbiamo mogli, mariti, figli,
nipoti famiglie. Abbiamo
bambini.
Noi preferiamo di gran lunga
guardare gli occhi dolcissimi,
luminosi e innocenti dei nostri
bambini .
Le nostre frustrazioni,
ammettendo di averne, sono di
altra natura. Si chiamano
lavoro, salute, scuole, problemi
sociali, pulizia, sicurezza,
igiene, ecc.
Le frustrazione altrui ci
dispiacciono quel tanto che
basta, ma poi ci lasciano,
purtroppo per loro,
indifferenti.
Noi “umani soli” non
abbiamo bisogno di “crearci “
una compagnia, specie quando la
nostra compagna o il nostro
compagno è un sottomesso/a.
Noi con i nostri compagni/e
vogliamo parlarci e avere
risposte nella stessa lingua,
vogliamo capirci e aiutarci a
vicenda, vogliamo ridere e
sorridere guardando i nostri
bambini che corrono liberi sulla
spiaggia, in totale
tranquillità, sicurezza fisica
e igienica, lontani da ogni
forma di pericolo, specie se a
quattro zampe.
Tristi sussulti provocatori non
ci turbano più di tanto.
Li comprendiamo e ne abbiamo
commiserazione, anche se molte
volte abbiamo pensato che in
ogni cosa ci dovrebbe essere un
limite.
Da un po’ di tempo a Giulianova
alcuni predicano che gli
animali sono più intelligenti e
umani degli uomini. Noi restiamo
e resteremo della nostra
opinione fino a quando non
vedremo uno di questi
“umanissimi” animali portare al
guinzaglio, con un bel collare
al collo, il proprio padrone
che scu …. scodinzola gattoni
per la strada e, se di razza
feroce, con tanto di museruola.
Ci piacerebbe. Una scena così ci
piacerebbe proprio.
La moda dell’animale in casa
nasconde spesso profonde
carenze affettive, problemi di
pura solitudine (soprattutto
interiore ) e sono molti quelli
che si illudono di risolverla
adottando un animale ( o
comprandolo a suon di centinaia
di euro ).
Noi “ umani soli” abbiamo
invece affetti familiari e
amicizie tali da non farci
desiderare alcun animale, e
anche quando gli animali li
abbiamo, li curiamo
amorevolmente senza però
perdere mai di vista il
concetto che noi siamo persone e
loro animali.
E allora vorremmo lanciare la
nostra provocazione a questi
animalisti che si intristiscono
perché alcune cose non sono loro
concesse, perché non possono
avere tutto.
PERCHE’ INVECE DI SPENDERE TANTI
SOLDI PER ACQUISTARE, NUTRIRE
E CURARE UN ANIMALE NON
ADOTTATE UN BAMBINO POVERO O
ORFANO O BISOGNOSO DI CURE,
GIUSTO PER VEDERE POI QUANTO
GLI OCCHI, LO SGUARDO E IL
SORRISO DI UN BAMBINO FELICE
SONO PIU’ DOLCI E BRILLANTI DI
QUELLI DI UN ANIMALE.
Pietro Promenzio
Dato che dal mio ultimo
intervento non ho avuto (o non
ho cercato) occasione per
sottoporre ai lettori un secondo
articolo di Massimo Fini ,
pubblicato sul giornale “ Il
Fatto Quotidiano “ con il quale
esprime nuovamente il suo
pensiero sulla moda dei cani, lo
faccio ora, per stimolare la
riflessione del lettori stessi
ed eventualmente sentire qualche
altra opinione.
Ringrazio il Dott. Massimo Fini
per avermi autorizzato a rendere
nuovamente pubblici i suoi
articoli e auguro a tutti buona
lettura.
Molto rispetto per i cani
nessuno per gli umani
Sulla Gazzetta Ufficiale è stato
pubblicato il decreto attuativo
della norma, varata nel 2010 dal
governo Berlusconi, che rende
obbligatorio il soccorso di
“cani, gatti, ed esemplari di
ogni altra specie vittime della
strada”. All'obbligo corrisponde
il diritto, per chi abbia
caricato l'animale ferito, di
suonare il clacson a manetta, di
superare i limiti di velocità,
di violare i segnali stradali,
di utilizzare la corsia di
emergenza, di compiere manovre
azzardate, di infischiarsene
della polizia, di mandare a quel
paese i posti di blocco esibendo
la vittima più o meno
agonizzante.
Conoscendo la fervida fantasia
dei napoletani (ricorderete le
magliette decorate con la
cintura di sicurezza quando fu
introdotto questo strumento di
tortura) c'è da giurare che dal
27 dicembre, giorno in cui
l'obbligo entra in vigore,
saranno in molti a portarsi in
macchina un gatto un po'
malconcio. Per i camorristi sarà
un fescennino. “Alt, polizia!”.
“Ma non vede, brigadiere, che ho
a bordo un gatto appena
investito? Se non lo porto
subito in un ambulatorio
specializzato passo l'anima dei
guai”. “Mi scusi, vada pure”.
Per l'ex ministro Michela
Vittoria Brambilla, pasionaria
dell'animalismo come tutte le
signore-bene che non hanno altro
cui pensare, viene “riaffermato
un indiscutibile principio di
civiltà”. Per Gianluca Felicetti
della Law (Lega antivivisezionie)
“è stato preso atto di un comune
sentire. Siamo riusciti a far
inserire il pieno riconoscimento
del privato cittadino che porta
in un ambulatorio una vittima
non umana”. A parte
l'involontaria comicità della
'vittima non umana' (Del topo di
fogna che ci attraversa
improvvisamente la strada che ne
facciamo, lo portiamo al pronto
soccorso a sirene spiegate? E i
moscerini che si schiacciano sul
nostro parabrezza? Verrà vietato
l'uso del tergicristallo?) a me
pare che nella nostra società ci
sia una sensibilità esasperata
per le vittime, della strada e
non, 'non umane' e molto meno
per quelle umane. Il che non
dice nulla di buono. Mentre cani
e gatti vanno in giro
incappottati e impellicciati,
una settimana fa al Parco Lambro,
a Milano, un vecchietto è
rimasto per due giorni stecchito
su una panchina senza che
nessuna delle numerose persone
che vi fanno jogging se ne
accorgesse o facesse finta di
accorgersene. E per me vale
sempre ciò che ha scritto Ernest
Hemingway (un'amante di quella
corrida che oggi si vuole
abolire, dimenticando che una
certa aggressività è necessaria
agli uomini perché non si
scannino fra di loro) in
'Morte nel pomeriggio': “Io sono
persuaso, per esperienza e
osservazione, che coloro i quali
si identificano con gli animali,
vale a dire gli innamorati quasi
professionisti di cani e altre
bestie, sono capaci di una
maggiore crudeltà verso gli
esseri umani di coloro che
stentano a identificarsi con gli
animali”.
Massimo
Fini
Il
Fatto Quotidiano, 22 dicembre
2012 |