L’Aquila,
22.5.2015 -
Un entusiasmo travolgente ha animato
questa mattina la storica Piazza Duomo a
L'Aquila per l'evento finale di “Domani
è già qui”, il
progetto ideato dal Comitato regionale del
Centro Sportivo Italiano e da sei Federazioni
partner per sostenere la coesione sociale
nell'area del cratere sismico attraverso la
promozione dello sport nella scuola primaria.
Protagonisti del villaggio sportivo arancio-blu
allestito in piazza Duomo sono stati i ragazzi
delle scuole coinvolte nel progetto: 8
istituti scolastici, quasi 30 plessi e
3.000 alunni abbracciati nelle
province di L’Aquila e Teramo, anche al di fuori
del cratere sismico.
I ragazzi hanno
giocato sotto la guida esperta dei venti
operatori del CSI che hanno organizzato le varie
discipline. L'apice dell'entusiasmo si è
raggiunto con l'arrivo in piazza dei testimonial
del progetto: i campioni Luca
Morisi,
rugbista della nazionale italiana; Fabrizia
D’Ottavio,
vicecampionessa olimpica di ginnastica ritmica
nel 2004; i fratelli Andrea
e Pierluigi Di Marcello,
atleti di spicco della pallamano nazionale. Sono
stati loro a consegnare a tutte le classi
partecipanti il gioco in scatola “Domani è già
qui”, ideato dagli operatori del CSI sulla base
degli incontri e delle attività nelle scuole.
«La gioia di
questi bambini può spingere la ricostruzione di
questa città – ha dichiarato Luca Morisi
-. Ripartendo dai valori fondamentali dello
sport, impareranno ad avere molta fiducia nel
futuro e molta dedizione nel lavoro. Non ho
vissuto di persona quanto successo, quindi è
un'esperienza importante per me conoscere quanti
giorno per giorno partecipano alla
ricostruzione, per non far scendere il silenzio
su L'Aquila».
«Ho cercato di
raccontare in maniera semplice, attraverso la
mia esperienza sportiva, i valori e i principi
con i quali dovremmo vivere ogni giorno – ha
dichiarato Fabrizia D’Ottavio – Lo
sport va preso come palestra di vita e momento
di condivisione. Oggi ne abbiamo avuto la
dimostrazione, portando un po' di colore e di
vita in una città che si sta rialzando dopo un
brutto colpo. I bambini hanno socializzato e
magari qualcuno deciderà anche di avvicinarsi
agli sport praticati oggi».
«Siamo qui per
trasmettere messaggi che accomunano le nostre
passioni e le nostre vite sportive al momento
che stanno vivendo le popolazioni del cratere
– è intervenuto Pierluigi Di Marcello –
Non bisogna mollare mai. Nello sport, oltre
alle vittorie, ci sono anche le sconfitte. Si
possono ricostruire le carriere sportive e anche
le città affrontando le sfide con passione,
sacrificio, dignità e voglia di raggiungere gli
obiettivi».
«Sono onorato di
aver partecipato a questo bellissimo progetto
per cercare di aiutare i ragazzi con
l'esperienza mia e degli altri campioni – ha
detto Andrea Di Marcello – Il
messaggio importante è quello di avvicinarsi
allo sport perché è una palestra di vita dove si
imparano i valori dell'educazione. Può essere un
esempio di come ripartire in circostanze
difficili, perché il senso dello sport è il
sacrificio».
Parallelamente, nel
vicino Palazzetto
dei Nobili,
si è tenuto un convegno dove sono stati
illustrati a dirigenti scolastici, docenti ed
esperti del settore la metodologia del progetto,
i dati scaturiti dai rilevamenti, i materiali
prodotti e sono state tracciate le linee future
di intervento in vista di una replica
dell’esperienza.
Il presidente del
CSI Abruzzo, Angelo
De Marcellis,
ha dichiarato: «Il progetto non poteva
concludersi meglio. Si rinnova l'importante
alleanza educativa che il CSI ha stretto con il
mondo della scuola. È stata una giornata
importante che ha segnato la conclusione delle
numerose attività che il CSI ha svolto
all'interno del cratere sismico, raccogliendo
l'entusiasmo dei docenti e dei ragazzi
coinvolti. Le tre parole chiave della giornata
sono l'impegno degli operatori che hanno portato
avanti quest'attività nelle scuole per l'intero
anno scolastico; l'esempio dei campioni che si
sono susseguiti in questi mesi, ma anche e
soprattutto in questo evento finale; e la gioia
dei bambini che sia negli istituti, sia in
piazza hanno ripagato gli sforzi profusi per
raggiungere gli obiettivi del progetto». |