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Numero 9 - Luglio
 
il profilo
 

Valeria Ramaglia con il marito Michael sul Belvedere, luogo-simbolo di Giulianova,  nel giorno del matrimonio celebrato con rito civile

 
Valeria Ramaglia, 43 anni, neuroimmunologa, coniugata con un figlio, è dal 2017 Ricercatrice Associata presso il Dipartimento di Immunologia dell’Università di Toronto in Canada, dove si occupa di studiare le cause e i rimedi per la sclerosi multipla e vi ha fondato e coordina il “Toronto MS Network” che favorisce la comunicazione tra dottori negli ospedali e scienziati nei laboratori per collaborare ai fini di ottenere al più presto una cura per la sclerosi multipla. Valeria contribuisce anche al training di studenti di master, di dottorato di ricerca e studenti universitari della Facoltà di Medicina.

Valeria nella sua carriera ha ricevuto varie borse di studio e borse di ricerca in collaborazione con altri colleghi, tra cui le più recenti includono:

- Nel 2019, un Grant della “Global Multiple Sclerosis Innovation (GMSI)” per applicare una nuova tecnologia che permette di guardare in modo innovativo all’ interno del cervello di pazienti affetti dalla sclerosi multipla.

- Nel 2018, un Grant della “Multiple Sclerosis Society of Canada Research Foundation” per studiare il ruolo del sistema immunitario nei pazienti con la sclerosi multipla di tipo progressivo.

- Nel 2017, un Grant della “National Multiple Sclerosis Society, USA” per studiare le modificazioni dei circuiti cerebrali nei pazienti con la sclerosi multipla di tipo progressivo.

Valeria ha presentato i risultati delle sue ricerche a conferenze scientifiche di calibro internazionale, tra cui ACTRIMS (Americans Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) and ECTRIMS (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) ed ha ricevuto molteplici riconoscimenti, tra i quali:

- Nel 2020, selezionata per il programma “Young Scientist Summit” dell’ ACTRIMS ad Austin in Texas – che riunisce giovani eccellenze nel campo della ricerca sulla sclerosi multipla.

- Nel 2019, il “Global Multiple Sclerosis Innovation Award” - premio conferito a Berlino come riconoscimento del contributo alla ricerca sulla sclerosi multipla

- Nel 2009, il “PhD Thesis Award” che premia la miglior tesi di Laurea di dottorato del Centro Medico Accademico dell’ Universita’ di Amsterdam.

- Nel 2003, il “Government of Canada Award”, che riconosce eccellenze tra gli studenti delle Facoltà Universitarie Italiane per perseguire gli studi post-Universitari in Canada.

Ancor prima della Laurea in Scienze Naturali, ottenuta cum laude presso l’Università degli Studi di Bologna, Valeria vinse la borsa di studio ‘Overseas’ per integrare i suoi studi presso la York University in Canada. Appena dopo la Laurea, un ulteriore riconoscimento dal Governo del Canada l’ha riportata in Canada, questa volta presso l’Università di Toronto dove ha completato un Master in Fisiologia, studiando i meccanismi che permettono ad alcuni animali di sopravvivere con minimi livelli di ossigeno nel sangue.

L’intento ultimo di questi studi è di imparare dal mondo animale strategie di sopravvivenza che potrebbero essere utili all’uomo in condizioni di patologie dove l’ossigenazione del cervello è limitata, come nel caso di infarti cerebrali.

Tornata in Europa, ha accettato una proposta di dottorato in Medicina presso il Centro Medico Accademico dell’Univesità di Amsterdam in Olanda, seguito da esperienze di post-dottorato prima presso il Dipartimento di Immunologia a Cardiff, nel Galles, e poi presso la “Netherlands Brain Bank” (una delle banche di cervelli umani più riconosciuta al mondo) ad Amsterdam.

 
 
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ATTUALITA'
giuliesi nel mondo 2020

 

di Ludovico Raimondi
 
Scienziata a Toronto
Valeria Ramaglia sulle tracce della cura per la sclerosi multipla
 

 

LUGLIO 2020 - In Canada, lavora e vive Valeria Ramaglia, 43enne scienziata neuroimmunologa. La nostra brillante concittadina giuliese è Ricercatrice Associata presso il Dipartimento di Immunologia dell’Università di Toronto, dove si occupa di studiare le cause e i rimedi per la sclerosi multipla, e dove ha fondato e coordina il “Toronto MS Network” che favorisce la comunicazione tra dottori negli ospedali e scienziati impegnati nel raggiungimento dell'obiettivo di sconfiggere una patologia che colpisce milioni di persone nel mondo.

Dopo avere spiccato il volo dall'Italia, una volta conseguite la maturità al Liceo Scientifico "Marie Curie" di Giulianova e la laurea in Scienze Naturali all'Università di Bologna, Valeria fin da giovanissima ha ottenuto riconoscimenti, borse di studio e di ricerca in Europa, in Usa e in Canada. La sua ricerca ad oggi è risultata in varie pubblicazioni scientifiche ed alcuni dei sui studi sono alla base della fondazione di un’azienda farmaceutica (Regenesance BV, oggi Complement Pharma) che si occupa di produrre medicinali per il trattamento di malattie neurodegenerative.

Davanti a Valeria continuano ad ampliarsi orizzonti scientifici davvero prestigiosi a livello internazionale. Possiamo ben dire che la nostra rubrica si trova al cospetto di una donna solare e di una professionista che rappresenta molto di più di un'eccellenza giuliese e italiana.

- Valeria, puoi spiegarci qual è la tua professione e in cosa consiste il tuo lavoro?

Sono una scienziata con specializzazione nel campo della neuroimmunologia. Questa è un’area che si occupa di capire come il sistema nervoso ed il sistema immunitario interagiscono in condizioni di normalità ed in condizioni patologiche. Riguardo alle condizioni patologiche, studio in particolare, la sclerosi multipla. In questa malattia il sistema immunitario attacca il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) sfociando in una patologia autoimmune. Per i miei studi utilizzo modelli animali e cervelli di pazienti che purtroppo sono deceduti a causa della sclerosi multipla ma che hanno fatto alla scienza il regalo più grande, ovvero quello di donare il proprio cervello per essere esaminato al fine di poter giungere al più presto ad una cura che possa aiutare altri malati. Oltre alla ricerca, il mio lavoro consiste anche nel formare gli studenti di master e dottorato e contribuire alla didattica degli studenti della Facoltà di Medicina impartendo loro lezioni di neuroimmunologia. Infine, scrivo e racconto quello che imparo. Quando arriviamo a dei risultati, piccoli o grandi che siano, questi rappresentano per noi passi importanti che comunichiamo e condividiamo con l’intera comunità scientifica tramite pubblicazioni e presentazioni a conferenze nazionali ed internazionali. Il valore aggiunto del nostro lavoro, quindi, è proprio quello di mettere a fattor comune i risultati con tutti gli altri laboratori affinché si possano approfondire le cause di questa malattia e trovarne i rimedi. La battaglia contro la sclerosi multipla non si vince da soli.

- Su una scala da 1 a 10, a quale livello è giunta la ricerca sulle cause e sui rimedi della sclerosi multipla?

Credo che la ricerca sulle cause e sui rimedi della sclerosi multipla sia arrivata ad un livello avanzato, probabilmente un 7. Gli ultimi dieci anni hanno visto enormi progressi nel campo della ricerca scientifica che sono risultati in molteplici trattamenti approvati e molti altri in via di sperimentazione. Grazie a questi trattamenti, i pazienti possono mantenere una buona qualità di vita con un’aspettativa non molto differente dalla normalità. Perché non ho dato un voto più alto? Perché, mentre i trattamenti disponibili sono efficaci nel contenere la forma della sclerosi multipla di tipo recidivante-remittente (cosi chiamata perché caratterizzata da episodi acuti di disabilità alternati a periodi di completo o parziale benessere), questi risultano inefficaci per la sclerosi multipla di tipo progressivo, che è una forma caratterizzata da una disabilità persistente. La comunità scientifica, me inclusa, sta lavorando per adempiere a questa esigenza.

- E alla luce dei risultati raggiunti, è possibile identificare con maggiore chiarezza, a scopo preventivo, gli agenti e fattori prevalenti che influiscono sulla nascita di questa malattia e se c’è una fascia di età particolarmente a rischio?

La sclerosi multipla è una patologia molto complessa. Le cause che la determinano sono un concatenarsi di fattori genetici ed ambientali come ad esempio il livello di vitamina D, l’esposizione a certi virus, la composizione della flora intestinale. Quest’ultima è divenuta una nuova area di ricerca in molti campi della medicina, compresa la neurologia, perché quello che risiede nel nostro intestino può influenzare processi normali e patologici nel nostro cervello. Nonostante possa colpire ad ogni età, anche pediatrica, la sclerosi multipla colpisce più comunemente la fascia di età dai 20 ai 40 anni. Quindi è una fascia di giovani adulti.

- Pensi che la scoperta della cura della sclerosi multipla possa valere il riconoscimento del premio Nobel?

Assolutamente si. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone al mondo affette da sclerosi multipla, di cui 600.000 in Europa e circa 122.000 in Italia. Con questo non intendo dire che le malattie rare siano meno importanti ma questi numeri danno il senso di quanto esteso sia il problema della sclerosi multipla. Credo che difficilmente sarà un solo team di scienziati a trovare la cura ma è più realistico pensare che la collaborazione tra molti porterà ad una soluzione definitiva.

- Quando hai capito qual era la tua strada nella professione e nella vita?

Sin dai tempi del Liceo Scientifico "Marie Curie" a Giulianova ho avuto una predilezione per le materie scientifiche che mi ha poi portato alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali all’Università di Bologna. Da lì una serie di borse di studio ed esperienze all’estero hanno aperto la mente e le porte a molteplici possibilità. Credo di aver colto quelle giuste per la mia crescita umana e professionale.

- Quanto tempo riesce a dedicare alla famiglia e agli hobby una scienziata impegnata, come nel tuo caso, in ruoli di responsabilità e impegno così elevati?

Ci sono e ci sarò sempre per la mia famiglia. Sicuramente è molto impegnativo ma nulla mi impedisce di dedicare del tempo prezioso a mio figlio Raphael di 4 anni. Durante questi mesi di quarantena più che mai è stata dura poter conciliare lavoro e casa. Non so se sia rilevante qui, ma ho imparato tutti i nomi dei super eroi e villani, che siano Marvel o DC, che facciano parte degli Avengers o dei Guardiani della Galassia. Inoltre, ogni anno nel periodo estivo torno in Italia per godermi l’altro pezzo importante della mia famiglia, mia madre Giovanna e mio fratello Luca e la bella Giulianova. Riguardo agli hobby, amo dipingere ma durante la quarantena mi sono divertita a scrivere un libro per bambini dove spiego, attraverso una favola, cosa sia il coronavirus, cosa fare per proteggersi, come apprezzare i momenti trascorsi chiusi in casa ed ovviamente l’attesa e l’arrivo del vaccino per tutti. E’ un progetto nato dalla richiesta di una maestra di mio figlio di proporre un intervento durante una delle sue lezioni. Raphael ed io l’abbiamo poi letto alla sua classe durante una lezione in videoconferenza.

- Hai conseguito riconoscimenti, premi e attestati un po' ovunque. Perchè Toronto e il Canada nel tuo destino?

Famiglia è la parola magica. Anche se la mia famiglia di origine non è vicino a me fisicamente, la famiglia di mio marito Michael vive a Toronto. Inoltre, l’Università di Toronto è un centro di eccellenza accademica e scientifica nel Nord America e nel mondo. Qui ho trovato ‘il giusto mezzo’.

Valeria Ramaglia durante la discussione della tesi di dottorato all’Università di Amsterdam

 

- A proposito di Canada. Sconfinando nell’attualità della cronaca, come si vive lì l’emergenza Coronavirus

Fortunatamente, il Canada ha aperto occhi e orecchie all’Italia durante questa emergenza ed il distanziamento sociale è stato applicato quasi da subito. Anche se decessi ci sono stati ed ancora permane lo stato di allerta, questo atteggiamento preventivo ha evitato di raggiungere gli altissimi numeri di contagiati e decessi registrati in Italia. Lentamente si torna ad una situazione di semi-normalità ma senza abbassare la guardia.

- Anche se non è il campo specifico delle tue ricerche e del tuo lavoro, che idea ti sei fatta circa le possibilità e i tempi di scoperta del vaccino anti-COVID-19?

In realtà è una domanda azzeccata. Oggi anche il nostro laboratorio, come altri che generalmente non si occupano della ricerca sui coronavirus, ha dedicato risorse allo studio del SARS-CoV-2, il coronavirus responsabile della malattia COVID-19. La scoperta di un vaccino richiede normalmente tempi molto lunghi. Dal momento in cui si identifica il codice genetico del virus, bastano poche settimane per generare dei potenziali vaccini ma poi questi andranno testati prima sugli animali (fase preclinica) e poi sull’uomo. Questa ultima fase può durare per anni. Ci sono almeno due vantaggi che il vaccino contro il SARS-CoV-2 ha su altri sviluppati in precedenza:

1) Gli scienziati di tutto il mondo ci stanno lavorando. Come ho accennato, anche il nostro laboratorio si è messo all’opera in brevissimo tempo in tal senso. Noi studiamo come il sistema immunitario dell’uomo combatte il SARS-CoV-2. Perché se è vero che molti soccombono al COVID-19, molti altri lo vincono. Allora, possiamo imparare dal nostro stesso sistema immunitario come combattere il COVID-19? Ciò che impareremo contribuirà alla scoperta del vaccino;

2) Questo coronavirus non sembra mutare molto a differenza di altri virus come l’influenza oppure l’HIV. Si tratta di un vantaggio fondamentale credo. Preparare un vaccino è come preparare l'identikit di un ricercato. Questo identikit viene poi iniettato nel nostro organismo in modo tale che il sistema immunitario possa usarlo per riconoscere il virus ed essere pronto ad attaccarlo immediatamente. Ora, immagina di essere il disegnatore che prepara l’identikit. Se il virus cambiasse continuamente sarebbe un lavoro difficile rappresentarlo. Ma se non cambia, l’identikit può essere molto accurato. Con un identikit accurato alla mano, il nostro sistema immunitario ha un’arma in più per sconfiggere il virus.

Ad oggi ci sono più di 100 vaccini contro il SARS-CoV-2 in fase di sperimentazione preclinica (su animali) e 2 all’ultima fase (fase III) di sperimentazione sull’uomo. E’ difficile fare previsioni sui tempi di scoperta del vaccino ma credo sia una questione di mesi e non di decine di anni.

- Oltre che a te stessa, indubbiamente, a chi e a cosa devi i tuoi successi professionali?

L’esempio della mia famiglia è stato ed è tuttora una guida preziosa. Mio marito Michael mi supporta quotidianamente. Mio padre Carlo, che ha lavorato per anni al Banco di Napoli di Giulianova Lido, mi ha insegnato l’impegno ed il rispetto per il lavoro, sempre svolto con onestà ed anche modestia. Mia madre Giovanna è un esempio di dedizione alla famiglia, di sacrifici fatti con amore e sempre col sorriso, e di gratitudine per i traguardi raggiunti. Mio fratello Luca (qui nella foto con Valeria) mi insegna di non smettere mai di sorridere e di sognare. Poi ci sono i mentori che ti guidano e promuovono. Forse bisogna anche avere un po’ di fortuna nell’incontrare quelli giusti ma credo che il loro sostegno sia fondamentale nel raggiungere i successi professionali.

- Nel cassetto hai dei sogni non realizzati che possono ancora avverarsi?

Sono felice ma non bisogna smettere mai di sognare.

- Hai lasciato giovanissima Giulianova. Cosa ti manca della tua città d’origine?

Mi manca ciò che può sembrare scontato a molti: la possibilità di poter passare da mamma anche solo per un caffè, una passeggiata in bici con mio fratello, il profumo e i colori dell’estate, una cena di arrosticini con gli amici!

- E cosa senti di portare dentro di te della giuliesità?

Non so se faccia parte della giuliesità o dell’italianità, ma la resilienza è ciò che porto dentro di me.

- La domanda canonica per i Giuliesi nel mondo: se ti dico Cupola di San Flaviano, cosa ti viene in mente d’acchito?

Casa.

 
(foto poste a disposizione da Valeria Ramaglia, che ringraziamo)
 

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