Pescara,
7.7.2012 (Numero 5) -
Il poculo
appartiene all’alba della civiltà
manifatturiera. Gli antropologi, tra i quali il
teramano Giuseppe Profeta, (cfr. La logica
del recipiente, Firenze, Olschki, Lares, A.
XXXIX, N 3-4, pp. 209-291), lo collocano tra la
classe dei recipienti per bere.
Praticamente, il
poculo è l’antenato del bicchiere. Prima della
diffusione, a largo raggio, dei bicchieri di
vetro, in Abruzzo pastori e contadini lo
realizzavano con il corno bovino facendo
attenzione a sezionare la parte che consentisse
la sicura ortostaticità del recipiente.
Ovviamente, la
morfologia del poculo in corno bovino era
condizionata dall’anatomia dell’apparato corneo
dell’animale. Spesso, la parte sezionata si
identificava con la geometria del tronco di
cono.
Poiché le fasi del suo sviluppo
morfologico e merceologico si sono accavallate e
intrecciate, famosi studiosi hanno ipotizzato
che il primo esemplare potrebbe essere stato
ideato e costruito dai foggiatori del
Popolo delle Ciotole,
nucleo
preistorico di difficile datazione.
In Abruzzo, e non
solo, dopo il modello realizzato dai pastori e
dai contadini in corno di bue, pignatari,
ceramisti e fusari sostituirono la morfologia
tronco-conica con quella cilindrica e vi
aggiunsero, considerandolo elemento tecnologico
innovativo, un manico.
Testimonianze
archeologiche sono state dissepolte in Egitto,
in Grecia, in Anatolia, in Italia meridionale,
nei villaggi agricoli dei Balcani, in Moravia,
in Spagna, in Francia, in Portogallo e nelle
pianure russe. In Abruzzo frammenti di poculi
sono emersi a Bolognano (Grotta dei Piccioni) e
ad Assergi (Grotta a Male).
In moltissimi
reperti sono state riscontrate le tracce del
passaggio del Popolo delle Ciotole.
Gordon Childe asserisce che “dovunque il
Popolo delle Ciotole ebbe a stanziarsi
fiorirono stili locali” (cfr. V. Gordon Childe,
L’alba della civiltà europea, Torino,
Einaudi, 1972, p. 258).
Uno stile locale
fiorì anche in Abruzzo: esemplari in terracotta,
smaltati all’interno, furono prodotti nel
chietino a Lanciano; nell’aquilano ad Anversa e
nel teramano a Nocella. La produzione del poculo
in terracotta parzialmente smaltato era
garantito in Abruzzo dai pignatari essendo i
ceramisti di Castelli, Rapino, Bussi, Palena e
Torre de’ Passeri impegnati nella realizzazione
di vasellame più raffinato e decorato.
Il poculo fu
prodotto in Abruzzo anche dai fusari di Arsita e
di Pretoro. Il loro modello, foggiato per essere
recipiente da bere, è stato successivamente
adoperato come portamatite.
Poculi più
raffinati sono stati prodotti, in Abruzzo,
anche da orafi. Un esemplare in rame argentato,
cesellato e niellato ad arte, venne foggiato ai
primi del Novecento dall’orafo pescarese Enrico
Coppa, la cui bottega, sita a Pescara in via
Teramo, è attualmente condotta e gestita dal
nipote Pierluigi Ferracuti al quale insegnai
disegno e storia dell’arte. |