ATTIZZAFUOCO
E FURCINONE
UTENSILI
INDISPENSABILI ALLE ATTIVITA’ PASTORALI
Pescara,
14.7.2012 (Numero 6) -
Il pastore ”da secoli, da millenni usa gli
stessi sistemi per allevare le greggi. Gli
stessi modi per mungere. Gli stessi strumenti
per cagliare”. (Cfr Paolo Toschi Arte
Popolare,Roma, Bestetti 1979). Arnesi
indispensabili alla cagliatura, erano e sono l’attizzafuoco
e il furcinone.
L’attizzafuoco (nella foto), archetipo di
ingegnosa realizzazione, veniva approntato dal
pastore sfogliando il tenero legno di ferula.
Il furcinone, prototipo di arcaica morfologia,
si ricavava tagliando da piante selvatiche di
ciliegio, di pruno o di pero rami con spuntoni
scalati a chiocciola. Nella utensileria del
pastore l’attizza fuoco è arnese indispensabile
per mantenere viva la fiamma durante la
cagliatura; mentre il furcinone, detto anche
menaturo o rivotiche, è strumento insostituibile
per avviare il taglio della cagliata.
Sull’attizzafuoco di ferula non ho
rinvenuto testimonianze iconografiche. Il
disegno posto a corredo illustrativo di questo
articolo è stato desunto dalla descrizione
fattami dal pastore Raffaele Delli Carri e
dall’antropologo Angelo Capozzi, entrambi di
Foggia.
Sul furcinone, invece, ho rinvenuto una
testimonianza grafica nell’opera “La Masseria”
di Leandro Ugo Japadre (Isola del Gran Sasso,
Eco Editrice, 1985), posta al numero 18 del
corredo illustrativo. Un esemplare di furcinone
si conserva nel Museo di Cerqueto di Fano
Adriano.
Alla testimonianza di Japadre e a quella del
Museo di Cerqueto (esemplare erroneamente
registrato come mestolo perla preparazione del
formaggio) ne aggiungo una più arcaica rilevata
da me direttamente sulla Maiella. Faceva parte
dell’utensileria di Domenico De Vincentis,
pastore non transumante di Roccacaramanico.
Attizzafuoco e furcinone non sono decorati.
L’eccezione, presumo, sia dovuta al fatto che i
due oggetti utili alla cagliatura, avrebbero
potuto bruciacchiarsi essendo quotidianamente a
contatto col fuoco.
Dalle ricerche sul campo ho appreso che l’attizzafuoco
veniva confezionato durante gli stanziamenti nel
Tavoliere delle Puglie, zona ricchissima di
arbusti di ferula. Il furcinone, invece, veniva
realizzato,durante gli alpeggi, nei sottoboschi
abruzzesi, zone ricche di piante selvatiche di
ciliegio, pruno e pero.
L’attizzafuoco di ferula e il furcinone di
ciliegio, testimonianze di sapide valenze
etniche, seducono di gran lunga di più degli
omologhi utensili foggiati in acciaio
inossidabile. Questi ultimi, freddi e
luccicanti, vengono mostrati da televisioni
pubbliche e private, in noti programmi
domenicali, mentre esaltano i prodotti della
cagliata ricavati da industrializzati caseifici
del nord e sud Italia. Dell’attizzafuoco di
legno di ferula e del furcinone di ciliegio,
invece, si era persa memoria. |