Pescara,
21.7.2012 (Numero 7) -
Un vecchio
proverbio recitava: è inutile che insisti,
tanto qui non ci cacci un ragno dal buco.
Questa proverbiale espressione dovrebbe aver
funzionato poco nel territorio di Atri-Tre
Ciminiere- Casoli. Qui, infatti, fino all’ultimo
decennio del secolo scorso, veniva impiegato un
sordino vegetale, detto della mosca, per una
caccia del tutto particolare: liberare dai ragni
rimesse agricole, cantine e vani sottoscala.
Il sordino
della mosca si ricava dalle cime delle canne
in piena vegetazione e,- anche se strumento
sonoro effimero, perché diventato grinzoso
ammutolisce- consente di emettere per qualche
giorno, se accortamente avvolto in un panno
umido, il caratteristico sibilo della mosca in
volo.
I ragni, attratti
da questo ultrasuono, escono dalle
proprie tane e, invece di catturare le mosche,
che credono impigliate nelle loro tele,
vengono schiacciati ed eliminati da chi poco
prima aveva suonato per stanarli.
La pratica di
ricorrere a questo ingegnoso metodo per
liberarsi dagli infestanti ragni è stata
mantenuta viva a Casoli di Atri da diversi
contadini e, specialmente, da Cesare Colleluori,
contadino settantaduenne nel 1995, epoca in cui
mi fornì la notizia e mi mostrò il metodo
impiegato per realizzare l’ancia.
Lo stesso
informatore asserì che la costruzione del
sordino della mosca risale a tempi
antichissimi. Personalmente aveva imparato ad
eseguire il taglio sul bocciolo di canna, per
creare l’ancia sonora, dal suo bisnonno.
Dallo stesso
aveva anche appreso la costruzione del flauto di
canna a due o più buchi, giocattoli sonori
ancora in uso nel teramano, come documentò,
pochi anni addietro, una interessante mostra
sui flauti di canna realizzata dal maestro
Pasquale Rasicci, di Corropoli, il quale
presentò, in una mostra didattica, strumenti di
canna costruiti dai suoi alunni con l’aiuto dei
parenti.
Di quella
intelligente manifestazione conservo un flautino
donatomi, su indicazione del loro insegnante,
dagli alunni che vigilavano durante l’apertura
al pubblico della mostra, allestita a Pescara,
nella scuola elementare di via Milano.
Nel 1995 il
sordino della mosca venne realizzato anche a Tre
Ciminiere dai ragazzi della quinta classe della
locale scuola elementare, sotto la guida della
maestra Floredana De Felicibus.
Una ben
articolata ricerca sui “ Giochi e giocattoli del
tempo dei nonni”,compresi flautini e sordini, fu
coordinata in Atri dalla direttrice didattica
Gabriella Serafini, di Silvi.
Un puntuale
elenco sui giochi del passato è pubblicato nel
volume Atri e la memoria di un tempo a
cura di Carmine Manco, L’Aquila, Regione
Abruzzo, 1995. |