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Numero 15 - Ottobre
 
il profilo
 

 
Nato a Giulianova nel 1976, Paolo Di Teodoro, dopo le scuole medie a Giulianova ha conseguito la maturità al Liceo Classico 'Melchiorre Delfico' di Teramo, città nella quale ha frequentato la Facoltà di Giurisprudenza per qualche anno. Ha coltivato la passione per il volo piuttosto tardi, a 26 anni, e ha ottenuto il brevetto di pilota privato a Pescara. Successivamente ha completato gli studi.

Immediatamente dopo  aver conseguito i brevetti da pilota commerciale, superando i necessari esami teorici e pratici in Inghilterra, presso la Oxford Aviation, e negli Stati Uniti, in Florida, nel 2007 Di Teodoro è stato assunto dalla Ryanair, compagnia con la quale ha lavorato fino al 2014 in Irlanda, Inghilterra e Italia.

Sei anni fa è stato selezionato dalla Qatar Airways  e da allora vive in medio oriente, a Doha. Come pilota di lungo raggio su Boeing 777, opera sia su aerei passeggeri che su quelli adibiti a operazioni cargo. Il tipo di operazioni lo porta a viaggiare e ad operare in tutti i continenti e nei maggiori aeroporti internazionali.

 

 

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giuliesi nel mondo 2020

 

di Ludovico Raimondi
 
Pilota di aviazione civile a Doha
 

Paolo Di Teodoro spicca il volo dal Qatar

 

 
ottoBRE 2020 - C'è un giuliese che vive tra le nuvole. E' Paolo Di Teodoro, 44 anni, pilota di aviazione civile in Medio Oriente. Ovvero tra i piloti migliori al mondo se quadra l'equazione con il prestigio riconosciuto alle compagnie aeree arabe, costantemente al top nelle classifiche internazionali per qualità di mezzi, servizi e personale.

Paolo risiede a Doha ed è pilota di ampio raggio ai comandi di Boeing 777 alle dipendenze della Qatar Airways, dopo i sette anni alla Ryanair appena conseguiti i brevetti di pilota commerciale a compimento della formazione specifica in Inghilterra e negli Stati Uniti.

Una carriera-lampo, la sua, considerato che è cominciata a Pescara «quasi per caso a 26 anni, a tarda età» rivela lui stesso.

Di sicuro, oggi Paolo, una volta sorvolata Giulianova, solca i cieli e si nutre delle bellezze terrestri di tutti i continenti grazie ad una professione che spesso si confonde con la vita privata ma resta tra le più emozionanti, affascinanti e suggestive in assoluto.

 

Paolo Di Teodoro con i genitori Marco e Paola

 

Paolo, pilota di aerei civili. Come dici tu stesso, una strada trovata tardi. Perché, non era nei tuoi progetti di studente e di ragazzo?

Ho cominciato ad interessarmi al volo tardi, più che altro per mancanza di informazioni su come intraprendere questa carriera. A dire il vero, ero interessato al mondo dell'aviazione come tutti i ragazzi della mia età ma non conoscendo nessuno di Giulianova che lavorasse nel settore ho creduto ai vari luoghi comuni che suggerivano occorresse una carriera militare o qualche laurea nell'ambito dell'Ingegneria, entrambi indirizzi che non mi hanno mai attirato. Difatti, ho perseguito studi umanistici frequentando il liceo classico di Teramo e sono arrivato al giusto percorso professionale solo anni dopo, quasi per caso, grazie all’incontro con il capo scalo di una compagnia aerea di Pescara che mi suggerì di cominciare l’addestramento con loro e i vari passi da seguire.

Per comprensibili ragioni, un pilota di aerei deve avere, tra i requisiti fondamentali, doti caratteriali di equilibrio e self control non comuni. Tu come ti definiresti di carattere?

Il mio carattere è sempre stato estroverso ma la disciplina e la calma necessaria per il mio lavoro sono dovute all’addestramento e al nostro modus operandi. Quello che conta alla fine è l’atteggiamento. Esistono molti tipi di personalità, quasi tutte compatibili con la mia professione, ma il modo in cui si impara a vivere le proprie emozioni dipende dalla disciplina appresa negli anni di addestramento. L’obbiettivo non è di distaccarsi da esse diventando una sorta di automa, piuttosto è quello di usarle a proprio vantaggio nel processo decisionale senza farsi travolgere dalle stesse, perché è proprio la "umanità" delle decisioni che le rende valide e più sicure per tutti.

Nelle classifiche annuali stilate dagli esperti e specialisti del settore, anche in base al gradimento dei viaggiatori, le compagnie aeree dei Paesi Arabi risultano costantemente le migliori al mondo. Essere pilota della Qatar Airway significa conseguentemente essere tra i migliori al mondo. Per te sicuramente sarà motivo di maggiore orgoglio...

Sono felice di essere stato selezionato da loro. Gli standard di qualità sono tra i più alti nel settore dell’aviazione e le loro macchine sono tra le più nuove ed efficienti al mondo, il che rende il mio lavoro più piacevole e più semplice allo stesso tempo.

Appunto, sempre sul tema, cosa porta le compagnie aeree arabe ad essere il top?

Questa domanda è piuttosto complessa, cercherò di essere conciso. La qualità di una compagnia aerea si basa su diversi fattori. Il mondo dell’aviazione richiede investimenti con costi altissimi in tecnologia, macchinari, risorse umane. Molte compagnie in Europa hanno cominciato costruendo la loro struttura dal basso e dovendo fare i conti, negli anni, con costi crescenti e invecchiamento di flotte e strutture. Nei paesi arabi, invece, hanno potuto fare ricorso a ingenti risorse finanziarie ottenute grazie allo sfruttamento delle loro risorse naturali. Ad oggi il Qatar, nonostante le sue ridotte dimensioni, possiede per esempio il secondo giacimento di gas naturale al mondo dopo la Russia e per queste ragioni la crescita esponenziale dei loro asset dell’ampio network e la qualità del loro personale rispecchiano il loro sforzo finanziario. Per intenderci, è come una squadra di calcio che, godendo delle migliori risorse finanziarie, riesce ad attrarre i migliori talenti sul mercato.

In questo difficile momento dovuto alla pandemia Convid 19 come è stata e viene affrontata la crisi del settore in Medio Oriente?

Come in Italia anche qui siamo stati in lockdown per diversi mesi e ancora adesso la situazione non si è del tutto normalizzata. Fortunatamente, la chiusura delle frontiere e l’impossibilità di raggiungere il paese se non per via aerea hanno impedito il diffondersi della pandemia in maniera estensiva. Anche qui usano un’app per tracciare i contatti in caso di positività e per avvisare i possibili contagiati, e il monitoraggio per temperatura e mascherine è obbligatorio ovunque. Anche noi piloti, come categoria, siamo soggetti a controlli frequenti, soprattutto su alcune destinazioni più sensibili e abbiamo a disposizione PPE ad ogni volo.

 

 

Un particolare del cockpit, la cabina di pilotaggio del Boeing777 governata da Paolo Di Teodoro

 

 

 

Fatte salve le dovute proporzioni, è azzardato pensare che un pilota di aviazione guidi un aereo con la disinvoltura di un autista al volante di un pullman o di una vettura di grossa cilindrata?

Posso dire che nel mio ambito lavorativo, diversamente da un lavoro di routine, ogni turno svolto non propone mai situazioni identiche ma solo condizioni analoghe, il che aiuta a prendere decisioni necessarie grazie all'esperienza costruita nel tempo, ma non garantisce quasi mai gli stessi risultati. Le variabili sono numerose e si diventa più veloci a prendere decisioni sebbene queste siano raramente identiche alle precedenti. Per farti un esempio, un pilota di Formula 1 conosce esattamente prima della gara l’inclinazione del tracciato, la consistenza dell’asfalto, il raggio delle curve, le capacita della monoposto e se fa bene il suo lavoro preparatorio sa che il numero di variabili che dovrà affrontare durante la gara sono a quel punto minime e questo lo rende più disinvolto. Quando noi ci prepariamo per un turno abbiamo un altissimo numero di informazioni che processiamo prima ancora di lasciare casa: meteo, nuove regolamentazioni, tipi di spazi aerei, operazioni in ambito oceanico o remoto, limitazioni tecniche del tipo di veicolo che ci viene assegnato, piani alternativi in caso di malfunzionamenti, tipo e disponibilità di assistenza tecnica in rotta e a destinazione, speciali esigenze dovute al tipo di passeggeri o al tipo di cargo trasportato e molte altre. Le interazioni fra queste rende impossibile avere un piano predefinito ma richiede un costante adattamento alle condizioni che man mano si presentano in forma nuova.

Per un pilota di ampio raggio, quali sono le turnazioni tra volo e riposo?

Una volta i turni erano gestiti esclusivamente da personale che doveva applicare normative e controllare riposi e servizi, come in tutti i settori oggi questo viene agevolato da software che aiutano il reparto turni a controllare il livello di fatica e la lunghezza dei turni basato su normative internazionali che limitano il massimo numero di ore lavorative. E' impossibile superare il numero legale grazie a questo sistema

Quale è stato il viaggio più lungo?

Il viaggio più lungo che ricordo è quello per la Nuova Zelanda che supera le 17 ore. Ovviamente ci sono diversi set di piloti che si alternano in cabina per turni così lunghi. E' anche uno dei viaggi più interessanti perché riesci a godere di due albe nella stessa giornata andando verso est.

Giocando un po' con la metafora, ti senti di vivere tra le nuvole? Ovvero, quanto e come la tua particolare professione influisce anche sulla tua vita privata?

La vita nei cieli è definitivamente diversa da quella a cui siamo generalmente abituati. Ci si abitua a separare le due cose e a provare nostalgia dell’una quando si vive l’altra. Difficilmente le sovrappongo, per me l’interruttore è quando indosso o rimuovo la divisa. Sovrapporre le due cose crea solo complicazioni nella mia esperienza.

Di Teodoro nel deserto di Doha

 

Hai famiglia e amici a Doha?

Al momento vivo a Doha da solo, ma viaggio spesso verso l’Italia.

Conosci l’arabo?

Non conosco l’arabo, sfortunatamente, ma solo l’inglese.

Che mondo è il Medio Oriente, considerata zona calda dal punto di vista degli equilibri mondiali ma al tempo stesso terra di opulenza e ricchezza per via del petrolio? E pensando a Giulianova, come la vedi nel raffronto con un mondo così diverso, una realtà di cui avere nostalgia?

Il Medio Oriente è piuttosto affascinante. Lo stile di vita nelle città è sorprendentemente simile a quello di molte capitali mondiali. Le persone identificano spesso questi luoghi come posti desertici, in realtà c’è veramente di tutto. Giulianova ovviamente per me è casa, mi piace moltissimo tornare e colgo ogni occasione per farlo. A parte in questo momento particolare ho il piacere di tornare spesso a godere del ritmo di vita e degli affetti familiari.

Tu sei cresciuto in una famiglia di calciofili che vanta una lunga tradizione nella storia nel calcio giallorosso, per ultimi tuo padre Marco, che ventenne ha militato nel Giulianova della epica promozione in Serie C nel 1971, e in precedenza suo fratello maggiore Gheri, tuo zio. Tu che rapporto hai avuto e hai con il calcio, che a Giulianova è una sorta di totem?

Il calcio è una passione di famiglia, come hai ben detto. Io ho fatto la mia parte seguendo e andando a vedere gli incontri al Fadini da ragazzo e da adolescente con gli amici, ma non ho ovviamente ereditato le capacita agonistiche dei miei predecessori. L’asticella era un po' troppo alta per me, ho dovuto percorrere un’altra strada.

Di Teodoro con il figlio maggiore Daniele, in occasione di una vacanza a Singapore. Il pilota ha anche una figlia minorenne, Sofia

 

Quali passatempi ti permettono di coltivare i lunghi viaggi da una continente all’altro?

Mi dedico alla lettura e allo sport da palestra ma ciò che preferisco è ovviamente esplorare nuovi posti nelle destinazioni dove mi trovo.

E quale posto ti ha affascinato e colpito maggiormente?

Ogni luogo ha il suo fascino, non sarei in grado di fare una classifica: le foreste, i deserti o i ghiacciai hanno tutti il loro perché. Posso dire che il posto che mi ha deluso di più è stato il polo nord, sorvolandolo non un granché da vedere. I luoghi invece che vorrei sorvolare di nuovo e presto sono l’Alaska, la Groenlandia, le foreste del Congo e le cascate Vittoria. D’altro canto, però, l’Italia è imbattibile dal punto di vista paesaggistico perché è un perfetto compendio di tutto ciò che si può trovare nel globo. Gli unici paesaggi che non sono riuscito a trovare da noi sono quelli della Nuova Zelanda, paese dove spero di tornare presto e che raccomando vivamente di visitare a chi non è mai uscito dall’Italia e desideri qualcosa di diverso. Se qualcuno potesse fare un solo viaggio nella vita quello sarebbe, a mio parere, il posto da non perdere.

Ma cosa emoziona di più un pilota di aerei: il senso dell'infinito del cielo o la bellezza dei paesaggi e degli ambienti terrestri?

Vedere dei posti nuovi o eventi atmosferici unici come aurore, albe e tramonti é bellissimo, ovviamente non lo nego soprattutto cose che non avevo mai visto o provato prima di diventare pilota come la linea giorno-notte in un unico orizzonte, i fuochi di sant’Elmo, le piogge torrenziali dei monsoni, gli uragani dell’ Atlantico visti dall’alto, arcobaleni circolari o l’odore dell’ozono nelle tempeste ad alta quota. Ma ciò che non finisce mai di stupire sono appunto gli stupendi, inusuali eventi atmosferici che sono veramente difficili da ignorare.

Quante volte ti capita, in un anno, di tornare a Giulianova?

Dipende. L’anno scorso almeno una volta al mese ma solo per periodi brevi.

La domanda di chiusura ai giuliesi nel mondo è: se dico Cupola di San Flaviano cosa ti viene in mente d’acchito? A te aggiungo: quante volte l’hai sorvolata?

Sì, ho sorvolato Giulianova parecchie volte e per me San Flaviano da Giuliese rappresenta la mia identità e orgoglio, una cartolina che porto con me in ogni viaggio.

 
(foto poste a disposizione da Paolo Di Teodoro, che ringraziamo per l’intervista e l’uso delle immagini nei limiti e nel rispetto della riservatezza previsti dal rapporto professionale con la compagnia)
 

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