COSTRUTTORI DI TRABOCCHI
IN ABRUZZO
con particolare riguardo ai
marinai del pescarese
Pescara,
11.8.2012 (Numero 10) -
I costruttori di trabocchi sono detti
traboccanti.
Dotati di consistente bagaglio
inventivo i traboccanti, utilizzando i materiali
più disparati e seguendo le normative
costruttive più diverse, sono riusciti a
soddisfare le esigenze dei pescatori senza
barche.
All’incirca, fino a qualche decennio dopo la
seconda guerra mondiale, molte famiglie di
pescatori traevano sostentamento dai trabocchi.
Oggi, dopo la rivoluzione industriale, su gran
parte dei trabocchi si fa pesca sportiva.
Tra questi operatori del mare, in attività tra
Ottocento e Novecento, vanno ricordati, per via
della loro particolare specificità
professionale, i traboccanti pescaresi:
Federico Greco, Egidio Sciarra, Gino De Simone,
Guglielmo Padovani e Attilio Giorgini, che
avevano costruito i loro trabocchi lungo il molo
nord del porto canale del fiume Pescara.
Quasi in simmetria costruttiva otto trabocchi
erano posizionati lungo il molo sud del Pescara:
quattro grandi e quattro piccoli.
Dei quattro grandi il più esterno era di
Concezio D’Incecco detto “magnaove”. Degli altri
tre due erano stati costruiti da Alberto Di
Giovanni, e uno da Giuseppe D’Incecco, detto “lu
caine”.
I quattro trabocchi più piccoli, detti trabocchi
quadrati per via della forma delle loro reti
erano di Cesare Di Luzio detto “ventidù”, di
Sabatino Pattara, detto “chicchinelle”, di
Alberto Gagliardi e di Tommaso De Acetis.
Gli otto trabocchi pescaresi del molo sud furono
attivi fino al 1985. La Capitaneria di porto di
Pescara in pari data né ordinò l’abbattimento
per far più posto al porto turistico.
In provincia di Chieti, il paese di San Vito
Chietino ebbe intere famiglie dedite alla
costruzione dei trabocchi. Di questi gruppi
resta memoria dei Verì ( Vitantonio, Orlando,
Tommaso, Nicola, Domenico, Agostino, Ernesto e
Giovanni) nonchè di alcuni componenti della
famiglia Annecchini (Cesare, Carlo,
Vito,Carmine, Raffaele, Gioacchino e Urbano).
A Vasto hanno lasciato tracce di questa attività
i costruttori Nicola Di Cintio, Ginesio D’Orazio
e Mario Marrocco. I trabocchi, dalle soluzioni
costruttive occasionali, rappresentano un
settore spontaneo di una forma di artigianato
autenticamente popolare, anche se ogni
costruzione deve essere considerata come pezzo
unico.
Per il buon funzionamento dei trabocchi oltre
alla corretta disposizione degli elementi
portanti e portati occorre disporre e collocare
ad arte anche i tiranti di pesi e contrappesi,
elementi indispensabili per equilibrare la
spinta in basso e la controspinta in alto delle
reti.
Sui trabocchi abruzzesi c’è sufficiente
iconografia. Mancano, invece, studi sistematici.
La letteratura scarseggia. Nel 2009 l’architetto
Ettore Cavone Felicioni, di Teramo, ha
pubblicato un interessante saggio sui trabocchi
di Giulianova, detti calascinni.
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