NEW YORK,
31.7.2015
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James Joseph Gene Tunney, divenuto
pacifico insegnante di Teologia all'Università
"Columbia" di New York, fu campione del mondo
dei massimi (1926-1928) dopo aver messo K.O.
l'amico-rivale Jack Dempsey con un gancio
poderoso che, stando al professore,
rappresentava la rivincita del K.O. subito
nel 1926 a Chicago.
Inutile insinuare che quei march furono il
frutto di un accordo preso tra i due "compari".
I pugni del primo come quelli del
secondo non registravano scambi "fraterni".
Basti citare che per quel combattimento
le cassette raccolsero oltre 125 mila spettatori
paganti e tre milioni di dollari.
«Furono
i combattimenti più feroci che io ricordi»,
asseriva Jack "lo spaccatore".
La figura di Tunney fu quella di un
grande combattente, riflessivo, capace di
trasformare un match di pugilato in una partita
a scacchi.
«Dopo Gene
(Tunney)
accusai un dolore feroce all'occhio destro che
gli specialisti non sapevano come...riparare, e
decisi di dire addio allo sport che avevo amato
più di tante altre cose
- affermò il grande Jack, un vero gentleman -.
Certo che un altro incontro simile non lo farei
nemmeno per 50 milioni».
Un particolare che Tunney ama ricordare a
distanza di tempo:
«Per
il primo match giunse il famoso gangster Al
Capone, indeciso su chi puntare. Dopo
domande e risposte e suggerimenti tecnici, il
grande Al puntò su Jack e incassò una somma
indescrivibile».
La risposte del professor Tunney alle nostre
domande mettono in luce un uomo sereno, colto,
un pensatore e un idealista. In fondo il Gene
Tunney di oggi
(fine anni '60; ndr) con
l'incipiente pancetta non è molto differente da
quello più giovane di 40 anni.
La
penna di Lino Manocchia
20 DOMANDE A…
GENE TUNNEY
Gene Tunney e Jack Dampsey ricevono lo
"Sportsman of the Year Award" il 31 gennaio 1968
Gene, perchè non s'interessa più di pugilato?"
«Non
mi interesso direttamente, ma la boxe resta
sempre la mia passione. Ho altre mire»
Quali?
«Insegno
all'Università, le basta?»
Al Garden ci va mai?
«Quando
posso. Del resto gli incontri odierni offrono
ben poco rispetto a 40 anni fa»
Perchè mister Tunney?
«Lo
chieda ai pugili del momento. Io penso
comunque che si tratta di mancanza di dignità
professionale»
Si salva nessuno? Chi farebbe salire in una
virtuale "Arca di Noe" pugilistica?
«Il
mio gatto, la domestica negra e qualche
trattato di teologia»
Allora Sonny Liston, Cassius Clay...
«Hanno
dei bei nomi, nomi da quadrato, gioia degli
annunciatori»
Se le chiedessi di fare di Clay un campione,
cosa
farebbe?
«Comincerei
col comprare un chilometro di nastro adesivo
per la sua bocca. Poi comincerei col destro e
poi...»
Mister Tunney non cade anche lei nel
sentimentalismo col comune… "ai miei tempi"?
«Ai
suoi tempi il pugilato era meno sofisticato»
Perchè mister Tunney?
«Lo
chieda ai pugili del momento. Io penso,
comunque, si tratta di mancanza di dignità
professionale. Non solo, sul ring
si pensava più alla folla che a noi
stessi»
La scomparsa della TV dal boxing americano
ne aiuterà la rinascita?
«Gli
spettatori saranno sempre quattro. Il prezzo
d'ingresso è troppo alto e il valore dei pugili
troppo basso»
Insomma, morte lenta del pugilato?
«Questo
mai, semmai sarà un incentivo a preparare dei
"veri pugili"»
Se incrociasse i guantoni oggi con Dempsey,
chi pensa vincerebbe?
«Senza
dubbio un impresario di pompe funebri»
Si sente molto vecchio?
«Abbastanza.
La mia vita oggi è regolata come un orologio.
Amo viaggiare... Sono stato anche tre volte a
Roma»
Che ne pensa della "Città eterna"?
«Le
svelo un segreto. Vorrei andare ad insegnare in
una scuola americana in Roma»
Gene Tunney è passato alla storia come il
pugile filosofo. Le piace?"
«Mi
piace. A quell'epoca studiavo filosofia e la
cosa colpì l'immaginazione dei giornalisti. Ma
la filosofia non c'entrava affatto»
C'è stato un pugile che sia emerso su tutti
gli altri?
«Forse
sì, ma i giudizi sono troppo personali. E'
difficile trovare l'esempio perfetto»
Lei è proprio un filosofo...
«E
lei mi sta mettendo all'angolo, come nemmeno
Dempsey riuscì»
Allora parliamo di altro. Di cosa?
«Dei
giovani odierni maltrattati da noi tutti. Quei
giovani che, salvo eccezioni, sono più
intelligenti di quanto fossimo noi, le pare?»
Se le dico sì dovrò stare attento a non far
leggere queste cartelle a mio figlio?
«E'
vero comunque. Posso assicurarglielo. Non
dimentichi che insegno»
"Mister
Tunney, questa rubrica dice: "20 domande a..."
ma non riesco a trovare la ventesima da
rivolgerle...
«Bene,
ne mandi 19 e sicuramente il suo direttore le
detrarrà la differenza dal suo salario, e grazie
del suo interessamento nei miei riguardi»
Il grande Jack, sofferente con l'occhio destro
decise di dire addio alle armi per
diventare Agente Costal Guard, sino a quando
costruiva il suo famoso Bar di Broadway. Tunney
divenne un fraterno amico che visitava di volta
in volta l'ex avversario. Nel 1978, ricevuta la
placca di
Man of the year
insieme a Dempsey, rendeva l'anima al Signore
per andare a riposare nel cimitero di Stanford
(Connecticxut) Aveva 81 anni. |