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Numero 2 - Febbraio
 
il profilo

 

 

Nata a Teramo il 22 febbraio 1970, Gladis Di Pietro è di radicata famiglia giuliese. Da 25 anni risiede a Roma. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, Università degli Studi de L'Aquila (1996) nell’ambito del progetto Erasmus con borsa di studio ha frequentato un anno accademico in Germania presso l’università di Regensburg (1993-94).

 

Nel 1997 ha iniziato la collaborazione con la casa di produzione Lux Vide SpA con un breve periodo di stage, nel Coordinamento e sviluppo Fiction occupandosi in particolare dei film TV: Fatima (Mediaset) e Cristallo di Rocca (Mediaset) e ad altri progetti in fase di sviluppo e pre- produzione: Il mondo alla fine del mondo, Presunti colpevoli, ecc.

 

Per la stessa Lux Vide, dal 1997 al 2010, ha rivestito il ruolo di Story Editor in moltissime serie, miniserie e film tv di grande successo:

 

Don Matteo (1998-1999) serie (16x50’) RAIUNO, regia di Enrico Oldoini, con Terence Hill, Nino Frassica, Flavio Insinna;

Angelo il custode (1999-2000) serie (8x100’) RAIUNO, regia di Gianfrancesco Lazzotti con Lino Banfi, Cristiana Capotondi, Laura Chiatti;

Don Matteo 2 (2000-2001) Producer e Story Editor Senior della serie (16x50’) RAIUNO, regia di Leone Pompucci, Andrea Barzini, con Terence Hill, Nino Frassica, Flavio Insinna;

Maria Goretti (2002) Film tv, RAIUNO, regia di Giulio Base con Luisa Ranieri, Martina Pinto;

Don Matteo 3 (2002) serie (16x50’) RAIUNO, regia di Enrico Oldoini e Andrea Barzini con Terence Hill, Nino Frassica, Flavio Insinna;

Nerone (2002-2003) miniserie, per il ciclo Imperium (6 da 2x100’) per RAIUNO, regia di Paul Marcus con Hans Matheson e Laura Morante;

Rita da Cascia (2003) miniserie (2x100’) per CANALE 5, regia di Giorgio Capitani, con Vittoria Belvedere;

Nati Ieri (2004-2006) serie (26x50’) per CANALE 5, regia di Paolo Genovese, Luca Miniero e Carmine Elia con Sebastiano Somma, Vittoria Belvedere, Lina Sastri;

Don Matteo 5 (2006) serie (24x50’) RAIUNO, regia di Giulio Base, Elisabetta Marchetti, con Terence Hill, Nino Frassica, Flavio Insinna;

Pompei (2006) miniserie (2x100’) RAIUNO, regia di Giulio Base con Lorenzo Crespi e Andrea Osvart;

Don Matteo 6 (2007-2008) serie (24x50’) RAIUNO, regia di Giulio Base, Elisabetta Marchetti, Fabrizio Costa con Terence Hill, Nino Frassica, Simone Montedoro;

Don Matteo 7 (2009-2010) serie (24x50’) RAIUNO, regia di Lodovico Gasparini, Giulio Base, con Terence Hill, Nino Frassica, Simone Montedoro;

Che Dio Ci Aiuti (2010), impostazione della serie (16x50’) RAIUNO;

Cenerentola (2010), miniserie (2x100’) RAIUNO, regia di Christian Duguay con Vanessa Hessler e Flavio Parenti.

 

Dal 2011 riveste il ruolo di Story Editor, Produttore Creativo, Script Development Executive, seguendo anche progetti per il Cinema per la Eliseo Multimedia (già Casanova Multimedia).

Tra le produzioni di maggiore successo:

Adriano Olivetti, la forza di un sogno (2011-2012), miniserie (2x100’) RAIUNO, regia di Michele Soavi, interpretato da Luca Zingaretti.

I misteri di Laura (2015) serie (8x80’) per CANALE5, regia di Alberto Ferrari, con Carlotta Natoli;

The Start Up (2015), RAI CINEMA, regia Alessandro D’Alatri;

Rocco Chinnici (2017), Film TV (1x100’) RAIUNO regia di Michele Soavi, interpretato da Sergio Castellitto, Cristiana Dell’Anna;

In Punta di Piedi (2017) Film TV (1x100’) RAIUNO regia di Alessandro D’Alatri, con Cristiana Dell’Anna e Bianca Guaccero;

La Strada di Casa 1 (2016-2018) serie (12x50’) per RAIUNO, regia di Riccardo Donna, con Alessio Boni, Lucrezia Lante della Rovere, Sergio Rubini;

Mia Martini (2018) Film Tv (1x100’) per RAIUNO regia di Riccardo Donna, con Serena Rossi, Maurizio Lastrico, Edoardo Pesce;

La Strada di Casa 2 (2018-2019) serie (12x50’) per RAIUNO regia di Riccardo Donna, con Alessio Boni, Lucrezia Lante della Rovere, Sergio Rubini;

Chiara Lubich, il mondo come una famiglia, (2019-2020) Film Tv per RAIUNO, regia di Giacomo Campiotti.

 

In preparazione: Fino all'ultimo battito (2019-2021) Serie (8x50’) per RAIUNO attualmente in fase di riprese e Blackout (2019-2021) Serie (12x50’) per RAIUNO in sviluppo.

 

Per entrambe le società, oltre alla realizzazione dei progetti, Gladis ha sempre svolto il lavoro di valutazione e analisi di sceneggiature e soggetti esterni, nonché di scouting di nuovi autori.

Ha collaborato anche come docente presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: nel 2000 e 2001 nei Corsi di specializzazione post laurea Tecniche di scrittura per la fiction I e II edizione, nel 2003 e nel 2009, al Master Scrittura e Produzione per la Fiction.

Gladis ha vari interessi e hobby: ama il cinema e il teatro, e lavorando in un gruppo multimediale quale il Gruppo Eliseo, ha approfondito la conoscenza dei testi teatrali e la loro messa in scena. E' appassionata dei classici della letteratura internazionale.

E non trascura l'attività motoria: ama il tennis, che pratica ogni volta che le è possibile, corre e scia.

 
 
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di Ludovico Raimondi
 
Story editor Tv
 

Gladis Di Pietro, la firma giuliese sulla fiction all'italiana

 

 

FEBBRAIO 2021 - Don Matteo, Che Dio ci aiuti, Mia Martini, Rocco Chinnici, Adriano Olivetti, La Strada di casa, Maria Goretti e altre nel genere sono tra le serie e film Tv che hanno fatto - e continuano a fare - la storia della fiction all'italiana negli ultimi 20 anni sulla Rai e sulle reti Mediaset.

 

Titoli diventati cult in un panorama che, nel Bel Paese, ha sempre incontrato i favori del pubblico fin dall'epopea dei primi teleromanzi in bianco e nero.

 

Ebbene, su questi successi c'è anche la firma di una giuliese, Gladis Di Pietro, di professione Story Editor e/o Produttore Creativo. Gladis, 51 anni il prossimo 22 febbraio, lavora da 10 anni per la casa di produzione Eliseo Multimedia (già Casanova Multimedia), di cui è produttore Luca Barbareschi, e in precedenza ha lavorato, per 13 anni, per un'altra casa di produzione importante, la Lux Vide spa.

Gladis riveste, dunque, un ruolo-cardine nel delicato processo di impostazione, sviluppo e realizzazione di serie e film tv, e viene da sè che da oltre 20 anni collabori con varie strutture committenti, in particolare RAI Fiction e Mediaset RTI, avendo così modo e occasione di di lavorare a stretto contatto con i rispettivi Capi Struttura e Produttori, con i più noti e affermati sceneggiatori e registi e, naturalmente, con gli artisti più amati nel settore. E i risultati sempre eccellenti conferiscono, di conseguenza, un evidente prestigio alla sua figura e al suo impegno.

In altre parole, Gladis è un'altra "Giuliese nel Mondo" di cui Giulianova può essere legittimamente fiera.

 

 

Bella foto di famiglia: Gladis con il marito Flavio Fidani e le figlie (dal centro) Alice, Giorgia e Maria Victoria.

 

 

Gladis, puoi spiegare qual è il ruolo dello Story editor?

 

Per spiegare bene il mio lavoro è necessario dare qualche informazione generale sul complesso sistema della produzione cine-televisiva. I canali televisivi, i network o le pay tv (RAI-MEDIASET-SKY-NETFLIX ecc.) per riempire i palinsesti devono produrre dei programmi che possono variare dall’informazione, all’intrattenimento, allo spettacolo dal vivo e così via. Nel caso delle fiction tutti loro si appoggiano solitamente a case di produzioni esterne con le quali realizzare lunghe serie o film tv. All’interno delle società di produzione esistono quindi delle figure che si occupano di coadiuvare il Produttore (solitamente il fondatore della società) nella realizzazione di un progetto, dall’idea iniziale alla messa in onda. A seconda del reparto in cui svolgono la propria mansione possono essere divisi in due grandi aree: esecutiva o creativa. Gli esecutivi si occupano prevalentemente del versante economico, mentre i creativi dei contenuti. Lo story editor, e finalmente vengo alla tua domanda, lavora nel settore creativo e si occupa di sviluppare un contenuto dal concept iniziale fino a quando si trasforma in ore di trasmissione. L’idea iniziale, specie quando è un’idea originale (che non viene quindi dall’adattamento di un romanzo o di una opera straniera), dopo essere stata discussa, pensata e ripensata viene messa su carta dagli sceneggiatori, che di solito sono più di uno (lavorando contemporaneamente, infatti, si accorciano i tempi di realizzazione). Una volta che il processo di scrittura viene avviato, si passa alla valutazione e all’esame di almeno tre stesure di sceneggiatura per ciascun episodio (ma possono essere anche molte di più!) e per ciascuna lo story editor redige delle note di sviluppo. Per realizzare un film tv o film per il cinema il processo è similare. Mentre la fase di scrittura va avanti, inizia contemporaneamente la ricerca di interpreti e registi, si individua la location principale e così via, fino alla definizione dell’ultimo dettaglio. Dal momento che gli agenti coinvolti in questo processo sono molti: la committenza (Rai- Mediaset ecc…) i vari sceneggiatori, il regista, lo story editor diventa colui che coordina le varie figure e i vari reparti affinché si proceda di pari passo e si vada tutti nella stessa direzione, nel più breve tempo possibile. Naturalmente, nel momento delle riprese si trova spesso a dover essere presente sul set per supportare il regista e gli attori essendo la memoria storica del progetto. Finite le riprese si apre l’importante fase della post produzione (montaggio delle scene e musiche, effetti digitali, doppiaggio etc) e qui mi aspettano molte altre incombenze… ma penso che quanto detto finora possa bastare per dare l’idea del mio lavoro e non vorrei annoiare nel diventare troppo specifica.

 

 

Gladis con Bianca Guaccero e Marco Bocci. i protagonisti di "Fino all’ultimo battito”, nuovo titolo della serie attualmente in fase di riprese a Bari e in onda il prossimo autunno

 

Una predisposizione o una favorevole opportunità?

 

Sicuramente la seconda, poiché nella mia vita di studentessa non avrei mai pensato che un giorno, finiti gli studi linguistici, sarei finita a fare la story editor e quando arrivai alla Lux Vide per un periodo di prova, mi lanciai un po’ alla cieca, inconsapevole di quello che sarebbe accaduto. Ma forse, visto che “il periodo di prova” dura da più di vent’anni, anche un po’ di predisposizione deve esserci…

 

Com'è cominciata questa affascinante avventura e come ti sei affermata?

 

E’ iniziato tutto quando dopo la laurea in lingue e letterature straniere cercavo lavoro a Roma, dove il mio fidanzato e futuro marito, giuliese doc anche lui, aveva già iniziato la sua vita professionale, e un amico comune mi propose uno stage in Lux. Era il 1997 e dopo qualche mese di prova mi ritrovai sposata e con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Da lì, lavorai alla mia prima serie tv “Angelo il custode” con Lino Banfi e poi tanti altri progetti. Proprio per Lino Banfi era pensata la figura di un prete investigatore sulla scia di Padre Brown, progetto che poi si è trasformato in Don Matteo e che mi portò a conoscere e a lavorare con un mito assoluto: Terence Hill. Don Matteo è una serie alla quale sono legatissima, nonostante la mia collaborazione si sia interrotta alla settima serie. Però ricordo ancora la freddezza di alcuni dirigenti RAI che non avevano colto a pieno le potenzialità del progetto… Gli incredibili risultati del primo episodio - quasi 10 milioni di telespettatori - spiazzarono tutti e da quel momento cominciarono a gridare al successo.

 

Gladis con Alessio Boni sul set della Strada di Casa 2 andata in onda l’anno scorso

 

 

 

 

Tra le tue “firme”, prima della recente “Chiara Lubich – L’Amore vince tutto”, le fiction “Io sono Mia” su Mia Martini, “Rocco Chinnici”, “La Strada di casa” e tante altre… Come donna “senti” la storia dei personaggi a prescindere dalla differenza di genere?

 

Quando, insieme al team di scrittori, creiamo un personaggio tentiamo di dargli una psicologia o un profilo coerente con quelle che saranno le azioni che dovrà compiere, con la storia pensata per lui o lei. Quando nella fase successiva mi trovo a leggere e a valutare tale coerenza tento sempre un approccio a prescindere dal genere, ma è innegabile che per me l’identificazione con una figura femminile è immediata, di pancia, mentre per un personaggio maschile passa attraverso altre categorie… Ciò non significa che il mio parere su una protagonista femminile abbia maggior peso di quello di un mio collega maschio, perché in generale è nella condivisione o nella mediazione che troviamo la corretta definizione di ciascun carattere.

 

Una Story editor “entra” necessariamente nei personaggi e nella loro storia. Come?

 

Quando i personaggi sono reali e viventi occorre incontrarli e conoscerli, come è successo ad esempio con Caterina Chinnici, la figlia del magistrato ucciso dalla mafia. Una donna davvero eccezionale che ci ha guidati in un’operazione delicatissima, come quella della ricostruzione del rapporto con il padre amatissimo, perduto prematuramente per mano mafiosa. Una ricostruzione che ha comportato per lei e i suoi famigliari rivivere una ferita ancora aperta e dolorosa del passato. Altrimenti, quando non ho la fortuna di incontrare dal vivo un personaggio, devo leggere e approfondirne la vita informandomi su testi o parlando con chi lo ha conosciuto direttamente… Cosa diversa quando il personaggio è di fantasia, che come dicevo va creato dal nulla, partendo dalla costruzione di un profilo psicologico coerente.

 

 

La protagonista del film TV "Rocco Chinnici", Cristiana Dell’Anna, e il personaggio reale che lei impersona, Caterina Chinnici, Capo Dipartimento per la Giustizia minorile del Ministero della Giustizia ed Europarlamentare, figlia del giudice assassinato dalla mafia nel 1983, autrice del libro "E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte” da cui il film è stato tratto.

 

 

Quali sono stati i personaggi e la rispettiva storia che più ti hanno coinvolto?

 

Questa è una domanda davvero difficile. Ciascun personaggio, inventato o reale, dopo averci lavorato molto, ti entra dentro e diventa parte della tua vita, si può dire che allarghi la tua cerchia di amicizie. E’ questo il caso di Caterina Chinnici, come citavo prima. Il giorno in cui abbiamo mostrato a lei e alla sua famiglia per la prima volta il film è stato un momento che non dimenticherò mai. La stessa emozione provata alla proiezione di “Io sono Mia” alla presenza della sorella Loredana Bertè. Quando si arriva lì c’è la paura che qualcosa possa turbarli o non trovarli d’accordo e le loro parole di sincero ringraziamento sono invece la più grande soddisfazione, prima ancora dei risultati di audience dopo la messa in onda. Un caso particolare, però, è quello del film su Chiara Lubich. Conosco la figura di Chiara dalla mia adolescenza e i suoi valori e insegnamenti sono stati per me determinanti in molti momenti della vita. Pur non essendo un’attivista del movimento dei Focolari, da ragazzina ho fatto di lei un modello ideale che ha sempre ispirato le mie scelte, quindi realizzare un film sulla sua vita è stato realizzare un piccolo sogno… o quanto meno parteciparlo.

 

 

E tra gli interpreti?

 

Sicuramente avere il privilegio di conoscere e lavorare con Terence Hill, nei primissimi tempi, è stato un regalo bellissimo che questa professione mi ha fatto. Tra le attrici invece la capacità di studiare e immedesimarsi in un personaggio come ha saputo fare Serena Rossi con Mia Martini è stata davvero impressionante.

 

(nella foto Gladis con l'attrice davanti al Teatro Ariston di Sanremo).

 

 

La fiction meglio riuscita?

 

Sono legatissima e orgogliosa di tutti i miei lavori. In particolare però ho due serie che voglio citare. Una è “Nati Ieri”, della Lux Vide (con Sebastiano Somma, Vittoria Belvedere, Lina Sastri, Ettore Bassi) con due giovanissimi registi che venivano dalla pubblicità e che di lì a poco avrebbero fatto il grande salto nel mondo del cinema: Paolo Genovese (Perfetti sconosciuti) e Luca Miniero (Benvenuti al Sud). La serie andata in onda su Canale 5 in termini di ascolti non fu un vero e proprio successo, ma io ritengo che fosse davvero meritevole e innovativa per gli anni in cui fu prodotta. Poi “La strada di casa” 1 e 2 realizzate con Luca Barbareschi per la Casanova Multimedia, la società per la quale lavoro da 10 anni. Si tratta di due serie di grande successo, andate in onda su Rai Uno, con Alessio Boni, Lucrezia Lante della Rovere, Sergio Rubini e la regia di Riccardo Donna. I contenuti originali e la commistione di generi molto diversi tra loro (family e thriller) hanno rappresentato una sfida difficile ma riuscita per il pubblico super generalista di RAI1

 

E l’intuizione più lungimirante?

 

Forse ho già risposto involontariamente a questa domanda, ma la sensazione di grande potenzialità che avvertivo mentre guardavo gli episodi non ancora definitivi di Don Matteo 1, non era condivisa da tutti a tutti i livelli. Io, al contrario, pur consapevole di alcuni limiti, mi divertivo moltissimo assistendo agli sketch tra Terence Hill e Nino Frassica e avvertivo delle piacevolissime sensazioni. Evidentemente, se si è arrivati a produrre 12 serie (con la prossima già in lavorazione) un po’ di lungimiranza devo averla avuta…

 

La fiction è il futuro della TV che cambia? Eventualmente perché?

 

Partirei dicendo che se la TV è un mezzo di comunicazione, la fiction è uno dei linguaggi presenti al suo interno. Da quando il panorama dei media si è allargato, lo sviluppo tecnologico e l’ampliamento dell’offerta rendono la televisione il mezzo meno usato dai giovani. Infatti, le nuove generazioni non guardano la tv ma sono al contempo i più grandi fruitori di fiction seriale. Quindi quella che sembrerebbe sulle prime una dicotomia insanabile è in realtà una delle poche opportunità che ha la televisione di rimanere attaccata al futuro. Ed è anche per questo che negli ultimi tempi sta avendo un grande fermento il settore delle coproduzioni di serie tra Network e Broadcaster (vedi il caso de L’Amica geniale prodotta da Rai e HBO o quello più recente di Made in Italy di Mediaset e Amazon). Esempi che hanno aperto una strada che sicuramente sarà molto battuta in futuro.

 

A proposito di fiction Rai di maggiore successo: ti risulta che, una ventina di anni fa, Giulianova sia stata tra le candidate per l’ambientazione della serie di Don Matteo?

 

Sì, certo. Mentre completavamo la scrittura, la produzione esecutiva era contemporaneamente alla ricerca della location più adatta per le riprese e io, da fiera giuliese, proposi ai miei colleghi un sopralluogo a Giulianova. La scelta, poi, ricadde su Gubbio ma solo parecchi mesi dopo. Le motivazioni della bocciatura di Giulianova furono molteplici, alcune di natura logistica ma sicuramente anche l’accoglienza un po’ distratta da parte dell’amministrazione, che non seppe riconoscere in quella visita preliminare una grande opportunità. Basti pensare a quanta notorietà e ritorno in termini di sviluppo turistico ha portato a Gubbio la messa in onda della serie. Ma con il senno di poi è tutto più semplice.

 

Alla stregua del western da Sergio Leone in poi, si può parlare di "fiction all'italiana" ed eventualmente perché?

 

La fiction in Italia ha una storia molto florida che parte negli anni ’60 -’70 dalla produzione del cosiddetto teleromanzo o sceneggiato televisivo, basato sui testi teatrali o classici della letteratura. La produzione ha una battuta d’arresto negli anni ‘80con l’affermarsi della tv commerciale e l’importazione dei prodotti americani. In quel periodo le produzioni italiane sono davvero poche (unico grande successo dell’epoca “La Piovra”). Sono solo gli alti costi dell'importazione e una legge del '98, che obbliga le reti tv a investire nella produzione nazionale, che favoriscono una ripresa della fiction di produzione nostrana. La serialità italiana oggi ha sicuramente recuperato questo gap, ma a livello internazionale a dominare sono le produzioni americane e anglosassoni. Al momento, non credo che le nostre, pur notevoli, competenze siano sufficienti a ripetere il fenomenale successo cinematografico del genere western, di cui Sergio Leone fu il padre.

 

 

L'ultimo a destra nella foto, scattata durante la presentazione alla stampa del film su Chinnici, un sorridente Luca Barbareschi, il produttore dell’Eliseo Multimedia, nonché “capo” di Gladis.

 

 

 

Com'è nella realtà quotidiana Luca Barbareschi, che passa per un carattere difficile e vulcanico?

 

Conosco Luca da 10 anni, da quando ho iniziato a lavorare per la sua casa di produzione la Casanova Multimedia, oggi Eliseo Multimedia, dal nome del teatro storico di Roma che ha diretto e che poi ha acquistato. Dal 2015 l’Eliseo è diventata la nostra casa con gli uffici nello stesso stabile del teatro. Prima che questa brutta pandemia fermasse il mondo e in particolare le performance dal vivo, lavorare a stretto contatto con le compagnie teatrali che si avvicendavano ogni mese sul palco e assistere agli spettacoli era un vero e proprio piacere. La nostra società è l’unica in Italia a produrre contenuti per il teatro, la televisione e il cinema e a farlo condividendo gli stessi spazi. A capo di questa bellissima realtà c’è Luca. Un grandissimo artista e imprenditore. Il suo carattere non è facile, è determinato ed esigente con tutti, a volte un po’ troppo istintivo, animato dalla passione in tutto ciò che fa. Collaborare con lui è una sfida quotidiana.

 

Quali interessi e hobby ti consentono di coltivare i tuoi impegni professionali e privati? Ovvero, lavoro e tre volte mamma si può?

 

Conciliare la vita privata con il lavoro in una città grande come Roma non è stato affatto semplice, mi è pesato molto soprattutto quando le mie figlie erano più piccole. Ho sempre dovuto appoggiarmi all’aiuto di babysitter e collaboratori, perché l’orario pieno e gli spostamenti tra il lavoro e l’ufficio non consentono una presenza assidua in casa. Spesso ho dovuto seguire le riprese in giro per l’Italia o all’estero e, in quel caso, l’ho potuto fare solo grazie ai nonni, che con grande sacrificio e generosità ci hanno seguiti, trasferendosi per brevi periodi da Giulianova a Roma. Devo davvero ringraziare la mia famiglia, soprattutto le mie figlie e mio marito, se nonostante le difficoltà mi hanno consentito di proseguire nel mio lavoro. Ciononostante, abbiamo sempre viaggiato molto e fino a quando si poteva il fine settimana era dedicato a scoprire posti nuovi o andare al cinema e al teatro tutti insieme. Allo stesso tempo appena posso gioco a tennis. Uno sport che ho riscoperto da adulta e che mi appassiona.

 

Da 23 anni vivi e lavori a Roma. Immagino che torni spesso a Giulianova… Come la vedi con occhio “di giuliese forestiera”?
 

Amo molto tornare a Giulianova, dove vivono parte della mia famiglia e tanti amici cari. Sono estremamente legata alla mia città, e ne parlo sempre in maniera entusiastica con tutti. In questi quasi 25 anni ho visto crescere l’offerta ricettiva con alberghi, bei locali, tanti chalet, c’è stato un notevole incremento di iniziative commerciali e di ristoro, soprattutto mercatini e sagre, ma, forse, la stessa attenzione non è stata riservata all’offerta culturale. Con rammarico ho assistito nel tempo alla chiusura dei due cinema presenti, uno dei quali ospitava ogni anno una bellissima stagione teatrale. In estate molteplici rassegne e mostre animavano la vita serale, tutte iniziative che contribuivano ad un fermento e ad una vitalità a beneficio di tutta la cittadinanza ma in particolare di noi giovani.

 

La domanda canonica di chiusura ai giuliesi nel mondo: se dico Cupola di San Flaviano cosa ti viene in mente d’acchito?

 

Il bellissimo e caratteristico profilo della cupola che dal mare si staglia sullo sfondo del Gran Sasso. Ma anche il ricordo della gioia e della spensieratezza degli incontri nella cripta, con ragazzi e ragazze che come me vi si ritrovavano per approfondire il messaggio di Chiara Lubich.

 

Vorresti aggiungere altro che non ho sollecitato con le mie domande?

 

Le tue domande sono state più che esaustive e ti ringrazio per avermi dato l’occasione di parlare di me e del mio lavoro. Da mamma però vorrei cogliere l’occasione di suggerire ai ragazzi di sfruttare il più possibile la loro età per incuriosirsi e scoprire, interrogarsi e porre domande su tutto, sapendo che il cinema, il teatro, l’arte, la letteratura e, perché no? anche la tv se usata in maniera critica, sono occasioni uniche e imperdibili di crescita e formazione.

 
(foto poste a disposizione da Gladis Di Pietro, che ringraziamo)
 

  Testata giornalistica iscritta al n° 519 del 22/09/2004 del Registro della Stampa del tribunale di Teramo