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Attualità/Cultura

Radici dell'Artigianato Abruzzese

di Vito Giovannelli

 

Radici dell'Artigianato Abruzzese di Vito Giovannelli: La decorazione a rosaspina della ceramica popolare abruzzese, Pescara 3.11.2012 (Numero 19) - Rose e spine, invece, sono presenti solo nella ceramica abruzzese e, più precisamente,  a Rapino…il suo impianto potrebbe essere considerato espressione d’arte regionale, perché  né a nord, né a sud di altre regioni italiane si rinvengono analoghe singolarità”.La decorazione a rosaspina

nella ceramica popolare abruzzese

 

L’intervento del Prof. Vito Giovannelli sulla decorazione a rosaspina, ultimo ed ennesimo tocco di classe pura, conclude la rubrica "Radici dell’Artigianato Abruzzese" che ha conferito sicuro prestigio al nostro sito. Il Prof. Giovannelli ci ha regalato saggi di comprovata competenza, di suggestiva curiosità e di emozionante interesse, frutto di ricerche e studi approfonditi e appassionati, anche sul piano bibliografico, su uno dei settori più caratterizzanti la cultura, l’economia e la storia della nostra Regione. Stiamo lavorando perché il patrimonio di informazioni e di conoscenze tornato alla luce nella rubrica abbia un seguito editoriale. Dicevamo, la serie di pubblicazioni si conclude con “La decorazione a rosaspina”. Non a caso, perchè, tra le tante “chicche” di cui il Prof. Giovannelli ci ha deliziati, quest'ultima merita particolare menzione. E’ lo stesso autore a fornircene lo spunto, affermando che “Rose e fiori si rinvengono sulle ceramiche di diverse regioni italiane. Rose e spine, invece, sono presenti solo nella ceramica abruzzese e, più precisamente,  a Rapino…il suo impianto potrebbe essere considerato espressione d’arte regionale, perché  né a nord, né a sud di altre regioni italiane si rinvengono analoghe singolarità”. Singolarità, eguali a tipicità, che meritavano la chiusura come la classica ciliegina sulla torta. Al Prof. Giovannelli ancora il nostro sentito ringraziamento per la sua spontanea collaborazione di cui siamo sinceramente orgogliosi. (dir)

 

Pescara, 3.11.2012 (Numero 19) - Rose e fiori si rinvengono sulle ceramiche di diverse regioni italiane. Rose e spine, invece, sono presenti solo nella ceramica abruzzese e, più precisamente,  a Rapino, dove spine e rose vennero dipinte dalla fine  dell’Ottocento alla prima metà del Novecento, dalle botteghe dei Bozzelli,  dei Bontempo, dei  De Nardis e dei  Vitacolonna.

Rispetto alla rosa del fioraccio quella della rosaspina, è di più semplice ricerca compositiva e si presenta più serrata.

Nell’impianto,  inoltre, tre  puntinature  di considerevole diametro,  disposte a trifoglio per conservare il significato magico del numero tre,  accentuano il senso decorativo di questo motivo  floreale di probabile invenzione rapinese.

Nell’impianto,  a prevalente carattere figurativo,  vengono liberamente immessi  elementi geometrici.  Così  articolata la decorazione a rosaspina contiene valenze figurative e astratte distese a ragnatela.

La decorazione a rosaspina è libera e si adagia anticonformisticamente su tesa e cavetto.  Non è circoscritta da quartieri, o da  riserve e spartizioni, impianti presenti, invece, in altre tipologie decorative della ceramica di Rapino.

Il mazzolino  della rosaspina  ha al massimo tre fiori; quello del  fioraccio ne ha minimo sette. Rispetto alle decorazioni ceramiche tradizionali il decoro a rosaspina presenta schematismi rappresentativi  unici.

Per queste peculiarità il suo impianto potrebbe  essere considerato espressione d’arte regionale, perché  né a nord, né a sud di altre regioni italiane si rinvengono analoghe singolarità.

Sulla decorazione a rosaspina o a rosespine hanno  fatto cenno i ceramologi  Vincenzo Franceschilli  nel 1994 (La ceramica di Rapino e i Bontempo, Edizioni Ferentum);  Franco Battistella nel 2003 ( Rapino guida storico-artistica, Edizioni Carsa ) e Maria Augusta Baitello nel 2010 (Raffaele e Luigi Bozzelli, dalla tradizione ceramica di Rapino alla sperimentazione contemporanea 1816-2ooo, Eca –Edizioni  Comunicazioni Adriatiche ).

A proposito di Raffaele Bozzelli  junior, che potrebbe essere l’inventore di questa decorazione, la Baitello ha scritto:  Raffaele “era fantasioso e ricercato  anche nella decorazione nella quale apportò significative e originali interpretazioni, come il tema delle rose e spine”.

A dimostrazione di tale giudizio la stessa studiosa a pag. 48 del suo saggio presenta una raffinata zuppiera con decorazione a  “rosespine" risalente alla fine  dell’Ottocento; e a pag.45 un elegante piatto ovale con “rosespine”dipinto nel 1935.

Il mercato antiquario non offre più reperti con decorazioni a rosa spina. Per queste motivazioni riferisco che una zuppiera con decorazioni a rosaspina, marchiata Bozzelli, è presente nella collezione Rulli, di Pescara.

Negli anni trenta del ventesimo secolo la decorazione a rosaspina si distendeva anche su servizi di piatti personalizzati. Lo attesta un piatto superstite, pubblicato da Franco Battistella, recante nel bel mezzo del cavetto il monogramma RDL.

Vincenzo Franceschilli, nell’elencare il patrimonio decorativo della scuola ceramica di Rapino  cita il decoro alla rosaspina con il nome di “rosaspinosa”.

Ma, a Rapino non si dipingevano solo le spine delle rose.  Gioacchino Cascella, su piatti imperiali finemente smerlati, dipingeva in serie, per la bottega dei Bozzelli, i cardi spinosi della Maiella, dalle delicatissime infiorescenze violette.

  Vito Giovannelli / www.fondazione-vito-giovannelli.com

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