Pescara,
3.11.2012 (Numero 19) -
Rose e fiori si
rinvengono sulle ceramiche di diverse regioni
italiane. Rose e spine, invece, sono presenti
solo nella ceramica abruzzese e, più
precisamente, a Rapino, dove spine e rose
vennero dipinte dalla fine dell’Ottocento alla
prima metà del Novecento, dalle botteghe dei
Bozzelli, dei Bontempo, dei De Nardis e dei
Vitacolonna.
Rispetto alla rosa del fioraccio
quella della rosaspina,
è di più semplice ricerca compositiva e
si presenta più serrata.
Nell’impianto,
inoltre, tre puntinature di considerevole
diametro, disposte a trifoglio per conservare
il significato magico del numero tre,
accentuano il senso decorativo di questo motivo
floreale di probabile invenzione rapinese.
Nell’impianto, a
prevalente carattere figurativo, vengono
liberamente immessi elementi geometrici. Così
articolata la decorazione a rosaspina
contiene valenze figurative e astratte distese a
ragnatela.
La decorazione a
rosaspina è libera e si adagia
anticonformisticamente su tesa e cavetto. Non è
circoscritta da quartieri, o da riserve e
spartizioni, impianti presenti, invece, in altre
tipologie decorative della ceramica di Rapino.
Il mazzolino
della rosaspina ha al massimo tre fiori;
quello del fioraccio ne ha minimo sette.
Rispetto alle decorazioni ceramiche tradizionali
il decoro a rosaspina presenta
schematismi rappresentativi unici.
Per queste
peculiarità il suo impianto potrebbe essere
considerato espressione d’arte regionale,
perché né a nord, né a sud di altre regioni
italiane si rinvengono analoghe singolarità.
Sulla decorazione
a rosaspina o a rosespine hanno
fatto cenno i ceramologi Vincenzo Franceschilli
nel 1994 (La ceramica di Rapino e i Bontempo,
Edizioni Ferentum); Franco Battistella nel 2003
( Rapino guida storico-artistica, Edizioni Carsa
) e Maria Augusta Baitello nel 2010 (Raffaele e
Luigi Bozzelli, dalla tradizione ceramica di
Rapino alla sperimentazione contemporanea
1816-2ooo, Eca –Edizioni Comunicazioni
Adriatiche ).
A proposito di
Raffaele Bozzelli junior, che potrebbe essere
l’inventore di questa decorazione, la Baitello
ha scritto: Raffaele “era fantasioso e
ricercato anche nella decorazione nella quale
apportò significative e originali
interpretazioni, come il tema delle rose e
spine”.
A dimostrazione
di tale giudizio la stessa studiosa a pag. 48
del suo saggio presenta una raffinata zuppiera
con decorazione a “rosespine" risalente
alla fine dell’Ottocento; e a pag.45 un
elegante piatto ovale con “rosespine”dipinto
nel 1935.
Il mercato
antiquario non offre più reperti con decorazioni
a rosa spina. Per queste motivazioni
riferisco che una zuppiera con decorazioni a
rosaspina, marchiata Bozzelli, è presente
nella collezione Rulli, di Pescara.
Negli anni trenta
del ventesimo secolo la decorazione a
rosaspina si distendeva anche su servizi di
piatti personalizzati. Lo attesta un piatto
superstite, pubblicato da Franco Battistella,
recante nel bel mezzo del cavetto il monogramma
RDL.
Vincenzo
Franceschilli, nell’elencare il patrimonio
decorativo della scuola ceramica di Rapino cita
il decoro alla rosaspina con il nome di “rosaspinosa”.
Ma, a Rapino non
si dipingevano solo le spine delle rose.
Gioacchino Cascella, su piatti imperiali
finemente smerlati, dipingeva in serie, per la
bottega dei Bozzelli, i cardi spinosi della
Maiella, dalle delicatissime infiorescenze
violette. |