INTRODACQUA (Aq),
5.3.2013
(Numero 18) -
Introdacqua
(Aq) Alt m. 642 Nome abitanti: Introdacquesi N°
abitanti: 2184 Patrono: San Feliciano, penultimo
lunedì di Agosto
Fa parte della Comunità Montana Peligna, sorge
su un colle, tra due corsi d’acqua e tra le
valli di Contra e Sant’Antonio. E’situato
nell’Abruzzo Ulteriore II. Il suo territorio è
morfologicamente diviso in due: per un terzo è
occupato dalla fertile conca sulmonese, per
l’atro terzo dalle pendici collinari del monte
Genzana, ricco di falde boscose.
Il toponimo
deriva dalle parole latine inter aquas,
dentro le acque.
Stemma:
tre torri, quella centrale più alta con tre
stelle sovrastanti
Chiese e monumenti:
Chiesa Madre Maria SS Annunziata (XV
sec), struttura a tre navate. Sull’esterno
dell’ingresso principale troneggia un maestoso
affresco riproducente San Cristoforo. Chiesa
della Madonna Addolorata, sita dinanzi la
Chiesa Madre; Chiesa della SS Trinità (XVIII
sec) edificata sulle rovine della Chiesa di San
Panfilo. Di questo edificio sacro a rilievo il
piazzale antistante che ricorda le strutture
dell’architettura religiosa campana. Chiesa
di Sant’Antonio, ubicata a 735 metri
d’altezza, edificata intorno al 1500, in onore
dell’omonimo santo protettore del fuoco di
sant’Antonio. E’ una Chiesa cimiteriale
accumunata ad altre situate nell’Abruzzo
Ulteriore I.
Notevoli le strutture civili: Palazzo
Marchesale, detto Trasmondi (XV sec), si
trova al centro del paese, al tempo rifugio di
grandi fuggiaschi. Porte della terra,
site proprio a ridosso del Palazzo Marchesale, a
difesa del centro abitato. La fontana vecchia,
costruzione in pietra viva, con annessa vasca
abbeveratoio di forma rettangolare, utilizzata
per la raccolta dell’acqua, al di sopra della
quale si scorge il simbolo dello stemma del
paese racchiuso da rilevanti cornici
marcatamente seicentesche. Rilevante di questa
fontana sono gli alto rilievi e i mascheroni
disposti nelle varie campiture di pietra viva.
Musei:
Museo Regionale dell’Emigrante dedicato a Pascal
D’Angelo, uno scrittore poeta di origini
introdacquesi, ma emigrato in America all’età di
sedici anni. Due sono le sale espositive, in
una è raccontata l’esperienza di vita del
poeta, nell’altra si entra nell’America dei
primi del Novecento e si raccontano le
esperienze degli italiani all’estero. Di
notevole interesse sono due biblioteche, una
civica e l’altra, annessa alla parrocchia,
contiene la biblioteca del glottologo Ernesto
Gianmarco.
Folklore:
molteplici sono le rappresentazioni religiose in
onore dei Santi venerati ad Introdacqua, tra cui
San Feliciano, dai fuochi di Sant’Antonio, dove
la città è piena di falò accesi per le strade,
cori folcloristici ad accompagnare la serata,
alla processione del Venerdì Santo, durante la
quale rimane caratteristico il suono della
tabella costruita completamente in legno, del
Corpus Domini e di San Rocco. Rilevante in campo
folcloristico è il costume tradizionale maschile
e femminile
Agricoltura:
coltivazione di cereali, ortaggi, vite, ceci ed
aglio rosso
Artigianato:
notevole la lavorazione del legno per la
costruzione di strumenti musicali popolari, tra
i quali il glottologo Ernesto Gianmarco e il
poeta Rino Panza hanno evidenziato la
rotacannella e la scloccacannella. Un
tempo era rilevante anche la costruzione di
pifferi e tamburi. Tra questi membranofoni è
tipico il tamburo definito peligno, ma in realtà
introdacquese. Tra gli strumenti giocattolo si
rilevano le sunelle di cartone e le
raganelle di canna.
Prodotti tipici:
tipici sono i freschiarelle, fatti di farina di
granturco e acqua conditi con salsiccia, e la
malterrata, con cioccolato denso e nocciole
abbrustolite. Rinomato è il liquore ottenuto con
la radice di genziana alle quale, a volte,
vengono aggiunte altre erbe aromatiche, che
conferiscono un colore verdastro. |