PETTORANO SUL GIZIO (Aq),
19.3.2013
(Numero 20) -
Pettorano sul Gizio
(Aq) Alt m. 625 Nome abitanti: Pettoranesi N°
abitanti: 1373 Patrono: Santa Margherita e San
Benigno, 13 luglio.
Fa parte della Comunità Montana Peligna e a sua
volta Pettorano sul Gizio è sede della Riserva
Naturale Monte Genzana e Alto Gizio, che copre
circa 3164 ettari. E’ situato nell’Abruzzo
Ulteriore II. La città, che sorge sul Colle
della Guardiola e che si affaccia sul fiume
Gizio, conserva intatte ancora oggi alcune delle
sue porte di accesso.
Il toponimo
con molta probabilità deriverebbe dal latino
pectorale, forma a petto di corazza assunta dal
paese, o ancora meglio da petra, a causa della
sua natura rocciosa
Stemma:
giaco sul quale è impressa la lettera P
Chiese e monumenti:
Chiesa Madre inizialmente dedicata a San
Donisio e successivamente a Santa Maria della
Porta, elementi di rilievo: portale rettangolare
e fontana ornamentale con statue bronzee nel
centro della piazza. Chiesa di San Rocco,
costruita subito dopo la peste, in onore del
santo, protettore degli appestati. L’edificio,
di struttura architettonica semplice, si trova
al centro del paese. Chiesa extramuraria di
San Nicola, tra le più antiche, costruita su
di un tempio pagano; Chiesa di San Giovanni,
completamente rinnovata, rispetto al suo assetto
originario, a pianta irregolare.
Notevoli sono le strutture civili: da Palazzo
Ducale, dimora dei Cantelmo, alla
Castaldina, dall’aspetto tardo barocco con
due colonne del portale a sorreggere la
balconata, arrotondata e sporgente, lavorata in
ferro battuto. Palazzo Croce con due
ingressi; Palazzo Giuliani (XVIII sec)
sul cui portale è raffigurato lo stemma della
famiglia Giuliani.
Musei:
Museo del
territorio, adibito all’interno del Castello di
Pettorano
Folklore:
Pettorano possiede uno dei vestiti tradizionali
più eleganti e rappresentativi di tutta la conca
peligna. Certamente, è l’abito che più si
avvicina ai costumi di stampo borbonico. La
foggia pettoranese è ben documentata dagli
artisti napoletani del tardo 700 e primo 800.
Sagra della polenta e della salsiccia, serenata
di Capodanno.
Agricoltura:
Tipicità dell’agricoltura pettoranese era quella
delle raccolta dell’uva ursina, rossi grappoli
stenti che si ricavano dai cespugli di ribes
abbondanti nel territorio, da cui una volta si
ricavava un raffinato nettare, mentre oggi, si
produce un liquore abruzzese caratteristico.
Coltivazione di cereali, viti e leguminose,
mietitura del frumento, che nell’antichità era
avvolta da particolari credenze, fondate sulla
convinzione che nel raccolto si celasse
un’energia sacra.
Artigianato:
rilevante la confezione di trine e galloni
impiegate per l’ornamentazione dell’abito
tradizionale. Sostenuta era anche la colorazione
delle stoffe delle quali Michele Torcia afferma
che le migliori tintorie abruzzesi erano situate
proprio nei paesi peligni. Lo stesso studioso
afferma che per il fissaggio delle tinte,
specialmente del marrone ottenuto con il mallo
di noce, si ricorreva all’urina del gatto.
Prodotti tipici:
il primo piatto per eccellenza è la polenta
rognosa, cotta nel paiolo di rame; da ricordare
anche i mugnoli e cazzarielli, gli gnocchetti
conditi con verdura campestre, tra cui i cacigni |